La storia millenaria del COLORE è diventata effimera e ripetitiva, proprio nel nostro secolo, che ha visto la più grande espansione dei prodotti coloranti della storia della umanità. E questo fenomeno corre parallelamente a quello sul linguaggio della PITTURA, rifiutato, escluso e discriminato, proprio nel momento in cui ci sono strumenti tecnici e scientifici come non è mai stato possibile nella storia della umanità.
Con tale quantità e qualità di strumenti e materiali a disposizione dell’Architettura, della Pittura e della Scultura dovremmo oggi avere opere d’Arte splendide e sublimi , e le nostre nuove città dovrebbero aver raggiunto livelli di BELLEZZA mai visti prima, dovrebbero essere delle vere e immense opere d’ARTE per la FELICITA’ del vivere sociale.
E invece le città sono BRUTTE e le opere d’Arte chiamate “Contemporanee” lo stesso, o peggio. Mai come oggi si avvera il famoso detto nicaraguense “Dios da pan a quien no tiene dientes” (Dio da il pane a chi non ha denti).
Nel caso del COLORE è bellissimo percorrere le pagine del libro “COLORE, Una biografia” di Philip Ball per conoscere quanto sono stati importanti i materiali che lo compongono, non solo per la Pittura, per l’Arte in generale e per i Tessuti, ma anche per la Medicina e per lo sviluppo della Chimica tout court.
Per esempio l’AZZURRO…la intricata e controversiale storia del colore AZZURRO è affascinante, e come ce la descrive Philip Ball, chimico inglese, appassionato amante della Pittura, è una continua emozione da far accapponare la pelle :”Si prova un certo rammarico nel vedere l’oltremare, l’indiscusso re dei pigmenti del Medioevo, ridotto nel XX secolo a livello di un qualsiasi blu bell’e pronto. E’ un destino comune per i materiali artistici: da prodotti d’importazione esotici e pregiati, con tutto il mistero delle spezie rare o dell’incenso, ad articoli di largo consumo a buon mercato. Ma si tratta forse di un atteggiamento eccessivo, dato che l’arte ha senz’altro tratto beneficio dall’incredibile ampliamento della tavolozza. E questo corso è continuato nel XX secolo con l’introduzione di altre sfumature di blu.”
Ma non è solo la impressionante espansione della gamma dei colori ciò che caratterizza la nostra epoca ..per i Pittori si sono aperti orizzonti incredibili con le nuove scoperte tecniche e scientifiche, come per esempio è successo con l’invenzione dei banali TUBETTI DI STAGNO :”Un’altra importante innovazione nelle forniture di colori fu il tubetto di metallo morbido, inventato nel 1841 da un ritrattista americano di nome John Rand: i tubetti di stagno sostituirono i pacchetti di vescica di maiale, in cui fino ad allora venivano conservati i colori ad olio, evitando che questi seccassero troppo velocemente nella loro confezione. Questa novità si dimostrò importante soprattutto per gli Impressionisti che amavano dipingere all’aperto; Renoir osservò che “senza i tubetti di colore non ci sarebbero stati Cézanne, Monet, Sisley o Pissarro, niente di ciò che i giornalisti avrebbero chiamato Impressionismo”…e probabilmente neppure Renoir”.
L’amore per i materiali, le tecniche, gli strumenti, le innovazioni scientifiche, le metodologie….avrebbero potuto sviluppare il linguaggio della PITTURA a livelli di perfezione mai raggiunti.
Ma negli anni ’60 del secolo scorso qualcuno decise che la Pittura era un Linguaggio “obsoleto”…”morto”….
Come Pittore operante permanentemente “in direzione ostinata e contraria” consiglio caldamente la lettura e lo studio di questo bellissimo testo scientifico: “COLORE, Una biografia” di Philip Ball
Sergio, sempre interessanti i tuoi argomenti.
Dove ti dice quando é stato inventato ?
Grazie a questo interessante articolo ho letto il bel libro di Philip Ball sulla storia del colore e ho scoperto un mondo che non conoscevo.