All’inizio del 1980 sono finalmente riuscito a conoscere Ettore de Conciliis e il “Centro di Arte Pubblica Popolare” di Fiano Romano e, verso la seconda metà degli anni ’80 a fare un viaggio a Cerignola, in Puglia, per vedere l’ormai suo famosissimo monumento pittorico a Giuseppe Di Vittorio.
Per riuscire a capire l’importanza di questo strano dipinto tridimensionale a Di Vittorio nella Storia dell’Arte italiana, bisogna ricordare che la grande epoca della Pittura Murale in Italia (con Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Raffaello, Michelangelo ecc.) finisce nel 1700 con la famiglia dei Tiepolo.
Poi c’è l’800 con tutta la pesante e retorica pittura accademica, a volte di grande capacità esecutiva, come in Aristide Sartorio ed esempi sporadici e interessanti di muralismo di grande livello come in Gaetano Previati e i divisionisti e, solo a partire dal 1930 si ha una vera rinascita della Pittura Murale con Sironi, Cagli, Funi, Campigli, Severini, Gajoni ecc.
Poi, a partire e sulla spinta ideale del ‘68 esplode il muralismo popolare in Sardegna e in varie città d’italia con personalità trainanti, come Felice Pignataro a Napoli. Si sviluppa anche una Pittura Murale di grande qualità come le opere realiste/surreali di Aurelio C. a Valenza Po, Carpi, e poi in Nicaragua e Guatemala ecc. e poi, dal 1970 inizia ad operare, come abbiamo detto, il “Centro di Arte Pubblica Popolare” di Fiano Romano, con l’intervento e l’appoggio esplicito dei più grandi intellettuali e artisti di quel periodo.
E’ importante ricordare che in quegli anni in Italia si danno due eventi di importanza fondamentale:la prima grande mostra personale di DAVID ALFARO SIQUEIROS a Firenze nel 1976 in Orsanmichele e a Palazzo Vecchio e la prima mostra personale di JOSE CLEMENTE OROZCO a Siena nel 1981, entrambe organizzate dallo storico dell’Arte Mario De Micheli.
A parte “la stupefacente violenza pittorica del Padiglione Messicano nelle Biennale di Venezia del 1950, che presentava i “quattro grandi”: Jose Clemente Orozco, Diego Riviera, David Alfaro Siqueiros e Rufino Tamayo.per la prima volta” ma che non produsse nell’Arte Italiana praticamente quasi nessun sussulto di Arte Pubblica, a ridosso e come conseguenza del ’68 queste due mostre a Firenze e Siena furono quelle che motivarono le nuove generazioni ad attualizzarsi sui nuovi concetti, metodi e tecniche della Pittura Murale moderna.
Il Movimento Muralista Messicano è stato indubbiamente, nel mondo occidentale, il fenomeno artistico più importante del secolo scorso, non solo per il livello altissimo delle opere realizzate, che possono essere comparate ai capolavori di Giotto, di Masaccio o Piero della Francesca, ma anche per le teorizzazioni metodologiche, tecniche e concettuali che hanno attualizzato il cammino interrotto nel 1700 con le acrobatiche visioni del Tiepolo.
Io ho iniziato i mie primi esperimenti in questo senso nel 1971 con le opere nella Chiesa Parrocchiale di Oggiona, poi nel Salone Mensa della ditta FICEP di Gazzada nel 1975 e finalmente la Cupola di Lonate Pozzolo nel 1982, che ha aperto il decennio di lavoro quasi esclusivo di didattica e produzione d’Arte Pubblica in Italia e America Latina.
Erano anni ormai che ci pensavo a questo viaggio a CERIGNOLA, e solamente dopo l’inizio del nostro Progetto della nuova SCUOLA NAZIONALE DI ARTE PUBBLICO-MONUMENTALE (ENAPUM-DAS) a Managua, Nicaragua, mi sono deciso.
Dovevo vedere questa opera, realizzata nel 1975 dai pittori “Centro di Arte Pubblica Popolare di Fiano Romano”, perché era una delle poche in Italia dove erano stati applicati alcuni principi metodologici fondamentali del muralismo moderno, sperimentati e teorizzati in Messico principalmente dal maestro David Alfaro Siqueiros.
Parliamo di INTEGRAZIONE PLASTICA, cioè del superamento del divorzio tra le tre Arti Plastiche fondamentali: Pittura, Scultura e Architettura e re-integrazione con l’intorno pubblico e urbano.
Parliamo di POLIANGOLARITA’, cioè del libero movimento dello spettatore e delle conseguenti infinite deformazioni ottiche che attivano un meccanismo dinamico espressivo dell’opera d’Arte…deformazioni che alludono al fenomeno che D.A.Siqueiros definiva MURALISMO CINEMATOGRAFICO.
Parliamo di ARTE PUBBLICA, cioè di un metodo creativo democratico che coinvolge la partecipazione del pubblico fin dalle prime fasi progettuali dell’opera.
Parliamo infine di MATERIALI E TECNICHE della industria moderna, il cui utilizzo, diceva David Alfaro Siqueiros, avrebbe suggerito nuovi stili e nuove forme per un’Arte Plastica del futuro.
Oggi sappiamo che i prodotti dell’industria moderna sono spesso inadeguati per le Arti Plastiche, perché concepiti secondo l’ottica del massimo lucro possibile, invece che per una durata massima nel tempo.
Il caso del Monumento di Cerignola, per esempio, presenta problemi di contaminazione nella struttura dei supporti pittorici (amianto), proprio per il carattere sperimentale con cui erano stati concepiti negli anni ’70. Ma sono problemi che, una volta individuati, si possono sicuramente risolvere.
Più di mille chilometri di strada e, arrivati a Cerignola e, con grande sorpresa, ci siamo ritrovati la piazza dove esisteva il Monumento a Di Vittorio completamente chiusa e stravolta dai lavori, dicevano, per costruire un parcheggio sotterraneo.
Il Monumento era sparito e il “parcheggio” ci è sembrato subito un pretesto allo stile “politichese”.
Ed effettivamente il Monumento non era stato smontato con la doverosa perizia tecnica, ma volgarmente distrutto e fatto a pezzi: ennesimo esempio di stupidità dell’Italia alla deriva.
Giuseppe Di Vittorio è stato un faro luminoso dell’Italia che poteva essere.
E’ stato colui che ha affermato come centrale il valore sociale e culturale del lavoro, come base fondamentale di civiltà.
Oggi in Italia il lavoro viene disprezzato dalle Istituzioni dello Stato e, logicamente, la memoria di Giuseppe Di Vittorio e il Monumento di Cerignola sono stati smantellati.
Ci sarà qualche speranza di raccogliere i pezzetti rimasti e ricostruire il Monumento?
Chissà.
Per il momento un un gruppo di giovani di Cerignola ha aperto in Facebook il sito “SALVIAMO IL MURALE DI G. DI VITTORIO !!!”…….diventarne membri può aiutare.
Altre notizie su GIUSEPPE DI VITTORIO e sul Monumento Pittorico di CERIGNOLA in questi Link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Di_Vittorio
http://www.fondazionedivittorio.it/
http://www.casadivittorio.it/biografia.html
http://www.casadivittorio.it/murale.html
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=381648&IDCategoria=11
http://www.lanotiziaweb.it/archivio/2347#more-2347
Grazie Michilini, finalmente un’attenta sottolineatura del valore artistico e culturale dell’opera, che si somma ovviamente al valore sociale e politico dell’uomo a cui è dedicata.
un caro saluto
Giovanni
ps con gli amici della “Fabbrica di Nichi” di Cerignola sto organizzando un incontro pubblico (prob. a gennaio) per ‘raccontare’ con testimonianze e immagini quest’opera e la sua travagliata storia, invitando anche De Conciliis e Rocco Falciano. Se interessato a partecipare manteniamoci in contatto. Credo sia utile la presenza di chi prosegue nel percorso di un’arte pubblica.
Continuiamo ad insistere per il recupero: secondo me il nostro monumento è di interesse mondiale per la grandezza morale,civile,politica e storica di Giuseppe Di Vittorio.
Grazie Giovanni e Costantino. Mi sarebbe piaciuto partecipare all’incontro, ma credo che sia impossibile: vivo in Nicaragua in “esilio volontario”. Mantenetemi comunque informato degli avvenimenti. Saluti e buon lavoro a tutti.
Non ti fermare Giovanni. Fammi sapere cosa posso fare.
Uu caro saluto. Anselmo botte
la dittatura dell’ignoranza,prevede anche la rottamazione delle intelligenze e della capacità critica, l’autorevolezza di Giuseppe Di Vittorio non è un valore per gli autoritari berluscones ma… chi non ha memoria non ha futuro..recuperiamo il murale.buone cose.franco
Stiamo contribuendo anche da Torino a che la memoria di questo ” cafone” universale torni ad essere la bandiera della cività della cultura, delle democrazia, del mondo del lavoro,simbolo del riscatto delle nuove e future generazioni.Con l’augurio che Cerignola degna sua Patria torni a far garrire la bandiera dei diritti dei lavoratori e si tramandi alle nuve generazioni la cultura del lavoro e della solidarietà. GRAZIE PEPPINO GRAZIE CERIGNOLA
A PEPPINO DIVITTORIO
E’ terra arsa, è terra fatta amara.
Questa mia terra antica ed orgogliosa
ch’è fatta serva dai baroni infami
che voglion solo un signor … gnor si.
Sempre miseria fame e bastonate
ai figli della terra , senza mai pane
e poi trattati a servi della gleba
senza il diritto di stabilire un prezzo
senza contratto per rendere più merce
la propria stima la propria dignità.
Occorre ribellarsi alle bestialità !
all’arroganza, dei grandi proprietari
dalla violenza, dalla povertà,
da questa fame ingiusta e senza senso…
IO QUI LO GIURO .. CHE SINO A QUANDO
AL MONDO SARO’ VIVO
NESSUNO PIU’ DOVRA’ SOFFRIR
LA FAME CONTRO IL POTERE E
LA SOPPRAFFAZIONE
LOTTA PER SEMPRE E PER L’UNITA’
Come ti chiami pezzo di pezzente come ti permetti
alzar la tua voce, davanti a un conte di regia discendenza!?
SONO UN CAFONE MI CHIAMO
DI VITTORIO MA SON MODESTO
CHIAMATEMI PEPPINO
E quan’è cre tutt fatichè
PUBBLICATO DA MORFEO A 10:15
UN NODESTO OMAGGIO AL PRIMO VERO ITALIANO
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