Ci racconta l’amica di Picasso, Gertrude Stein, che il maestro “diceva che sarebbe stato meraviglioso se fosse venuto un ladro vero a rubare i suoi quadri o i suoi disegni”.
Era il 1914 e Picasso era ancora poco conosciuto. Forse pensava che un furto gli avrebbe dato una certa pubblicità gratuita.
Ai miei tempi succedeva per esempio che un certo pittore si facesse chiudere nella torre di Palazzo Vecchio, e si sapeva di altri che si erano fatti incatenare ai monumenti e…insomma, qualsiasi cosa per farsi notare. Generalmente erano modi piuttosto ingenui e in un certo senso dignitosi. Oggi si preferiscono la corruzione o le trovatine scandalose dell’”Arte Contemporanea”.
Ad ogni modo, sta di fatto che poi Picasso fu derubato per davvero.
Continua la Stein: “Gli amici, certo, qualche quadro lo prendevano, di tanto in tanto, lo rubavano, se preferite lo arraffavano, ma un ladro professionista, un ladro di professione, quando Picasso non era proprio uno sconosciuto, gli fece visita e preferì prendersi la biancheria”.
Non sappiamo come reagì Picasso, ma ci immginiamo con grande delusione.
Picasso viveva a Montparnasse, appena trasferito da Montmartre, due quartieri della periferia parigina allora abitati da gente poverissima, disoccupati, lavandaie, artigiani, spazzini, prostitute e malfattori. E si sà che nelle periferie urbane povere c’è spesso anche il furto diffuso o “democratico”.
Qua in Nicaragua, per esempio, non esiste la parola RUBARE. Qua si dice PERDERE. “Mi hanno rubato un libro” si dice “Me perdieron un libro”…forse per non drammatizzare troppo su di un fatto quasi “naturale” e indubbiamente necessario.
Qui a Managua si vive probabilmente quasi come nei primi del ‘900 a Montmartre e a Montparnasse e a differenza di Picasso io spero che non rubino i miei quadri o disegni. Sono onestamente molto preoccupato per questo.
Ma la cosa è irrilevante, perchè io e Picasso sappiamo che se arrivano dei ladri professionisti, quello che ci porteranno via sarà solo la biancheria.
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Gertrude Stein, “PICASSO” Ed.Adelphi, Piccola Biblioteca, Milano 2007