Purtroppo sono gli ultimi giorni di questa straordinaria mostra di Giovanni Serodine, “il più forte pittore del Canton Ticino e uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano“: chiude il 13 gennaio 2013 ed è un evento che consigliamo come assolutamente da non perdere. La mostra è allestita nella Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera ed è intitolata “SERODINE e brezza caravaggesca sulla regione dei laghi”…..personalmente avrei preferito sostituire la definizione “brezza” con “bufera” o “uragano”, perchè Serodine è stato davvero un pittore potente e grandioso, nonostante il boicottaggio dei suoi contemporanei e l’occultamento controriformistico dei secoli successivi….e nonostante tutta la sua opera sia stata realizzata nei poco più di trent’anni della sua vita: da famiglia originaria di Ascona , nacque probabilmente a Roma tra il 1594 e il 1600 e a Roma morì nel 1630. Era, e passerà alla storia, come un eterno giovane ribelle, autentico, sincero, amante appassionato del suo mestiere di pittore e della vita, e anche per questi motivi la mostra dovrebbe piacere ai giovani di oggi…che cercano le verità dell’esistenza.
Roberto Longhi, grande storico dell’arte del secolo scorso, scrive: …”Che Giovanni Serodine sia non soltanto il piú forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano, é affermazione che fu lungamente impedita da ragioni d’ordine vario. Esterno, come lo smarrimento successivo e la ubicazione troppo eccentrica delle poche opere; interno, e piú decisivo, l’orientamento dottrinale del gusto, durato per piú di due secoli, in favore dei precetti accademici e perció sempre in grave sospetto di fronte ad ogni inclinazione naturalistica”…
“Tutti i suoi dipinti vertono esclusivamente su temi sacri… la restrizione volontaria (tematica) potrà forse suggerire qualcos’altro sul temperamento del Serodine, sulle sue inclinazioni e credenze; ma, appunto perció, é piú sorprendente rilevare ch’egli riuscisse a restar fedele all’intenzione caravaggesca proprio nell’ambito piú severamente controllato (quello religioso); ad esercitarsi, cioé, sul punto piú bruciante d’incidenza tra la circostante ideologia cattolica della Controriforma (proclive ormai a riconoscere come arte ufficiale una rigorosa ed aulica accademia, organizzatrice persino di visioni e di estasi) e la religione naturale del Caravaggio”….
“Anche per il Serodine, il rischio era dunque di incontrare gli stessi inciampi, le stesse ripulse che, qualche decennio innanzi, avevano amareggiato il grande iniziatore ed erano stati causa non ultima dell’inasprirsi del suo carattere e dello sciagurato precipitare della sua vicenda umana”…
“E qui si chiude in bellezza, se la parola ha un senso nell’occasione, la breve parabola del Serodine; già quasi clandestina al suo tempo e súbito accuratamente schivata da chi aveva buone ragioni di temere che la pittura potesse imboccare una svolta tanto pericolosa.
Infatti, già nel 1642, il biografo romano G.Baglione…s’incarica di morigerare il Serodine e i suoi eventuali seguitori con queste parole: Il Serodine avrebbe fatto asssai, ma era un di quelli che dispregiava i buoni ordini dell’arte: e questi ingegni restano da loro stessi ingannati e nell’ignoranza immersi…Ma forse si sarebbe ravveduto, se infino all’età perfetta fusse campato“…
“Ma oggi, per noi, son proprio il mancato ravvedimento del Serodine, la sua eroica fedeltà alla naturalezza caravaggesca, a suonare come il maggior titolo per la sua fama”…
Roberto Longhi “Da Cimabue a Morandi“, Ed. Mondadori, 1978
Pittura aspra, grande e tragica, ancora piú diretta e drammatica di quella del Caravaggio.
Le pennellate rapide, quasi dei colpi di sciabola, che ricordano il moderno Soutine;… “una impaginazione anche piú moderna che nei ritratti piú spinti di Frans Hals o del Rembrandt, ancora da venire del resto; e da richiamare addirittura i francesi intorno al 1860-70″ (Longhi) ; emozioni profonde, vitali…, pittura lontanissima da quella ufficiale, levigata e teatrale degli accademici di moda.
Le poche “pericolose” opere del Serodine sono state “dimenticate”, o meglio “occultate” e per secoli rese “invisibili”………
Ci insegna la Storia che poi, successivamente, si occultarono e resero invisibili altri e altri pittori….e oggi pare che istituzionalmente ormai, la Pittura sia considerata “lingua morta”, e costretta a vivere nella clandestinità o nell’esilio, chissà oggi non per le ideologie strettamente religiose, ma per le ben più blande “religiosità accademiche” della politica e delle banche.
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l’articolo su Serodine mi sembra eccellente, ringrazio di averlo proposto col corredo ampio e documentato delle fotografie. Davvero questo splendido pittore non dovrebbe essere dimenticato: esce dal suo recinto storico ed interroga la Bellezza- e la mostra di Rancate potrebbe essere forse riproposta a Varese, con il plauso di tutti gli estimatori dell’arte e dell’attività intelligente della Pinacoteca del canton Ticino.
molto interessante il video relativo a francesco mola mi aspettavo di vedere anche qualcosa di serodine so che ci sono molte incertezze sulle sue opere ma……. a mio modestissimo parere soprattutto gli affreschi di mola visti in video mi danno emozione contrariamente dalle opere di serodine.comunque grazie per la mostra.