Antonio Carneo è mio compaesano, nato a Concordia Sagittaria nel 1637 e morto tra stenti e miseria a soli 55 anni a Portogruaro nel 1692 (due città appartenenti all’antica “Patria del Friuli”, e oggi annesse alla Provincia di Venezia).
Ha vissuto e lavorato per tutta la vita principalmente a Udine, ed è forse, insieme al Pordenone, tra i più grandi geni pittorici che abbia dato il Friuli, questa nostra ancora oggi bella regione del nord-est dell’Italia.
A Besnate, a due passi dall’Aereoporto Internazionale della Malpensa, nella Chiesa Parrocchiale di San Martino si trova uno dei due unici capolavori autografi di Antonio Carneo, la pala d’altare “San Tommaso dispensa la carità ai poveri”, firmata “ANTO.CARNEVS VTINENSIS FACIEBAT”.
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E’ stata realizzata per la chiesa di Santa Lucia a Venezia e attualmente si trova in questo piccolo paese della Provincia di Varese, che è Besnate, appunto.
Ma come ci è arrivata a Besnate questa grande e preziosa tela ad olio del Carneo?
Pare che la chiesa e il convento di Santa Lucia a Venezia siano stati chiusi nel 1772 e queste proprietà passarono alle monache francescane di San Nicolò. Poi, nei primi anni del 1800, con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi e con la relativa requisizione di tutti i beni culturali che divennero beni demaniali, l’opera arrivo’ all’Accademia di Brera a Milano e venne poi assegnata alla Chiesa di Besnate secondo la prassi che assegnava alle chiese povere… “i quadri di 3° e 4° classe” . Altra versione è quella che a Besnate “la tela era confluita nel 1887 come dono della signora Giuseppina Vigano Roux”….chissà.
Ad ogni modo, l’opera è da vedere, e una scappata a Besnate vale proprio la pena.
Si tratta di un lavoro eseguito evidentemente con una certa “libertà”, dovuta quasi sicuramente al fatto che il Carneo operava in periferia, e fuori dai rigidi controlli della Santa Inquisizione, il cui manuale operativo “ Malleus Maleficarum” (Il martello delle streghe) era all’epoca pienamente vigente e i pittori non in linea o con protettori deboli venivano arrostiti vivi.
E’ risaputo che Antonio Carneo aveva uno spirito ardente, impetuoso e appassionato, e la sua pittura riflette queste caratteristiche, sia nel colore vivace che nelle acrobatiche composizioni, dove predomina l’elemento naturalistico e, d’altra parte, Carneo amava la Pittura e amava dipingere. I soggetti erano puri pretesti per dipingere, e solo ai poveri, agli umili e ai diseredati prestava una particolare attenzione e predilezione pittorica.
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Udine, in quel tempo, presentava le condizioni idonee per un lavoro appartato e lontano dai dogmi accademici e le protezioni di conti e mecenati erano sufficienti a Carneo per poter esprimersi liberamente, con pennellate veloci e naturalisticamente istintive.
Il suo punto di partenza sono stati i grandi coloristi veneti del tardo cinquecento e, naturalmente i suoi contemporanei, pero’ con una attitudine piuttosto staccata e indipendente…quell’atteggiamento che comunemente si definisce “antiaccademico”: era un pittore estremamente colto e sensibile rispetto alle suggestioni artistiche e culturali del tempo, pero’ la sua ricerca si inclinava piuttosto verso i modelli rustici e veristici, che rappresentava con questa pittura densa e corposa ben visibile nella pala di Besnate.
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Ma questa pala d’altare è anche una vera enciclopedia di informazioni storiche e suggestioni interpretative che superano l’asse menzionato Friuli-Venezia-Lombardia, per coinvolgere la Spagna, L’America Latina e le origini dello stesso sviluppo moderno dell’Europa, e per questo la suggeriamo come soggetto di studio per le scuole e le Università in generale, con particolare enfasi per i Licei Artistici della Provincia di Varese
Innanzitutto chi è il “San Tommaso” che “dispensa la carità ai poveri”….
– E’ nientemeno che il religioso spagnolo Tommaso da Villanova, consigliere e confessore di Carlo V, re di Spagna e sovrano del Sacro Romano Impero. Tommaso da Villanova è stato nominato Arcivescovo di Valencia nel 1544, morì nel 1555 e fu nominato Santo nel 1658. E Antonio Carneo dipinse questa pala d’altare intorno al 1680, cioè solamente 22 anni dopo la proclamazione del santo.
E allora, perchè Tommaso da Villanova, intimo dell’Imperatore più ricco e potente del mondo di allora, aveva bisogno di distribuire l’elemosina ai poveri di Spagna, se nella Spagna arrivavano tutte le ricchezze rubate in America Latina e che hanno permesso lo sviluppo delle manifatture e prime industrie e quindi lo sviluppo moderno di tutta l’Europa…..
– Perchè il famigerato Carlo V d’Asburgo, re di Spagna e del Sacro Romano Impero, evidentemente non amava la Spagna, non conosceva lo spagnolo e non era nemmeno spagnolo e….come racconta Edoardo Galeano nel suo bellissimo libro “Le vene aperte dell’America Latina”…”governava circondato da un seguito di fiamminghi rapaci ai quali aveva concesso il salvacondotto per far uscire dalla Spagna immense quantità di oro e gioielli ed erano anche ricompensati con titoli di vescovi, arcivescovi, titoli burocratici nonchè i primi permessi per commercializzare schiavi negri nelle colonie americane. Lanciando persecuzioni atroci in tutta Europa, Carlo V prosciugava il tesoro dell’America nelle sue guerre religiose” ecc. ecc tutta una storia truculenta che poi fu seguita da suo figlio FilippoII che….” mise in funzionamento, a scala universale, la terribile macchinaria della Inquisizione e uso’ i suoi eserciti contro le eresie”…. contro i protestanti, gli ebrei, i libri, gli artigiani e il nascente capitalismo europeo…. “I METALLI D’AMERICA, DELIRIO E ROVINA DELLA SPAGNA; PROPORZIONARONO I MEZZI PER LOTTARE CONTRO LE NASCENTI FORZE DELLA ECONOMIA MODERNA”……
Il Vescovo Tommaso da Villanuova allora, in questo contesto di barbarie genocida e di rapina, con il suo gesto di carità verso i poveri realmente rappresenta una eccezione o un atteggiamento controcorrente, nonostante attuasse “dentro” il palazzo del potere?
Chissà. Probabilmente è un caso simile a quello di San Francesco, che con il suo esempio “ricostruì la Chiesa di Dio”….chiaro….riconoscendo l’autorità del Papa….. Un riconoscimento che è poi stato il vero spartiacque tra questi Santi e gli “eretici” arrostiti vivi in ogni angolo d’Europa (….solo perchè volevano vivere come indicato da Gesù…MA NON riconoscendo la autorità del Papa).
Tommaso da Villanova opero’ nella prima metà del 1500, un periodo cruciale. La colonizzazione dell’America Latina stava producendo probabilmente il più grande genocidio della storia della umanità, con lo sterminio di milioni e milioni di indios nativi, nonchè l’inizio di un esodo forzato di dimensioni apocalittiche delle popolazioni negre d’Africa condotte come schiave nelle americhe. E una rapina di ricchezze in metalli preziosi inimmaginabile (si dice metaforicamente che con tutto l’oro rubato dal solo Perù si sarebbe potuto costruire un ponte tra Lima e Madrid).
Senza affrontare qui il tema della manifattura e dell’inizio dell’industria moderna, citiamo come esempio, sul versante artistico, il nostro Rinascimento europeo ed italiano che sarebbe stato impossibile senza l’apporto economico dell’oro latinoamericano: il Rinascimento è stato praticamente finanziato dai latinoamericani e, per esempio, la costruzione dell’attuale basilica di San Pietro,iniziata nel 1506 (solo 14 anni dopo la Scoperta dell’America) sotto papa Giulio II si concluse nel 1626…..Michelangelo fu chiamato a Roma nel 1496 (4 anni dopo l’America)….Raffaello nel 1508 (16 anni dopo l’America)… Leonardo da Vinci nel 1514 (22 anni dopo)….ecc. ecc. insomma, ai latinoamericani di oggi dovremmo almeno offrire gratis l’ingresso alla Cappella Sistina, di cui sono stati gli SPONSOR esclusivi!!!!!!
Anche la santificazione di Tommaso da Villanuova da parte del papa Alessandro VII nel 1658 (quello del celeberrimo colonnato del Bernini in San Pietro) sarebbe interessante da studiare in quanto solo due anni prima, nel 1656, quando su Roma si abbatté la peste, il papa aveva operato con grande spirito di carità assistendo gli appestati, sorvegliando in prima persona gli approvvigionamenti ecc. ecc. La santificazione di Tommaso da Villanuova probabilmente proviene anche da questo ambiente d’amore verso i diseredati e bisognosi, e la pala d’altare di Besnate ne potrebbe rappresentare lo spirito.
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Per approfondire:
– Un angolo di veneto (Friuli) a Besnate
– Antonio Carneo, Biografia, Stile, Opere e Bibliografia
– Aldo Rizzi, Schede per Antonio Carneo e Nicola Grassi
– Antonio Carneo, Da Wikipedia, l’enciclopedia libera
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La pala del Carneo è davvero meravigliosa, sono molto fortunata di poterla vedere ogni volta che desidero … l’ho anche intrufolata nella mia tesi di laurea su Giuseppe Romano, pittore comasco che però ha lavorato a Modena nel ‘700 … chissà poi il mio prof. Sergio Michilini si ricorda di me? Dubito, ma non si sa mai 😉
Mi ricordo del tuo nome e cognome, che è un pò raro, ma mi è difficile associarlo alla tua persona.Comunque vedo che hai continuato sul cammino dell’Arte, e questo mi fa molto piacere…e quindi ti auguro tante soddisfazioni ed emozioni. AUGURI!!!!! Sergio M.