Caldo, polvere, sudore, filarmonici a pieno volume, un sacco di gente in strada, quasi tutti giovani, grida, confusione, cavalli, automobili, tricicli e tori in questa che è l’inizio delle Feste Patronali di TIPITAPA, un paesone di 20.000 abitanti a 20 chilometri dalla capitale del Nicaragua.
E inizia con un misto di tradizioni spagnole riciclate e adattate a questo tropico di periferia.
I tori dovrebbero percorrere e inseguire la gente lungo la strada principale, ma in realtà sono inseguiti e circondati da una folla con la adrenalina alle stelle e, se possono, scappano dentro i giardini delle case, tra le bancarelle del mercato o, esausti, si appiattiscono spaventati e impotenti sul pavimento.
E allora vengono sommersi, spinti a mani nude dai più scalmanati e poi trascinati con le corde dai cavalli raspando l’asfalto con le ginocchia e la pancia e poi costretti in qualche modo a rialzarsi.
Sfiniti….è uno strazio e una pena terribile.
La cosa è un poco, solo un poco più decente dentro l’arena: il toro è fatto uscire infuriato da un portellone con un coraggioso in groppa, che solitamente viene scagliato a terra in pochi secondi.
Poi decine di “toreri” improvvisati lo circondano, spingono, punzecchiano, gridano….e il toro cerca rifugio in uno dei quattro angoli dell’arena…da dove viene spintonato e trascinato fuori finchè, sfinito, smette di reagire.
Si ferma come inebetito, guardando in faccia alla massa di esaltati…..e non rimane altro che spingerlo all’uscita, per far entrare il prossimo toro infuriato.
Il tutto, sempre, sommersi dal caldo, polvere, sudore, grida, musica a tutto volume e un sacco di gente piena di adrenalina e altro, da tutte le parti.