Come si può definire un’intelligenza artificiale? Di cosa è capace? In che modo le intelligenze artificiali ci circondano?
Di tutto questo si è parlato all’Edith Stein di Gavirate la mattina di sabato 16 marzo, durante la conferenza tenuta dall’ex studente del liceo scientifico dell’istituto, Diederik Moeys, che ora lavora a Zurigo come designer di microchip.
Cosa sa fare un’intelligenza artificiale?
Un’intelligenza artificiale è caratterizzata dalla capacità di eseguire, riconoscere e creare.
Negli ultimi quindici anni si erano riuscite a creare delle macchine che sapevano solo eseguire e riconoscere.
Per spiegare il concetto, si può prendere l’esempio delle porte automatiche: riconoscono che c’è un corpo, senza identificarlo, e si aprono.
Dalle porte automatiche si è arrivati alle automobili che si guidano da sole, ovvero macchine che non solo capiscono che c’è un corpo, ma lo sanno anche riconoscere.
Negli ultimi anni si è arrivati a creare delle macchine capaci di creare musica, foto e persino discorsi.
Il caso più conosciuto che riguarda l’ultimo punto è Sophia, il primo robot ad ottenere la cittadinanza di un qualsiasi stato. Quest’ultima, infatti, ha ricevuto la cittadinanza dell’Arabia Saudita.
Sophia è un robot che sa intrattenere conversazioni, anche abbastanza complesse, e ha la capacità di esibire più di cinquanta espressioni facciali.
Le intelligenze artificiali, ormai, ci circondano in numerosi modi, specialmente nei nostri telefonini e computer.
Si può dire che in un certo senso noi dipendiamo dalle intelligenze artificiali.
Cosa ne pensi, Siri?
Aurora Baldassarra
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