Chi è, cosa dice e cosa fa un vero Maestro?
Evidentemente non insegna………diceva il saggio Lao Tsu: “Chi sa fa, chi non sa insegna” ….
E allora, se il vero Maestro non insegna, che cosa fa?
Qua propongo tre riflessioni di tre veri e grandi MAESTRI: un “messaggio ai discepoli” di Friedrich Nietzsche; una canzone di Paolo Conte e uno scritto “a un giovane pittore” di Antonio Luigi Gajoni
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…”Adesso, cari discepoli, proseguirò da solo il mio cammino! Andate anche voi, soli, per il vostro! Questa è la mia volontà. Il mio consiglio è che vi allontaniate da me e che mi evitiate; e ancora di più, che vi vergogniate di me, perché chi lo sa se vi ho ingannati. L’uomo che possiede conoscenza non solo deve saper amare i suoi nemici, ma deve anche saper odiare i suoi amici. Ricompensa male il suo maestro colui che vuole continuare ad essere sempre il suo discepolo. E perché voi non distruggete la mia corona? Voi mi venerate, ma se un giorno crolla la vostra venerazione? Attenti di non rimanere schiacciati dalla mia statua!..(…)….Voi siete miei credenti, però: che importanza hanno tutti i credenti? Incontrerete me prima di aver cercato voi stessi. E’ quello che succede a tutti i credenti, per questo vale poco la loro fede. Adesso vi chiedo che vi scordiate di me e che incontriate voi stessi, e ritornerò a stare con voi solo quando tutti abbiate rinnegato di me”…..
FRIEDRICH NIETZSCHE, Hecce Homo, Ed.Mestas 2008 Madrid
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“Il Maestro è nell’anima
e dentro all’anima per sempre resterà
viva lei, bella e martire,
che tutto quello che le chiede gli darà
niente di più seducente c’`e
di un’orchestra accitata e ninfomane
chiusa nel golfo mistico
che ribolle di tempesta e libertà
turbinando nel vortice
dove spariscono i paesi e le città
nel miraggio di quei semplici
e di quei soliti che arrivano fin là
per vederlo dirigere
con la perfidia che scudiscia ogni viltà,
il maestro è nell’anima,
e dentro all’anima per sempre resterà”.
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ANTONIO LUIGI GAJONI, scritto inedito:
”Dono ad un giovane pittore” è uno scritto del grande Maestro ANTONIO LUIGI GAJONI, inedito, importantissimo, probabilmente del 1919.
Quelli erano anni in cui i Pittori dipingevano e la Pittura era ancora un linguaggio umano e non ancora “desaparecido” (fatto scomparire) dai poteri e dai potenti della terra.
E’ uno scritto serio, profondo, meticoloso e in alcune parti abbastanza difficile da capire, proprio per la oscura situazione e l’analfabetismo pittorico che stiamo vivendo oggi, e perciò va letto con la dovuta maturità, umiltà, attenzione e senza i pregiudizi frivoli e/o i filtri politici della cosidetta “Arte Contemporanea”…può ancora essere attuale e insegnare parecchio ai giovani.
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Sono considerazioniche che non hanno nulla a che vedere con le grandi botteghe d’arte italiane, dove i pittori erano maestri- insegnati, intellettuali, poeti eccc:facevano insegnando.Cantieri di insegnamento.Sono legato alla cultura del fare, insegnando.Ma in arte ci sono più regole , per cui uno può fare quello che vuole, molti oggi considerati artisti grandi, non insegnano ma è meglio così.
Insegnare è diventata una professione, spesso ripetitiva e, nelle Arti, quasi sempre slegata dalla produzione. E qui sorge il problemone….si è concretizzato ciò che Lao Tsu prevedeva:…”chi non sa insegna”. I Maestri trasmettevano conoscenze e saperi….forse il problema sta proprio qui: insegnare “certezze” o trasmettere esperienze e saperi…..Scuole o Botteghe….
So occidentale e l’esperienza è delle antiche botteghe.