Marianne Vos: una vita tra bici, gatti e tulipani

Ero attratta dalla libertà: intervista di famiglia alla campionessa di ciclismo Marianne Vos

Domenica 24 marzo il podio del Trofeo Binda di Cittiglio si è tinto di arancione e innaffiato di spumante, regalo degli sponsor che le tre vincitrici hanno spruzzato su giornalisti e fotografi affollati sotto al palco: uno scherzo da ragazze, una piccola vendetta per il loro (nostro) naso lungo.

Marianne Vos, 31 anni, decima corsa in gara e quarta vittoria a partire dal suo debutto al trofeo avvenuto nel 2009, ha riconfermato il primato nordeuropeo nel velosport, paesi dove, si dice, imparino prima ad andare in bici e poi a camminare.

« Ho iniziato a 5 anni», racconta la ciclista in un inglese pressoché perfetto. La trovo sudata e sorridente accanto al van della CCC-Liv, il team per cui corre, mentre firma delle borracce. «Era la mia prima bici. Più andavo avanti, più sacrifici mi venivano richiesti, ma non mi sono mai fermata: ero attratta dalla libertà che la bicicletta mi dava. Di sicuro non avrei mai potuto immaginare di arrivare a questi livelli» (Ride).

Mi dice che le piace l’Italia (soprattutto il cibo) e che questo premio conta molto per lei, che vincerlo per la quarta volta è stato un onore.

Non lontano dal pullman della squadra è parcheggiato un camper dall’aria vissuta: a bordo c’è sua mamma, la sua fan più grande.

Accanto a lei, noncurante della gente, come se si trovasse in un orto di tulipani in Olanda e non a una gara internazionale, ronfa il gatto di Marianne. In fondo, è abituato: nemmeno lui si perde una gara della sua stellare padrona. «Si chiama Sjekkie» mi spiega la signora Vos « in olandese significa sigarette rollate a mano, perché il cognome della famiglia che ce lo ha regalato è Tabak, tabacco.»

Marianne con il gatto Sjekkie

Anche il fratello, che l’ha introdotta al ciclismo, fa parte del team di supporto: è fotografo sportivo professionista, sempre pronto ad immortalare le vittorie della campionessa di famiglia.

Marianne Vos fotografata dal fratello Anton

Prima di andare, Marianne mi concede una foto e mi promette di tornare l’anno prossimo.
Mentre me ne vado, penso che di Marianne ce ne siano due: la dolce ragazza della porta accanto, amante dei gatti e della buona cucina e la spietata, invincibile amazzone in sella.

Arrivederci, olandese volante!

Elisabetta Cattalani

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