——–“Si comincia col “caso” del Maestro di Campodonico, uno dei maggiori artisti del trecento, con Giotto e dopo Giotto, di cui non si sa nulla, del quale rimangono frammenti di affreschi, ma di tale altezza e con tali fremiti di vita morale, attraverso quei colori fatti di luce, da renderci davvero attoniti nel vedere come, già alla metà del trecento, un artista potesse sentire i valori e le possibilità del rapporto luce e colore in quel modo altissimo.”
Pietro Zampetti, Gentile e i pittori di Fabriano, 1992 Nardini Editore