Chi visita CITTA’ DEL MESSICO, prima o poi arriverà sicuramente nella sua piazza centrale, che si chiama ZOCALO e naturalmente visiterà il PALACIO NACIONAL, che è uno dei luoghi turistici più propagandati e famosi della città, perché al suo interno ci sono le celeberrime Pitture Murali di DIEGO RIVERA.
Però quasi nessuno sa che a pochi passi dal Palacio Nacional, uscendo, sulla sinistra, nel primo grande edificio che si incontra, che è il PALACIO DE LA SUPREMA CORTE DE JUSTICIA, ci sono gli affreschi di JOSE CLEMENTE OROZCO: non ci sono indicazioni, non sono segnalati in nessuna guida turistica, non esistono quasi riproduzioni di queste opere in internet , eppure sono capolavori del pittore più importante dell’America Latina del XX secolo…..
Purtroppo in questo periodo non ho nemmeno a disposizione le fotografie che ho scattato negli anni ’80, ma prometto che le pubblicherò in un prossimo futuro….mi dicono che oggi i controlli sono severissimi e a nessuno è più permesso di scattare fotografie!.
Orozco qui dipinse tra il 1940 e 41 quattro pitture murali con la tecnica dell’affresco ai lati della scala di entrata e sulla parete di fondo dell’atrio che sono una sintesi delle sue tematiche preferite: la giustizia e le lotte sociali.
Rispettivamente troviamo:
Sopra la scala dell’ingresso principale un affresco intitolato “Lotte Proletarie” o “Il movimento sociale dei lavoratori” con una visione apocalittica ed eroica.
Sulla destra e sulla sinistra dell’atrio di ingresso due affreschi intitolati “L’Ingiustizia”, dove la Giustizia reale convive con il crimine e la corruzione, mentre la Giustizia ideale dorme nel suo trono (e questo è il fatto eccezionale di queste opere, dove la Giustizia viene duramente criticata proprio nella sua casa principale della nazione messicana).
Sul fondo dell’atrio di ingresso si trova l’ultimo affresco, intitolato “Le ricchezze nazionali”, dove sono rappresentate le risorse naturali come il petrolio e l’oro, protette da una tigre avvolta nella bandiera del Messico, simbolizzando la coscienza nazionale.
Appena Orozco terminò di dipingere questa audacissima critica al sistema giudiziario proprio sulle pareti della Corte Suprema di Giustizia successe il finimondo….: naturalmente l’opera non piacque né ai magistrati, nè ai ministri, né ai funzionari del governo di allora, e ci furono tremende proteste. Addirittura la rivista Time, in un suo articolo sulle proteste, esigeva che queste pitture murali fossero distrutte.
Però nel 1941 José Clemente Orozco era già famosissimo, e alla fine nessuno si è azzardato a toccare queste opere, che esistono tuttora, e che si possono visitare nei giorni feriali in orario d’ufficio…..non sono state distrutte, ma nemmeno sono divulgate…..vivono così, mezzo nascoste…..come un caso assolutamente unico ed irripetibile, credo, a livello mondiale.