Due secoli prima di Cristo sulla costa mediterranea dell’Egitto esistevano due fari di civilizzazione, il Faro di Alessandria e la Biblioteca di Alessandria….. Il Faro di Alessandria costruito tra il 300 a.C. e il 280 a.C.. è stato l’antesignano di tutti i fari marittimi del mediterraneo e del mondo, e il suo stesso nome deriva dall’isola di Pharos (Φάρος – Faro) che si trova davanti ad Alessandria d’Egitto, la mitica città fondata dal più celebre conquistatore e stratega della storia: il Macedone, il Mégas, il Grande Alessandro III, detto Alessandro Magno.
Le conquiste di Alessandro Magno furono il veicolo della internazionalizzazione della CULTURA GRECA e della integrazione di elementi culturali dei popoli conquistati (Siria, Fenicia, Mesopotamia, Iran, India, Africa del Nord ecc.) alla civiltà greca e mediterranea.
Fu una rinnovazione epocale della civiltà greca, che si sviluppò in un lungo periodo di tempo che ora chiamiamo Ellenismo, o Civiltà Ellenistica……cioè il tempo della civiltà di “coloro che parlavano e pensavano in greco” sia a livelli della cultura, che della letteratura, della scienza, ma anche del commercio e delle relazioni internazionalie in tutto il mondo allora conosciuto e che fu e rimane ancora oggi un modello universale relativamente alla filosofia, economia, religione, scienza e arte.
L’Ellenismo si è sviluppato in due grandi periodi, uno chiamato appunto “Alessandrino” e che va dalla morte morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. fino alla conquista romana del Regno tolemaico d’Egitto, nel 31 a.C., (che porta l’oriente nell’orbita romana occidentale senza modificarne il fenomeno egemonico culturale greco….. “Graecia capta ferum victorem cepit”, la Grecia conquistata conquistò il fiero vincitore, scrisse il poeta latino Orazio ); e il secondo periodo, definito “Ellenismo Romano” che arriva fino al 529 d.C., quando l’imperatore Giustiniano chiude definitivamente la scuola filosofica di Atene, decreta la totale distruzione dell’Ellenismo e impone la religione cristiana a tutti i popoli dominati, in quanto era convinto che l’unità dell’impero presupponesse incondizionatamente l’unità della fede.
Abbiamo, in sintesi, un Ellenismo Greco o “Alessandrino” (323 – 31 a.C.) e un Ellenismo Romano (31 a.C. – 500 d.C. ca.) e questi due periodi costituiscono le radici o il fondamento dell’Occidente, della Cultura o della Civiltà Occidentale nella quale stiamo vivendo oggi.
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Il Faro di Alessandria illuminava i naviganti con un sistema ingegnoso e misterioso di specchi concavi di metallo probabilmente inventati da Archimede, e rimase funzionante fino al 1300, quando venne distrutto da due terremoti. La fama di questa “torre luminosa”nel mondo antico fu impressionante e fu annoverata tra le più colossali costruzioni dei re greci e inclusa tra le “sette meraviglie della antichità” (le altre sono: La Piramide di Cheope ,2570 a.C.,Il Cairo-Egitto; I Giardini pensili di Babilonia, 590 a.C. , Baghdad –Iraq; Il Tempio di Artemide ad Efeso, 560 a.C., Smirne-Turchia; La statua di Zeus ad Olimpia, 433 a.C.,Olimpia-Grecia; Il Mausoleo di Alicarnasso, 351 a.C., Bodrum-Turchia; Il Colosso di Rodi, 282 a.C., Rodi-Grecia).
Questa meraviglia della antichità illuminava i naviganti che commerciavano i loro prodotti e che mescolavano le popolazioni del mondo conosciuto, mescolando anche le loro culture, che trovavano alimento nel secondo faro di quella città, la mitica Biblioteca di Alessandria, che fu la più grande e la piu’ ricca biblioteca del mondo antico e uno dei principali poli culturali ellenistici.
La Biblioteca di Alessandria, costruita intorno al III secolo a.C. conteneva circa 700 mila volumi, tra cui manoscritti babilonesi, assiri, fenici, persiani, composizioni buddiste, scritti ebraici, papiri egizi e il sapere scientifico, letterario e filosofico piu’ profondo della antichità; è stata distrutta nel 391 d.C da fanatici cristiani, guidati dal vescovo Teofilo (il piromane), con la connivenza dell’Imperatore Teodosio I.
Quelli erano i tempi in cui il cristrianesimo era diventato Religione ufficiale dello Stato e i credenti si trasformavano da perseguitati in persecutori.
Uno degli esempi piu’ famosi e spaventosi di questo atteggiamento brutale è la figura di Cirillo, patriarca cristiano di Alessandria d’Egitto, che istigò i suoi monaci combattenti a terrorizzare ed eliminare ebrei e pagani sino a quasi annientarne la loro presenza nella città e fece uccidere la filosofa Ipazia. La catturarono, la trascinarono in una chiesa e la squartarono e scarnificarono viva mediante l’uso di conchiglie taglienti; infine i suoi resti furono gettati in una cloaca.
Cirillo di Alessandria fu canonizzato nel 1882 da papa Leone XIII e proclamato”Dottore della Chiesa“.
Ipazia, o Ispasia – Hypatia (370-415 d.C.) era la figlia di Teone di Alessandria (Direttore della Università e della sua celebre Biblioteca nel IV secolo d.C.). Fu una donna di grande saggezza versata in filosofia, matematica e astronomia, aveva fondato una scuola platonica assai rinomata, rivolgendo i suoi insegnamenti sopratutto alle giovani donne di Alessandria, nell’intento di emanciparle dal soffocante atteggiamento maschilista dell’epoca. Era talmente stimata ed apprezzata per la sua brillante intelligenza che il suo assassinio è stato considerato da molti autori come la morte del MONDO e della CULTURA pagana.
Dopo la sua morte anche molti suoi discepoli furono uccisi, gli scritti bruciati ed i suoi insegnamenti andarono in parte perduti. Alcuni suoi lavori, conosciuti anche in Oriente, vennero tradotti in arabo e furono resi noti in Occidente dopo oltre mille anni di silenzio.
A seguito del misfatto, la maggior parte degli studiosi e dei filosofi, seriamente impauriti, lasciano la città che, poco alla volta, si traformerà in un borgo di incolti analfabeti, assogettati alla prepotenza del nuovo clero.
Dicono che nella terra dei maggiori fari dell’antichità , il Faro di Alessandria e la Biblioteca di Alessandria, l’Arcivescovo Crisostomo eccitava i suoi fanatici esprimendosi in questi termini: “Qualsiasi traccia dell’antica filosofia e della letteratura del mondo antico deve scomparire dalla faccia della terra“.
Ben scritto. Avrei aggiunto che una lettura cinematografica di questi eventi è stata portata sugli schermi dal film spagnolo “Agorà” del 2009, con l’attrice Rachel Weisz a interpretare Ipazia; film all’epoca molto ostacolato per aver dato luce a un cristianesimo feroce e oscurantista, tema in genere sorvolato dagli insegnanti italiani per le enormi pressioni sociali e le ingerenze che tutt’oggi schiacciano la scuola laica.
direi che il rogo della cultura e della ricerca continui ancora e gli assassini di Ipazia siano ancora all’opera con la stessa ferocia oscurantista