Intervista ad Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani
Domanda:- “Cosa pensa delle nuove tecnologie applicate alla didattica dell’Arte?”
Risposta:- “Io dico che ognuno di noi possiede due strumenti di altissima tecnologia: sono l’occhio destro e l’occhio sinistro. Due macchine fotografiche a colori infallibili. Tutte e due collegate con un computer prodigioso, il cervello. C’è chi ce l’ha buono, chi meno, ma insomma, mediamente…..
Addirittura questo computer è collegato al cuore, e quindi sa emozionarsi e tutte queste cose insieme fanno la tecnologia.
Uno si mette di fronte alla “Trasfigurazione” di Raffaello usando solo questi strumenti tecnologici, tralasciando gli altri, e se ha occhi per guardare, cervello per pensare, cuore per emozionarsi, capisce tutto”.
Domanda:- ”L’Italia possiede gran parte dei Beni Culturali della umanità, ovvero una ricchezza immensa. Cosa manca all’Italia perché questo straordinario patrimonio produca quella ricaduta economica che tutti si aspettano?”
Risposta:- “Questa domanda è una sciocchezza. Il Patrimonio Culturale della nazione non serve a produrre ricaduta economica- se viene tanto meglio- ma serve a incivilire le plebi, gli zotici, gli ignoranti, come sono gli italiani, anche quelli che sono diplomati, laureati. I Beni Culturali servono a incivilire le plebi, lo scriva questo. Hanno una funzione educativa, i Beni Culturali. La ricaduta sta nell’incivilimento dei cittadini e un cittadino più civile- anche un operaio, un operatore, un agricoltore, un dirigente, un imprenditore- è più bravo. Tutto qui.”
Da: LAVORARE IN PARADISO, Intervista ad Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, in “Arte Dossier” Maggio 2009
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