José Clemente Orozco, è stato “il più grande pittore che ha dato l’America”, “l’unico grande poeta tragico d’America”(Luis Cardoza y Aragón)…chiamato il “Goya messicano“. Nel corso della sua vita ha affrontato almeno tre volte il tema emblematico di “Cristo distrugge la sua croce” (Cristo destruye su cruz).
Probabilmente il lavoro più drammatico e potente con questo tema lo ha realizzato nella Biblioteca del Dartmouth College in Hanover, New Hampshire, USA, dove tra il 1932-1934 impartì lezioni di Tecnica dell’Affresco, realizzando un grande ciclo pittorico intitolato “The Epic of American Civilization” (che più o meno dovrebbe significare “L’epopea della civiltà americana”).
Il grande racconto affrescato da Orozco parte dalle civiltà precolombiane per arrivare fino alla colonizzazione ed alla epoca attuale, con un chiaro intento didattico, ovviamente per rispondere alle esigenze funzionali del luogo…..e tutti i temi sono risolti in modo brutalmente sarcastico…come appunto il “Cristo distrugge la sua croce”.
Nel 1943 riprende lo stesso tema in un famosissimo dipinto ad olio su tela che ora appartiene alla Collezione del Museo de Arte Carrillo Gil (MACG) di Città del Messico. Un Cristo furioso e indignato sta distruggendo una croce monumentale , tra libri che bruciano e pezzi archeologici di varie civiltà (a differenza del lavoro precedente, qua non appaiono cannoni, carri armati, pugnali ecc.)
Contrariamente a queste due versioni, il primo tentativo di affrontare questo tema è in un certo senso fallito. Lo aveva rappresentato nel 1922 in uno degli affreschi del ciclo pittorico nella Escuela Nacional Preparatoria (Antiguo Colegio de San Ildefonso), nel centro storico di Città del Messico.
Pero’ questo affresco del «Cristo destruye su cruz» evidentemente non era di sua soddisfazione, e inoltre pare che si sia irritato per una dichiarazione fortemente iconoclasta di David Alfaro Siqueiros…alla fine distrusse l’opera, lasciando intatta solamente la testa del Cristo con aureola, che appare nella parte centrale superiore della nuova composizione intitolata “La huelga” (La lotta), con due uomini e una donna che sostengono una bandiera rossa che simbolizza il diritto alla lotta.
Ma cosa intendeva esattamente esprimere José Clemente Orozco con questo tema del “Cristo destruye su cruz”?
Bè, da un lato non bisogna dimenticare il ruolo avuto dalla Chiesa Cattolica durante la colonizzazione spagnola, il genocidio degli indigeni americani, la schiavitu’ ecc. Ma anche il fatto che la grande e sanguinosissima Rivoluzione Messicana era appena terminata, e il clero si era schierato apertamente e violentemente con i latifondisti e gli impresari stranieri, contro i contadini poveri, la Riforma Agraria e la distribuzione delle terre.
E ciononostante José Clemente Orozco a suo modo amava il messaggio di Gesu’, e lo dimostra il fatto che lo dipinge come un eroe, come un rivoluzionario…e nell’affresco del 1922 ne salva solamente il volto con aureola, quasi una icona sacra nel mezzo di lavoratori che rivendicano il diritto di lottare.
Come dice Luis Cardoza y Aragón “Cristo lo ha dipinto con il maggior rispetto e ammirazione, incarnando nella sua figura la sua ribellione, con la medesima furia con la quale ha sempre fustigato la Chiesa e il Clero”…. “Nessuno più appassionato, più individuale e nemico di ogni individualismo; nessuna più nazionale e meno nazionalista e, nello stesso tempo, più intellettuale, più sociale, più universale che lui. Non ha coltivato apparenze, omesso nessuna voce, eluso pericoli. Non ha avuto nessuna debolezza, nè ha fatto concessioni a gusti bastardi, a esigenze di attualità. La sua arte possiede la dignità della sua vita…La sua opera non è stata costruita in ragione del presente, ma in ragione della eternità” …..”la sua mistica possiede punti di contatto , non per mansuetudine, sennò per esigenza assoluta, con la voce antipoda di Francesco di Assisi”
Vedendo oggi, con occhi europei questi capolavori di Orozco, possono anche venire in mente altre cose, forse……
Forse Cristo si sta rendendo conto che la umanità e TUTTE le sue piu’poderose istituzioni, comprese quelle religiose, NON hanno capito il suo messaggio di giustizia, di pace, di amore e di rispetto per gli esseri viventi e per il pianeta terra: la umanità sta distruggendo tutto, e il sacrificio della crocifissione non è servito a niente…..e Cristo Risorto distrugge il simbolo stesso di un sacrificio vano.
Il teologo australiano Paul Collins ha scritto nel suo recente libro Judgment Day: «Ritengo che la generazione che va dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi sarà tra le generazioni più maledette della storia umana: mai prima di oggi esseri umani hanno talmente degradato e danneggiato il pianeta Terra».
E Alex Zanotelli conclude: “Il Pianeta Terra non ce la fa più con l’Homo sapiens”.
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E’ un’arte sacrilega, demoniaca, satanica.
Trattare Gesù Cristo in questa maniera è da anormali.
Signor Sandro, evidentemente il grande pittore messicano JOSE CLEMENTE OROZCO pensava all’uso che fecero gli spagnoli e la Chiesa Cattolica della immagine di Gesù Cristo, compiendo nella sua terra probabilmente il maggior genocidio umano che la storia ricordi.
mi ha piaciuto la spiegazzione della croce distrutta per gesu, e quello che pensavo al vedere la imagine , e cosi , la umanita e destrutiva ,
grazzie , sono Italiana , abito in Argentina , .