La festa della Giöbia: una tradizione che non muore

Usanza tipica bustocca tramandata di padre in figlio:

Il falò della Giobia

Ultimo giovedì di gennaio: ogni anno a Busto Arsizio torna l’immancabile appuntamento della “Giöbia”.
La festa fa parte anche della tradizione Bosina anche se, a Varese, è una ricorrenza destinata alla donna, che viene omaggiata per la sua cura e la sua dedizione nei confronti della famiglia.

La Giöbia, invece, a Busto Arsizio è il simbolo dell’inverno e dei suoi problemi che vengono bruciati perché possa arrivare la nuova stagione. Viene infatti rappresentata da una vecchia fatta di paglia e ricoperta di stracci.

Il giovedì sera innumerevoli falò illuminano il cielo di Busto Arsizio: sono vari fantocci che rappresentano personaggi politici, sociali e culturali. Ogni quartiere il suo falò, tutti i bustocchi sono esortati ad assistere.

Bambini, giovani, adulti e anziani sono invitati a gustare un piatto fumante di risotto con la “luganiga”  (la salsiccia), accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso, in piazza San Giovanni, una delle piazze principali della città; in alternativa polenta e bruscitt, il piatto bustocco per eccellenza cucinato dallo storico macellaio Gianfranco Piran, esperto nell’esecuzione della ricetta. A seguire le chiacchiere, tipico dolce del periodo invernale.

Il piatto tradizionale di Busto Arsizio

Tale tradizione si mantiene anche all’interno delle scuole: fin dall’asilo i bambini partecipano al rogo della Giöbia preparata insieme alle loro mamme e alle loro maestre.

Personalmente sono favorevole al mantenimento di quest’usanza, ogni anno mi entusiasma e mi emoziona molto vedere tutti i cittadini uniti quasi come una famiglia da una tradizione destinata a sopravvivere per sempre.

Matteo Giorgetti

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