Tutti gli anni, d’estate, in Agosto, un allegro sodalizio di pittori si ritrova per dipingere in mezzo ai boschi, tra le Apuane e il mare, in quello che ormai è diventato il famoso “Monte Marcello Studio”. Tra gli altri c’é anche il collega e amico GIANFRANCO TOGNARELLI, che mi invia quasi tutti i lavori prodotti in questa stagione,
meno 9 quadri che sono stati persi e finora non ritrovati (qua sotto riproduciamo il messaggio disperato, con rispettiva ricompensa, pubblicato su LA NAZIONE del 27 di Agosto 2013).
“Quest’anno è capitata una cosa antipatica!! Una mattina, intorno al 20 agosto, quindi nel periodo migliore, quando sei entrato in sintonia, venendo via, nel caricare il tutto ho lasciato appoggiata alla macchina la busta con i lavori, 9 tele, e sono partito… Alcuni lavori erano credo interessanti… ma tant’è il tutto è sparito e ti rispiarmo il continuo che sta tra la farsa e la commedia… ho anche fatto un appello sul giornale ma finora è stato tutto inutile. Peccato!”.
Riproduciamo anche tutti i dipinti e una sua breve riflessione fatta per “cercare di spiegare qualcosa…é un’pò tirata via…e ancora allo stato larvale…. per chiarire meglio (a me stesso) gli intenti… poi magari i risultati saranno altro, chissà”…. (“Poi mi saprai dire che te ne pare o se è meglio star zitti, come consigliava Matisse“).
I lavori N.4 e N.15 riprodotti qua sotto sono poi stati ripresi in studio, e quindi le immagini si riferiscono alle opere cosi’ come sono uscite dal “Monte Marcello Studio”.
I titoli delle opere non ci sono, solo le dimensioni in centimetri, e quindi ciascuno puo’ liberamente volare con la sua immaginazione in queste emozioni pittoriche di GIANFRANCO TOGNARELLI, nella bella Toscana del glorioso “Monte Marcello Studio”.
Ti allego due parole per spiegarti (armi) il mio fare.
Li sul Montemarcello capita una cosa particolare. In quella situazione di libertà totale (non ho impegni di nessun tipo…),riesco a lavorare in modo diverso che in studio.
Negli ultimi anni si è verificata questa situazione : praticamente realizzo un lavoro ogni mattina. Dipingo una cosa e preparo il lavoro per il giorno dopo e via nello stesso modo. Il risultato lo metto via e lo rivedrò in studio poi. Prima li portavo in casa ma non interessavano a nessuno, ora li lascio in macchina e non li vedo più.
E’ un po’ mettere in pratica certe teorie dei surrealisti, sull’idea dell’automatismo della mano…
Ma anche seguendo B. Croce che definisce l’arte come conoscenza intuitiva e quindi come espressione dell’intuizione; quello che uno ha dentro automaticamente e spontaneamente esprime, che mi sembra una delle più belle definizioni.!!
Nella prima presentazione di Marcello Frosini, per la mia mostra di Gallarate, (bellissima, sembra quasi parlasse specchiandosi),parla di “pittura tesa alla ricerca della PURA ESSENZIALITA’ PITTORICA”.
Credo che la mia ricerca in arte abbia sempre avuto questo fine, (almeno nei momenti migliori), con il colore come struttura portante e pensiero dominante. Questo sia quando ero attento “alla realtà apparente delle cose” per dirla con Severini, sia ora che il mio lavoro non rappresenta più l’apparenza visibile.
Eppure sono convinto che la mia non sia pittura astratta. I miei sono lavori nei quali si evocano sensazioni, non sono descrizioni….. –
Tempo fa avevo scritto, sempre per cercare di spiegare :
Dipingere è cercare e talvolta trovare sintonia tra noi, il nostro lavoro e la realtà che ci circonda. In alcuni momenti che, solo dopo si capisce giusti,capita di lavorare senza sapere di lavorare…. e le pennellate si susseguono con progressione e percezione più rapida del pensiero.
Si potrebbe parlare di – RISONANZA -. Mi piace tanto il concetto di –Risonanza– spiegato da Emilio Del Giudice.
Risonanza come moto dal di dentro, potrei dire- cerco un rapporto risonante tra lo spazio pittorico, me e il mondo.
Per dirla con Calvino, ma io parlo da pittore, quindi, la pittura è scienza intesa come conoscenza della realtà sia esteriore che interiore.
Naturalmente di questi lavori poi non resta che una piccola percentuale, così com’è senza ritocchi!
Ma quelli che restano potrebbero essere i lavori più autentici. “Io sono la mia pittura”, (Corrisponde!)
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Gianfranco ,belli,come diceva un critico a proposito dei lavori di Bonnard”come della bella frutta matura”. Ciao