Volterra è una città molto bella, nella Regione più bella d’Italia, e probabilmente molti di voi questa estate passeranno da quelle parti. Però anche se Volterra fosse brutta, basta e avanza la presenza di questa pala d’altare del Rosso Fiorentino (che è una pittura dipinta nel 1521, ma è dipinta come fosse opera recente, quasi “impressionista”) per rendere quasi obbligatoria una visita in quella città.
Nell’ammirare questo capolavoro, lasciatevi trasportare dalla vostra fantasia anche al di là del tema rappresentato e della “narrazione”…..questa può essere una cattedrale, o un volo d’uccelli, o un merletto, o una allegoria, un gioco acrobatico, un raro gioco sportivo, un saliscendi di persone in un palcoscenico, un tornado, un vortice di personaggi, o una vetrata o una misteriosa formula matematica dove le persone sostituiscono i numeri…forse i Tarocchi, o una complessa figura geometrica, una battaglia di direzioni contrapposte, quelli che salgono e quelli che scendono…
Forse è una fine riflessione sulla politica, una instabile stabilità, una anarchia ferreamente organizzata…è una verità teatrale, un fatto che ha voglia di uscire sulla destra ma alla fine preferisce girare su se stesso (cambiare tutto per non cambiare niente?)…..sembra una specie di Vucciria verticale, una vetrina di un negozio ma è anche, nello stesso tempo, una grande nicchia dove dentro succede qualcosa di sacro….ed è tutto congelato nei secoli dei secoli: pare che il corpo di Gesù non arriverà mai terra, è forse condannato a stare a mezz’aria…..è un quadro realista- metafisico dove la pittura è più importante della vita, anche se lì c’è la vita e la gente grida o tace…..forse è un quadro pieno di troppi contenuti che magari generano una specie di rifiuto di pensare, per infilarsi tra gli interstizi e scappare sul fondo……o finire spiaccicati sul fondo (invece di trovare ossigeno e libertà)….forse è un quadro per le gerarchie cattoliche di quel tempo e di questo tempo: una cosa davvero seria ma che lascia abbondante spazio per pensare che non sia seria….E’ un insieme di acrobati che sfilano nella passerella della vita…..o una sintesi delle età e dei generi umani….ma forse qualcuno può anche accendere una candela e chiedere una grazia di fronte a questa opera…..insomma questo capolavoro del Rosso Fiorentino è quello che vi pare, ma è sicuro che le vostre sensazioni ed emozioni si accenderanno e vi arricchiranno la fantasia e la vita…se lo vorrete!
Poi, se vi rimane tempo, semplicemente…guardate come è dipinto questo quadro…guardate i dettagli….pensate che lì c’era un pennello attaccato a una mano, che era attaccata a un braccio e a un cervello! Chi oggi sa far funzionare una mano così?
I più sofisticati possono anche andare a studiare il periodo storico, i problemi sociali e politici del tempo, i desideri veri o apparenti dei committenti e anche la vita e i problemi del Rosso….si apriranno nuovi spiragli di conoscenze e suggerimenti di letture diverse dell’opera, e nuove sensazioni ed emozioni…..
Io di questa pala d’altare ho fatto un piccolo studio ad olio, qua riprodotto, proponendomi un problema: anziché dipingere le figure illuminate su fondo scuro, ho “illuminato” il fondo, creando così una specie di “controluce”…o meglio una luce (nel primo piano) in controluce: in questo modo obbligandomi a ragionare e a modificare la policromia generale e particolare dei singoli soggetti.
LA PITTURA “CANGIANTE” DI ROSSO FIORENTINO (1495-1540)
“….La Deposizione volterrana del Rosso è il caso forse più eminente e suggestivo di un’elaborazione pittorica che ha affinità ma non coincidenza con quella del Pontormo. La critica recente (Kusemberg, Becherucci, Barocchi e altri) ha constatato l’accensione coloristica, l’esasperazione luminosa sulla forma plastica sfaccettata e cristallina e ha percepito in qualche caso la variazione dei colori, accostandola al cromatismo di Michelangelo che le fonti talora indicano col termine di cangiante. Ma nel Rosso non solo ci sono episodi di cangiante ( inteso come graduale variare di un colore in un altro nello stesso campo) ma ci sono soprattutto opposizioni cromatiche di colori complementari.”
(Leoni – Zanobini, Cangiante del Rosso Fiorentino, in “Critica d’Arte”, anno LI, quarta serie, n.10, pag.93, Modena, 1986)
“…..Contro il fondo “levigato e pesante come un incubo di ardesia azzurra” (Briganti), che nella sua uniformità si assimila al fondo d’oro dell’irrealismo medioevale (Becherucci), le forme si profilano come una maglia grandiosa e possente, sintetizzate in placche di colore luminose e scintillanti, che con i loro spigoli taglienti sembrano ritagliate da preziose lastre di pietre dure….”
(E.Carli, La Pinacoteca di Volterra, pag.52, Pisa, 1980)