“WASSILY KANDINSKY dalla Russia all’Europa”, Pisa, Palazzo Blu, dal 13 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013. Cinquanta opere di Kandinsky provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altre importanti istituzioni pubbliche russe oltre che dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private, e dipinti di altri membri dell’avanguardia tedesca e russa di inizio ‘900, come Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin, Arnold Schonberg ecc. e manufatti dell’arte popolare russa.
Riflessioni e considerazioni “da pittore” dell’amico pittore pisano Gianfranco Tognarelli, che ha visitato recentemente la mostra:
“Ti racconto della mostra che ho visto a Pisa, su Kandinsky. Intanto una mostra NOTEVOLE, cosa di cui dubitavo, pensavo che non ci sarebbero stati lavori importanti, o per lo meno significativi, e mi sbagliavo. E’ rappresentativa e mette al centro proprio il periodo che va dai primi del novecento ai primi anni 20!… che è il periodo, per me interessante, del lavoro di Kandisky.
Oltre ad inquadrarlo nel periodo e nella cultura russa di quegli anni, ci sono anche altri pittori amici che hanno partecipato ai vari gruppi che aveva formato, c’è l’evoluzione dal figurativo all’astratto discretamente rappresentata.
I dipinti vengono per lo più dalla Russia, in buon numero dal museo di S. Pietroburgo!!! Evidentemente i rapporti con le istituzioni museali Russe ci sono e buoni (considerato che Pisa non è Milano).
Inizia con lavori più aderenti alla tradizione russa e non troppo significativi, mentre interessanti sono le Xilografie con cui ha iniziato. Ci sono paesaggi figurativi, dove si vede l’influsso della pittura d’avanguardia francese, ma rivisitata con spirito russo-tedesco. Alcuni lavori sono più fauve dei fauve, accesi, violenti almeno nei colori, e molto audaci. E poi arriva l’astrattismo, e subito con il dipinto “Macchia nera”! e poi nel proseguire ci sono una ventina di bei lavori astratti?!!! Per fortuna termina con l’inizio del Bauhaus.
Insomma il dipinto “Macchia Nera” è veramente affascinante per me. Per dirla con Marcello Frosini: è un lavoro brutto? confuso?duro?….. ma da considerare per la libertà del linguaggio e per il futuro! Al contrario del cubismo, che strutturava lui destrutturava, entrambi vicini all’astrazione , come anche il futurismo, lui la realizza mentre gli altri non ne sono che sfiorati. Probabilmente per la sua cultura Russa, che nella religione ortodossa è talvolta iconoclasta, e non aveva alle spalle la tradizione che avevano gli altri, ed ecco il passo possibile.
Coloristicamente e nella grafia è audace e veramente innovatore, liberatore…. Penso ci volesse del coraggio per presentare questi lavori a Monaco in quegli anni. Il colore è basato sul complementarismo, ma nella massima libertà e la forma si sfalda nelle trasparenza dei colori spesso diluiti.
Un amico del corso di pittura mi ha detto che ha provato a vedere i dipinti di Kandinsky con sottofondo della musica di Schonberg, ed ha trovato la cosa veramente soddisfacente! Poi una sera a “Passparout” Daverio mi ha parlato dei teosofi, mi ha portato ad Ascona, sulla montagna che avevano acquistato e ha parlato delle loro “utopie” di come vivevano, tra l’altro addirittura nudi (almeno in estate). Mi è sembrato di capire meglio quello spiritualismo che pervade il suo lavoro, la sua contrarietà per il futurismo che era agli antipodi, ed anche per il cubismo…. “
Forse l’utopia è necessaria all’arte.
Penso avrai capito che questa mostra mi è sembrata veramente interessante ed ho trovato emozionante la sua ricerca (almeno fino a quando non diventa teorico e geometrico negli anni successivi).
Wassily Kandinsky, dalla Russia all’Europa – Pisa, Palazzo Blu, 13 ottobre 2012 – 3 febbraio 2013
http://www.youtube.com/watch?v=_T7Iq10qSV0