Per poco mi viene un colpo quando scopro la notizia….ma sarà vera? Io non ci posso credere e mi immagino che sia una provocazione, nella babilonia generale in cui siamo finiti…..
Stiamo parlando di ARTE POVERA, non quella dei mobili e arredamenti, che a volte è anche decente e si vede il lavoro fino, ma di quella sempre indecente e senza mestiere o abilità che passa per essere un movimento d’avanguardia degli anni ’60!.
Io ricordo di aver visitato nel 1961 a Torino la grande Esposizione dei 100 anni dell’Unità d’Italia: era piena di novità, cose, oggetti, invenzioni e marchingegni fantastici che, per me giovanissimo, erano come una grande, miracolosa e magica magìa…..
Poi è sopraggiunta la crisi di quel modello di sviluppo, le proteste, i ritorni all’ordine, le fughe, i crolli delle ideologie, il pensiero unico, il cambio genetico e il mercato globale…..
Tanta Storia è passata sotto i ponti e adesso il “150mo dell’Unità d’Italia “…….e per festeggiarlo si tira fuori ancora e per l’ennesima volta la trita, ritrita e triturata “Arte Povera” con le sue stupidità e furberie….. mi sembra davvero una operazione miserabile!
Dicono perchè l’Arte Povera italiana è famosa nel mondo (negli USA)….ma allora, se questo è il parametro, più famosa è la “MERDA D’ARTISTA” di Piero Manzoni: perchè non esporre quella per festeggiare i 150 anni della Unità d’Italia?
Vi lascio con l’articolo qua sotto, tratto integralmente da ArsLife…sperando sinceramente che la notizia sia una bufala.
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Arte Povera, Povera Arte, Povera Italia!
Riflessione al vetriolo
La notizia che all’Arte Povera verrà dedicata un’ampia serie di mostre che vedranno coinvolti il MAXXI di Roma, la Venaria Reale di Torino, il MaDRE di Napoli, il MAMbo di Bologna e la Triennale di Milano, nell’ambito delle manifestazioni per la celebrazione del 150mo dell’unità d’Italia non è nuova ed è stata già commentata da numerosi e qualificati osservatori di faccende culturali, nessuno dei quali però mi pare, scusate l’immodestia, abbia centrato il bersaglio.
Tutti hanno sollevato obiezioni più o meno pertinenti tipo: è un movimento le cui origini risalgono ad oltre 40 anni fa e quindi non è contemporaneo, ha già goduto e tuttora gode di ampi ed esagerati riconoscimenti, è composto da personalità che hanno condiviso intellettualmente la parte più estremista della ribellione giovanile sessanttotarda e che ora, nell’età degli acciacchi, si attaccano alla poltrona e rivendicano per sé tutti gli onori.
Tutto più o meno vero, come dicevo, tutte condizioni necessarie ma non sufficienti, in quanto il vero punto dirimente, quello che rende veramente offensiva questa scelta, è che l’Arte Povera e tutto il suo brodo culturale di riferimento, sono quanto di più anti italiano possa esistere.
Tutta la loro storia militante non solo è nata e si è sviluppata in opposizione alla tradizione culturale precedente, ma con l’esplicito intento di cancellarla definitivamente rescindendo gli ormai sfilacciati fili che legavano ancora la tradizione figurativa italica alla sua profonda e lunga storia, a favore di una retorica internazionalista che, come un rullo compressore, ha fatto carne trita di tutto quello che incontrava sul suo cammino.
Ora non starò qui a tormentarvi circa i complessi mutamenti linguistici avvenuti nel “fare artistico” e culturale in genere nei Fab Sixteen (per chi ne avesse voglia i cornuti della vecchia arte moderna), ma è indubbio che ogni minimo accenno ad un “ritorno all’ordine” sia stato stroncato sul nascere con terroristico ardore e durezza ideologica dai nostri eroi poveristi che, con pratiche mutuate dalla guerriglia rivoluzionaria, hanno provveduto ad avvelenare le residue sorgenti ancora capaci di irrorare l’ormai disidratato sentimento nazionale.
Bene, se tutto ciò è vero, e lo è, cosa diavolo ha indotto il nostro Ministro della Cultura e il Comitato dei Garanti per le celebrazioni della ricorrenza ad una simile scelta? Forse hanno creduto che essendo l’Arte Povera un movimento internazionalmente noto potesse essere glamour e avere più appeal mediatico? Hanno immaginato che fosse più sexy mostrare quanto poco provinciali siamo celebrando chi con la nostra Storia ci si netta le terga?
Alla faccia dell’egemonia culturale che dovrebbe esercitare gramscianamente la nuova destra, se questa è la difesa del Bello e delle Tradizioni, preghiamo: Signore perdonali perché non sanno quello che fanno.
Scherzavo… abbiamo capito, siete tutto chiacchiere e distintivo, tutto chiacchiere e distintivo…
in punta di pennino
il Vostro LdR ArsLife
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News !!!!!!
Ho appena scoperto che la notizia è vera, e la riporta il sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il titolo “28 gennaio 2010-Unità d’Italia: Nel 2011 cinque musei omaggeranno l’Arte povera”:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/UfficioStampa/News/visualizza_asset.html_1199932903.html
E allora? Forse anche per i Potenti e i Poteri odierni di quella che fu la nostra Bella Italia è valida la riflessione di Albert Einstein:
“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”
IL RE E’ NUDO , PERO’ TUTTI I CORTIGIANI, RUFFIANI E BACIAMANI LO VEDONO SEMPRE VESTITO!
Bé, lo dici tu stesso, ormai sono passati quarant’anni e l’Arte Povera è un classico che più classico non si può: se hai ancora dei dubbi sul fatto che possa essere “vera arte”, ti consiglio di studiare.
Ciao Andrea. Cavoli!non sapevo che in 40 anni si diventa “CLASSICI”….pensavo che ci volesse più tempo!E cosa dovrei studiare in montagne di stracci, sassi e rottami? forse ci sono da studiare i maxi-cataloghi che spiegano questa spazzatura? Come dice Jean Clair:”La vacuità del contenuto, la volgarità e la stupidità della maggior parte degli oggetti presentati erano meno urtanti dell’apparato concettuale che, in catalogo, pretendeva di giustificarne la presenza”