“Il trionfo della morte” di Palermo

Molto probabilmente Pablo Picasso ha visto il bellissimo e tremedo affresco de “IL TRIONFO DELLA MORTE” di Palermo prima di dipingere il suo celeberrimo “GUERNICA”, come ci viene raccontato indirettamente dal nostro Renato Guttuso.   Ma esistono anche altre suggestive ipotesi intorno alla ispirazione di Picasso per il “Guernica”, che potrebbe aver visto anche “Il trionfo della morte” di Bruegel (1562-1563, Madrid, Museo del Prado) e altre opere pittoriche simili.

In Europa Il trionfo della morte è un tema iconografico tipico del tardo medioevo, spesso legato al Giudizio Universale e alla rappresentazione dell’Inferno e del Paradiso…. fino alla Peste Nera che imperversò tra il 1347 e il 1353 uccidendo almeno un terzo della popolazione del continente.

Maestro anonimo,IL TRIONFO DELLA MORTE,1446 circa.Affresco staccato, 600 cm×642cm. Palermo, Galleria regionale di Palazzo Abatellis

Dopo questa tragica esperienza i dipinti del “Trionfo della morte” diventano in un certo senso autonomi dal Giudizio e dalla salvezza, e la figura della morte si fa “laica” e protagonista arbitraria e gratuita, decimando tutta la popolazione, senza distinzioni di ceto sociale, classe, ruolo e potere e tutti vengono indistintamente colpiti dallo stesso identico destino : pontefici, imperatori, regine, principi, poveri, servi e villani…..

E proprio a questo concetto pare far riferimento Picasso per il suo Guernica: la Guerra è morte senza speranza, senza salvezza, senza giudizio e per tutti, esattamente come nel “TRIONFO DELLA MORTE” di Palermo…che è un affresco risolto pittoricamente in campiture essenziali e drammaticamente stilizzate (come non ricordare il dipinto praticamente monocromo di Picasso?)……

Pero’ a Palermo, suggerisce anche l’amico e collega GIANFRANCO TOGNARELLI, pare che i poveri (sulla sinistra della composizione) si possano salvare…..o addirittura che il cavaliere apocalittico stia “sorgendo” da questi poveri…“i derelitti che implorano il suo intervento” per sterminare i potenti e i corrotti!


TOGNARELLI ha visto recentemente la Sicilia e  “IL TRIONFO DELLA MORTE” di Palermo e mi invia alcune intriganti riflessioni:

“Tante volte non lo sapessi la Sicilia è bellissima!… Però quanto antico suggestivo! Non ho visto molta pittura ma a Palermo “Il trionfo della morte” è bellissimo…. L’Antonello invece, messo in una cornice con vetro, poi protetto da un altro vetro…. in una stanza poco illuminata non sono riuscito a vederlo bene.
A Siracusa mi hanno fatto lo scherzo. Hanno messo il Caravaggio in una chiesa, dove si visita gratis!!! ma con un orario dalle 11 alle 14!!! Io sono arrivato alle 14,10…. e niente. Ho protestato , mi hanno detto che avevo ragione!! Ma il Caravaggio non l’ho potuto vedere…

Questo grandioso affresco de “IL TRIONFO DELLA MORTE” (staccato da Palazzo Sclàfani, un palazzo nobiliare palermitano, alla metà del secolo scorso) risale al XV secolo e raffigura la morte che, a cavallo, sta per falciare giovani gaudenti dopo aver abbattuto la “casta ” dell’epoca e aver invece risparmiato poveri e disgraziati.

Ora questo affresco si trova nella Galleria Regionale sita in Palazzo Abatellis, nella suggestiva sala del Trionfo della Morte…. a cavallo, anch’esso scheletro, con falce al fianco, arco e frecce che scaglia incurante sui potenti. Musici e gaudenti che distolgono lo sguardo e i derelitti che implorano il suo intervento… Affresco di probabile scuola fiamminga. Lo si vede anche dal piano superiore dove c’è modo di sedersi e godersi i particolari.

Palazzo Abatellis, ristrutturato da C. Scarpa, è razionale, pulito, bello e finalmente la luce è spesso quella naturale. Il “trionfo della morte” poi è da solo, senza disturbi, massimamente valorizzato.

Io sono in una fase nella quale tanta pittura ad olio scura o scurita dal tempo la trovo insopportabile, che sia 500 o 600….l’affresco ha questo senso di luminoso, anche i neri sono ariosi… (ed il tempo direi con tutti idanni che fa lo migliora) insomma preferisco un trecento quattrocento… Questo è un lavoro della metà del 400!!

E’ Gotico, ma secondo me questo pittore prima di arrivare qui era passato da Firenze, c’è qualcosa che mi fa sentire un gotico che ha visto il rinascimento, non come un Masolino che lavora a contatto con Masaccio, ma uno che ha visto…. direi.

Il particolare in alto del servo con i cani è più che notevole, che eleganza i cani!!(mi è venuto in mente il Piero nel Tempio Malatestiano di Rimini  gotico e rinascimento ai massimi livelli!!

Quanto respiro c’è in quel nero dietro, e quei chiari forse anche deteriorati dal tempo… suggestivi!

Ed il gruppo di figure in basso!! Papi, Cardinali, Nobili colpiti dalle frecce!! direi cubismo ante litteram… quei triangoli di ricche vesti.


Ed i poveri, il gruppo sulla sinistra, che osservano!? chissà se c’è anche del Savonarola nell’aria….

Nell’affresco del Camposanto di Pisa c’è più medioevo e non ricordo questa distinzione marcata, mi pare di ricordare più un senso tipo la morte arriva per tutti…. ma forse sono mie sensazioni.

Ed il cavallo ed il cavaliere!! che dire! Che forza, che immaginazione! Avrebbe potuto essere preso pari pari per uno di quei cartoni giapponesi ….. e certo che Picasso viene in mente, chissà se…. E’ una cosa potente.

Ho letto che questo tipo di soggetto era frequente nel medioevo e nel nord europa in particolare. Io conosco quello di Pisa, e qualche altro in riproduzione, ma questo lavoro mi sembra un’ pò diverso e comunque la sua visione è stata una sensazione forte!……

……Osservando adesso le foto dell’affresco che ho apena visto a Palermo, mi è venuto di chiedermi perchè ho avuto questa sensazione di un qualcosa di rinascimentale?… In tante parti è proprio gotico ed anche la composizione è gotica…. ed anche il pensiero è il pensiero medioevale, rispetto all’umanesimo che verrà, chissà forse alcune figure del gruppo sulla destra, le due in alto in particolare … forse l’aria che si respira…e la modernità… o forse è più giusto dire che è uno di quei (capo)lavori che vanno oltre il tempo in cui sono stati realizzati per avvicinarsi a quell’universalità che è di tutti i tempi”

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Maestro anonimo, Il trionfo della morte,1446 circa. Affresco staccato, 600 cm×642cm. Palermo, Galleria regionale di Palazzo Abatellis.

Il grande affresco si trovava originariamente nel cortile di Palazzo Sclafani, edificio trecentesco divenuto verso la metà del XV secolo, dopo il trasferimento della famiglia Sclafani in Spagna, la sede dell’Ospedale Grande e Nuovo della città di Palermo.Staccato nel 1944, a causa dei danni bellici, il dipinto pervenne a Palazzo Abatellis all’apertura della Galleria.

La scena, apparentemente irreale ma con forti agganci al vero, è chiara: la morte in sella ad un cavallo scheletrito irrompe in un giardino, scagliando i suoi dardi su nobili fanciulle e giovani gaudenti; sotto di lei stanno, atterrate, le dignità del mondo. Si riconoscono infatti dei vescovi, un papa, un imperatore, un sultano, un uomo di legge quale l’allora famoso giureconsulto Bartolo da Sassoferrato, identificato dalla scritta in caratteri gotici sul libro che tiene in mano.

La morte ha risparmiato la folla dei poveri cenciosi che la invoca invece come una liberazione dalle pene terrene, analogamente a quanto è rappresentato nel Trionfo del Camposanto di Pisa, opera di Francesco Traini della metà del ‘300.

In secondo piano sono a destra una fontana, interpretata come simbolo di vita o di grazia, ed a sinistra un uomo con due cani, forse riferimento a San Vito, santo guaritore caratterizzato appunto da una coppia di cani. Nei due personaggi che guardano verso lo spettatore, nel gruppo dei cenciosi, sono stati riconosciuti il pittore ed il suo aiutante, con in mano la stecca ed il vasetto dei colori.

Per ragioni storiche e stilistiche, si presume che l’affresco sia stato realizzato intorno al 1440-1450, subito dopo la fondazione dell’Ospedale Grande e Nuovo. Nonostante le numerose identificazioni proposte, il suo autore rimane ancora sconosciuto; secondo una leggenda si tratterebbe di uno straniero che, guarito da una grave malattia, avrebbe realizzato l’opera in segno di ringraziamento, ma questa suggestiva ipotesi sembra da scartare alla luce del soggetto stesso del dipinto, legato al tema della vanità dei beni terreni e da collegarsi piuttosto ad una committenza da parte dei rettori dell’Ospedale.

Certamente l’artista fa mostra di una cultura figurativa complessa di matrice tardo gotica, ma con riferimenti a svariati modelli che spaziano dalla miniatura all’arazzo, dalla conoscenza della pittura catalana a quella franco-borgognona.

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Haendel – Minuetto con Variazioni – Palazzo Abatellis – Trionfo della Morte
http://www.youtube.com/watch?v=Nj5w0jfRG5c
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Pablo Picasso "GUERNICA"

4 pensieri su ““Il trionfo della morte” di Palermo

  1. articolo assolutamenta fantastico del tutto condivisibile aggiungerei che l’ipotesi di un autore catalano abbia consentito una “einfuulung” con PICASSO toccato da un comune “genius loci” sia oltremodo plausibile:comunque complimenti oer l’accurata analisi. Luk

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