Pendolare Vagabondo

 

Alba sul Gran Zebrû

Alba sul Gran Zebrû

La sveglia suona. É presto e fuori é buio. Conto fino a dieci godendomi ancora 9,8,7… secondi del tepore del piumone, poi mi alzo. Di prima mattina non ho mai fame, ma mi costringo a mangiare ancora qualcosa, la giornata sarà lunga ed impegnativa. Mi vesto, prendo lo zaino ed esco. I primi istanti sono traumatici: il freddo umido entra subito nelle ossa, ma non ci vuole molto a scaldarsi. In cinque minuti di macchina sono alla partenza, saluto i pochi amici che a questo’ora sono già in pista e prendo posto. Continua a leggere

Forza Marco

È partito ormai da qualche settimana il nostro amico Marco Confortola, per tentare il suo nono Ottomila: il Kanchenjunga. È in team con alcuni amici valdostani molto forti e per ora stanno acclimatandosi facendo la spola tra i vari campi alti, noi facciamo il tifo per lui e continuiamo a seguirlo!

Una camminata che fa riflettere

CIMG4454Finalmente siamo in montagna! Ma la perturbazione di Natale tarda un po’ ad arrivare e ci lascia l’amaro in bocca di qualche ora in cui la pioggia rende ancora più tristi i prati verdi a dicembre. Fortunatamente la pioggia diventa neve e cade per tutta la notte e imbianca per bene Bormio e dintorni. Così, la mattina, dopo un po’ di compiti, mi vesto, metto la giacca pesante nello zaino, prendo le racchette e mi incammino nel bosco. Un mondo incantato, fatto di alberi e neve sofficissima, rovinata dalle impronte del mio passaggio. Poi arrivo in un grande prato in pendenza, è tutto completamente bianco, salgo affondando fino a mezzo polpaccio, qualche foto, la neve cade e bagna lo schermo del telefono. Lo metto via e mi godo qualche istante di quel fantastico mondo ovattato, ma è ora di scendere.
Ecco, non è necessario scalare le più alte montagne per essere un vero montanaro, basta semplicemente saper apprezzare la montagna in ogni sua forma e abbandonare la propria “comfort-zone”. Ed è così che ci si sente vivi.