Le ceramiche di Mario Donadio sono un abbraccio alla terra, all’arcadia perduta, alle radici che si possono tagliare. Attraverso le sue sculture Mario Donadio ripercorre il cammino necessario per ricostruire l’identitá perduta, un’identità difficile da ricomporre in un mondo distratto, frastornato e frastornante…
Le sue opere mettono a fuoco il bisogno di un abbraccio, la necessità di fermarsi o meglio di riprendere i ritmi e le cadenze, il coraggio di guardarsi attorno e di scrutare, nel tempo piú prossimo, con occhi attenti e pazienti, i lidi dove approdare.
Sono questi i percorsi della ricerca condotta dall’artista tra i frammenti della memoria.
I suoi personaggi non appartengono al post-moderno, sono di un altro mondo, forse appena conosciuto, che vuole confrontarsi con il presente prima che se ne perdano definitivamente le tracce.
Anche la scelta di lavorare la ceramica per Mario Donadio non è solo un mezzo, bensí un messaggio.
Lavorare la “terra” per creare, partendo cioè dalla materia piú semplice ma anche piú bella, è un modo per riprendere il contatto con ció che è piú naturale e riconoscerne l’appartenenza.
Le sue figure, cariche di una quotidianità toccante, non si perdono in storie inutili, al contrario sono spoglie di qualsiasi vanità, per essere il piú possibile essenziali.
E nell’essenzialità traspaiono i valori ed i messaggi che sono i lineamenti della figura dell’artista; un individuo capace di comprensione e di solidarietà, che ama la libertà e il suo lavoro.
Tino Sartori