Dagli antichi greci ai giorni nostri: la forza della retorica, l’arte di saper convincere

L’8 febbraio è la giornata mondale della lingua greca, quest’anno, per questa occasione, il liceo Classico E. Cairoli di Varese ha proposto agli alunni una conferenza a cui è stato invitato anche Franco Montanari, illustre grecista e filologo classico nonché uno degli autori del dizionario di lingua greca GI.

Quando il preside Salvatore Consolo lo ha invitato sul palco, Montanari si è commosso nel vedere quanti ragazzi studiassero il greco. Nonostante ormai sia una lingua morta e definita inutile da molti, sono innumerevoli i giovani che continuano ad appassionarsi e a studiarla. Il signor Montanari ha esordito dicendo di non voler annoiare parlando delle tecnicità della lingua e ha intrapreso un discorso sulla retorica, oggi intesa con una connotazione negativa ma che in realtà rispecchia l’arte del sapere formulare un discorso persuasivo.

Commuovendosi nuovamente per l’amore innato per questa lingua e i suoi patriarchi Montanari, ha spiegato che la retorica è la storia di naufragi e perdite di documenti per questo non abbiamo molti scritti a proposito di questa arte: il primo risale al V/IV secolo a. C. e tratta di economia.

Quella che ricorda con più fervore è la retorica di Aristotele, che tratta la storia dei cittadini siciliani che tramite quest’arte argomentavano le proprie ragioni per avere più diritti.

Montanari spiega che la retorica è saper usare bene la lingua greca, ovvero sapere il significato corretto delle parole la giusta pronuncia nonché la correttezza della combinazione tra due parole.

Nella retorica è fondamentale lo stile ovvero saper usare in modo convincente la lingua così da organizzare il discorso in modo da convincere e avere successo.

Una lezione interessante che insegna come siano potenti le parole sin dall’antichità usate per convincere, persuadere, manifestare le proprie idee e i propri pensieri, oggi purtroppo si è persa quest’arte e ha anzi assunto una connotazione negativa quasi ironica.

Per concludere l’intervento, quaranta ragazzi greci, invitati per l’evento, hanno rappresentato una commedia greca parlando nella lingua da molti ritenuta inutile e che invece è la madre della libertà di parola.

Alla fine della mattinata sorge spontanea una domanda: è davvero così inutile la retorica? Sono giunta alla conclusione che no, non è per niente indifferente, anzi è l’ingrediente fondamentale che permette ai nostri pensieri di prendere vita e lasciare un segno incisivo nelle persone che ci ascoltano, permettendogli di capire il nostro punto di vista. L’arte della persuasione oggi viene utilizzata da chiunque, dalle mamme che spazientite persuadono i propri figli a mettere in ordine la loro camera, dagli avvocati che persuadono i giudici a credere nell’innocenza del proprio assistito, dalle nonne che cercano per anni di convincere i nipoti che le verdure siano davvero buone. Forse il greco non è inutile come si crede, forse lo utilizziamo senza accorgerci tutti i giorni e non possiamo farne a meno.

Valentina Gelati

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