Pier Paolo Pasolini, frammenti dal poema RIFACIMENTO DE “L’ORTODOSSIA”
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Nacqui storpia e per questo mendicai;
l’ortodossia è il mio pane-
E’ su me che le Autorità ripongono le loro certezze:
mi additano: eccoli, i poveri!
E io non guardo nemmeno, o non capisco.
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Dal 1945 in poi, io non vidi mai in nessuno
una vera volontà di rivolta.
Tutti attendevano come Kavafis la discesa dei barbari.
Naturalmente ci furono i capri espiatori di questa attesa.
Naturalmente i barbari non discesero;
così nessuno distrusse mai nessuna Chiesa, dal 1945 in poi.
Ci accusammo gli uni cogli altri
(lei lo sa): ma chi mai ebbe un reale e disinteressato amore
per la eresia; una eresia senza scopo; puramente inventrice-
No, no, ognuno cercava la VERA ORTODOSSIA,
in questo consisteva dapprima la sua inquietudine,
poi la sua rivolta ai poteri-
L’eresia era evangelica, sì, era un ritorno alle origini,
alla purezza perduta;
ne nacquero un’infinità di colpevoli, di impuri, di intoccabili;
l’analisi del loro comportamento e la condanna furono spietate
………
Qui stanno costruendo un’altra Chiesa, se non mi sbaglio.
Ah barbari, unici amici miei,
nessun uomo di Chiesa ha mai distrutto una Chiesa;
la lotta è sempre stata tra l’ortodossia vecchia e quella nuova-
Questo mi dispera, e mi tiene fuori dal gioco.
15 aprile 1970 –
da Pier Paolo Pasolini, Trasumanar e organizzar, Ed. Garzanti 1976