Ho iniziato a dipingere un primo ritratto del politico e filosofo indiano Mahatma Gandhi (1869 – 1948). Ci ho sempre pensato, ma solo adesso mi sono deciso ad affrontare questo tema affascinante, in un momento in cui nel nostro unico mondo rullano tamburi di guerra. Forse questo è il preludio pittorico di una serie di lavori, magari una composizione con Gandhi e Tolstoj, per contribuire a far conoscere alle giovani generazioni un saggio cammino dal quale purtroppo l’umanità sembra allontanarsi.
“Le basi teoriche della nonviolenza furono gettate da Tolstoi, e Gandhi si rifà continuamente ad esse. Già se si confrontano le loro due personalità, ci si accorge che esse sono interdipendenti e complementari . Tolstoi è uno scrittore, un pensatore e un profeta, che ha messo in pratica le sue teorie solo nella sua vita privata; Gandhi è un uomo d’azione, un leader politico, un santo asceta, che ci ha lasciato anche un gran numero di scritti. Tolstoi è un genio di una forza mentale incommensurabile, ma Gandhi è superiore nel sacrificio personale fino all’offerta della vita. Azione e martirio desiderati invano da Tolstoi: «Vorrei servire Dio non con le parole, ma con i fatti, col sacrificio e non riesco» (Diari, 29 marzo 1884).”
http://www.gondrano.it/tolstoi/gandhi.htm
“Gandhi visita l’Italia
Durante il suo periodo europeo, nel 1931, Gandhi visita anche l’Italia, arrivando a Milano l’11 dicembre per poi recarsi immediatamente a Roma. Nella capitale, dove sosta per due giorni, incontra, tra gli altri, Benito Mussolini, che approfitta della visita per cercare di impressionarlo con l’apparato militare del regime, accogliendolo con tutti gli onori assieme a molti gerarchi fascisti. Di Mussolini Gandhi scriverà:
« Alla sua presenza si viene storditi. Io non sono uno che si lascia stordire in quel modo, ma osservai che aveva sistemato le cose attorno a sé in modo che il visitatore fosse facilmente preda del terrore. I muri del corridoio attraverso il quale bisogna passare per raggiungerlo sono stracolmi di vari tipi di spade e altre armi. Anche nella sua stanza, non c’è neppure un quadro o qualcosa del genere sui muri, che sono invece coperti di armi.»
Gandhi visita poi la Cappella Sistina, dove la sua attenzione viene colpita, più che dagli affreschi di Michelangelo, dal Crocifisso dell’altare della cappella. Intorno a quel Crocifisso – che rappresenta un Gesù magrissimo, dimesso e sofferente, ben diverso dal Gesù corpulento, forte e vendicativo del Giudizio Universale – il Mahatma indugia per parecchi minuti, esclamando infine: «Non si può fare a meno di commuoversi fino alle lacrime».
Il desiderio di Gandhi sarebbe stato incontrare Papa Pio XI. Ciò però non avvenne: secondo i rapporti fascisti, egli si sarebbe rifiutato di ricevere Gandhi perché «non adeguatamente vestito»; secondo altri in realtà le vere motivazioni sarebbero state di carattere diplomatico (perché il Pontefice non voleva attirarsi critiche dall’Inghilterra) o religiose, visto le dichiarate simpatie per il Mahatma da parte di alcuni prelati protestanti.
Del breve soggiorno in Italia, la visita di Tat’jana Tolstaja (figlia di Lev Tolstoj) fu l’episodio che fece a Gandhi più piacere.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Mahatma_Gandhi
Michilini, RITRATTO DI LEV TOLSTOJ, 2012, olio su tela, cm.60×35 https://blogosfera.varesenews.it/la-bottega-del-pittore/?p=10403
Sergio Michilini, GLI SCOMUNICATI, TOLSTOJ e PASOLINI, 2010, olio su tela, cm.80×80
https://blogosfera.varesenews.it/la-bottega-del-pittore/?p=4907