EuroTitanic

Un fantasma si aggira per l’Europa: la Banda Bassotti…….!
Allibiti e senza parole per commentare, visto che ci pare si stia andando da tutt’altra parte, riproduciamo integralmente un articolo (un programma minimo, dice), dell’economista Bruno Amoroso ….. che ricorda un poco i suggerimenti di Francesco Gesualdi, allievo della scuola di Barbiana (il Francuccio di don Milani):

“COLLISIONE IN VISTA PER LA BANCA EUROPEA, QUALCHE CONSIGLIO PER EVITARE LO SCHIANTO

Avviso ai naviganti: la nave Euro si sta schiantando contro un iceberg. Bisogna sganciare alcuni missili. Fuori di metafora, nazionalizzare le banche e riprendere il controllo della sovranità monetaria.

——————————————————————————————————–

Il Titanic Euro è ormai a vista d’occhio dalla collisione con l’iceberg della speculazione finanziaria internazionale. A bordo il capitano, Mario Draghi, con l’ausilio del personale precario e dei mozzi – Merkel, Sarkozy e Monti – mantiene la calma e si accinge a pulire i vetri della nave con i pannicelli caldi chiamati «liberalizzazioni» e «disciplina di bilancio», e del «mercato del lavoro».

Qualche telefonata arriva dalla terra ferma dagli attoniti osservatori (Wolf, Galbraith, Krugman ecc.), che raccomandano di mettere in mare le scialuppe di salvataggio per salvare quanti più paesi è possibile e tentare di fermare l’iceberg prima dello scontro. Mario Draghi e i suoi mozzi hanno già pronti gli elicotteri per il loro salvataggio.

Le misure estreme da prendere – estreme perché ormai è già tardi – sono quelle di inviare dei missili ben mirati che frantumino l’iceberg della finanza e del gruppo di potere che ha pilotato l’Europa dalla zona dell’Ue alla zona della Grande Germania.

Il primo missile, che potrebbe partire dall’Italia, è quello di nazionalizzare le grandi banche nazionali togliendogli ogni ruolo nel campo del credito e del controllo finanziario, mettendole in liquidazione mediante il trasferimento delle loro funzioni al sistema del credito cooperativo e popolare nelle sue varie forme assunte dal credito locale.
Questa è la vera liberalizzazione da fare smettendola con il fumo dei fuochi d’artificio dei taxisti e delle farmacie.

Il secondo missile va diretto alla Banca d’Italia e Banca centrale europea, uffici regionali della Goldman Sachs, restituendo il controllo e la sovranità monetaria ai governi dei paesi e ai rispettivi «Ministeri del tesoro pubblico».

Il terzo missile – lasciamolo ai francesi che di omicidi mirati se ne intendono come hanno dimostrato da ultimo in Libia – deve colpire le società di rating, accecando così il sistema di rilevazione e di pilotaggio della speculazione, e i paradisi fiscali che sono i centri di benessere della speculazione. Queste società vanno bandite dall’Europa (la guardia di finanza e l’antimafia potrebbero prendersi carico del compito unificando così la lotta all’evasione con quella alla mafia), e le Borse che ne seguono gli indirizzi vanno immediatamente «sospese» come si fa normalmente quando interviene una disturbativa d’asta a scopo speculativo.

Il quarto missile non deve contenere una bomba, ma un annuncio ai cittadini europei che il debito sovrano va riportato dentro i confini dei vari paesi con l’annullamento di tutti gli impegni su titoli ceduti a tassi che superano il corretto interesse bancario (2,5-3 % max), e collocandoli tra i propri cittadini con un prestito nazionale solidale così come fu fatto in Italia con il «prestito per la ricostruzione» del dopoguerra. Cessioni di titoli al prestito internazionale devono essere contrattati a livello dei governi dei vari paesi, dentro norme e costi concordati in modo trasparente e con la garanzia solidale dell’Ue.

Le ricchezze così recuperate devono costituire la base di un nuovo patto sociale tra i paesi europei che preveda, insieme alla ricostituzione di un «serpente monetario flessibile», quella di una «divisione europea del lavoro» che metta al bando le mire di competizione e rivalità neocoloniali della vecchia Europa, sia dentro che fuori dei suoi confini, e ne fissi invece le scelte produttive dentro un programma di cooperazione internazionale che parta dal riconoscimento delle priorità di crescita e organizzazione sociale, concordate in modo sinergico con le grandi aree mondiali (Asia, America latina, Africa, ecc.).

Questa può essere la base per una riorganizzazione delle istituzioni europee che avvii un reale processo d’istituzione dell’Europa federale.

Un programma minimo, senza il quale i cittadini europei, coloro che si salveranno dall’inabissamento della nave Euro, saranno ridotti al ruolo di lavavetri di una nave sul fondo del Mediterraneo”.

Bruno Amoroso , Centro Studi Federico Caffè, 16.01.2012
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6267/

——————————————————————————————————

Bruno Amoroso (Roma 1936), economista e saggista italiano naturalizzato danese. Laureato in economia all’Università La Sapienza di Roma sotto la guida di Federico Caffè. Ricercatore e docente all’Università di Copenhagen. Professore emerito all’Università di Roskilde in Danimarca. Docente all’International University di Hanoi nel Vietnam. Visiting professor all’Università della Calabria, alla Sapienza di Roma, alll’Atılım Üniversitesi di Ankara, alll’Università di Bari.

—————————————————————————————-

Sergio Michilini, LA ZATTERA DELLA MEDUSA ITALIANA, 1981,olio su tela, cm91x116

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *