Dall’Arabia Saudita una lezione di Diritto Internazionale per USA ed Europa

Nel mondo gambe all’aria, siamo arrivati al tragicómico punto in cui un dittatore monarchico impartisce una cattedra di Giustizia e Diritto Internazionale alle cosidette “DEMOCRAZIE” del mondo occidentale, cioé anche ai governi dell’ Europa —– e cioé anche al governo dell’Italia, cosi affettuoso e tenero e indulgente con il SIONISMO ANTISEMITA.

Riproduciamo una lettera al Presidente USA Trump da parte del dittatore Turkī bin Fayṣal della famiglia reale Āl Saʿūd che ci spiega da dove é arrivato il pastrocchio chiamato “ISRAELE”,


Caro Presidente Trump,
Il popolo palestinese non è un immigrato illegale da deportare in altre terre. Le terre sono le loro terre e le case che Israele ha distrutto sono le loro case, e le ricostruiranno come hanno fatto sempre dopo i precedenti assalti israeliani.

La maggior parte degli abitanti di Gaza sono rifugiati, cacciati dalle loro case che si trovavano in quello che oggi è Israele e nella Cisgiordania, a causa del precedente assalto genocida israeliano contro di loro nelle guerre del 1948 e del 1967. Se devono essere trasferiti da Gaza, dovrebbero poter tornare alle loro case e ai loro aranceti e oliveti a Haifa, Jaffa e in altre città e villaggi da cui sono fuggiti o sono stati cacciati con la forza dagli israeliani.

Signor Presidente, molte delle decine di migliaia di immigrati che giunsero in Palestina dall’Europa e da altri luoghi dopo la Seconda Guerra Mondiale rubarono le case e i terreni palestinesi, terrorizzarono gli abitanti e si impegnarono in una campagna di pulizia etnica. Ahimè, l’America e il Regno Unito, i vincitori della guerra, rimasero a guardare e addirittura facilitarono gli sfratti omicidi dei Palestinesi dalle loro case e terre.

L’America e il Regno Unito non volevano accogliere le vittime dell’Olocausto di Adolf Hitler, quindi si accontentarono di inviarle in Palestina.

Nel libro Otto giorni a Yalta, l’autrice Diana Preston fa riferimento a una conversazione tra l’allora Presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt e il suo omologo russo Joseph Stalin.      Preston scrive: “La conversazione si spostò sul tema delle patrie ebraiche. Roosevelt disse di essere un sionista… Quando Stalin chiese a Roosevelt quale regalo avesse intenzione di fare al [re saudita] Ibn Saud, lui rispose che la sua unica concessione sarebbe stata quella di dargli sei milioni di ebrei…”.

Fortunatamente, quando Roosevelt incontrò Ibn Saud, il re lo dissuase da quell’offerta e suggerì di offrire agli ebrei le migliori terre della Germania come risarcimento per l’Olocausto.

Purtroppo, Harry Truman, successore di Roosevelt, sostenne con convinzione l’immigrazione ebraica in Palestina e alla fine fu determinante per la creazione di Israele.

La violenza e lo spargimento di sangue a cui assistiamo oggi sono il risultato di quell’azione e della precedente complicità britannica con le ambizioni sioniste dal 1917 fino ad allora.

Signor Presidente, il suo intento dichiarato di portare la pace in Palestina è molto apprezzato nella nostra parte del mondo. Suggerisco rispettosamente che il modo per farlo è dare ai Palestinesi il loro diritto inalienabile all’autodeterminazione e ad uno stato con capitale a Gerusalemme Est, come previsto dalle Risoluzioni 181 e 194 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dalle Risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di Sicurezza, nonché dall’Iniziativa di Pace Araba.

Tutti i paesi arabi e islamici, così come l’Autorità Palestinese, accettano i termini dell’Iniziativa di Pace Araba per porre fine alle ostilità e stabilire relazioni con Israele.

Centoquarantanove Paesi riconoscono lo stato palestinese. La prego di far diventare il suo paese il 150°. Non ci sarà pace in Medio Oriente senza affrontare questa nobile questione in modo giusto ed equo.

Possa lei essere ricordato come il costruttore della pace.

Turki Al Faisal
Principe Turki bin Faisal Al Saud, principe saudita ed ex funzionario governativo che ha servito come capo della presidenza dell’intelligence generale dell’Arabia Saudita dal 1979 al 2001. È nipote del fondatore dell’Arabia Saudita, re Abdulaziz, e figlio di re Faisal. È presidente del King Faisal Foundation Center for Islamic Studies and Research.

https://www.thenationalnews.com/opinion/comment/2025/02/03/palestine-israel-middle-east-donald-trump

(Traduzione a cura di AssoPacePalestina)

TESTO IN SPAGNOLO

Una carta a Donald J. Trump de parte del Príncipe Turki Al Faisal
La carta:

Estimado Presidente Trump,
El pueblo palestino no son inmigrantes ilegales que deban ser deportados a otras tierras. Esas tierras son suyas, y las casas que Israel destruyó son sus hogares, y las reconstruirán como lo han hecho después de anteriores ataques israelíes contra ellos.

La mayoría de las personas en Gaza son refugiados, expulsados de sus hogares en lo que ahora es Israel y Cisjordania por los anteriores ataques genocidas israelíes en las guerras de 1948 y 1967. Si deben ser trasladados fuera de Gaza, se les debería permitir regresar a sus hogares y a sus huertos de naranjos y olivares en Haifa, Jaffa y otras ciudades y pueblos de los que huyeron o de los que fueron expulsados por la fuerza por los israelíes.

Señor Presidente, muchos de los miles de inmigrantes que llegaron a Palestina desde Europa y otros lugares después de la Segunda Guerra Mundial robaron hogares y tierras palestinas, aterrorizaron a los habitantes y participaron en una campaña de limpieza étnica.

Lamentablemente, Estados Unidos y el Reino Unido, los vencedores de la guerra, permanecieron impasibles e incluso facilitaron los desalojos asesinos de los palestinos de sus hogares y tierras.

Estados Unidos y el Reino Unido no querían recibir a las víctimas del Holocausto de Adolf Hitler, por lo que se contentaron con enviarlas a Palestina.

En el libro Ocho días en Yalta, la autora Diana Preston menciona una conversación entre el entonces presidente estadounidense Franklin Roosevelt y su homólogo ruso, Joseph Stalin. Preston escribe: “La conversación giró en torno al tema de los hogares judíos. Roosevelt dijo que era sionista… Cuando Stalin le preguntó qué regalo planeaba hacerle [al rey saudí] Ibn Saud, respondió que su única concesión podría ser darle seis millones de judíos…”.

Afortunadamente, cuando el señor Roosevelt finalmente se reunió con Ibn Saud, el rey le quitó esa idea y le sugirió que los judíos fueran reubicados en las mejores tierras de Alemania como compensación por el Holocausto.

Sin embargo, Harry Truman, el sucesor de Roosevelt, apoyó incondicionalmente la inmigración judía a Palestina y, finalmente, fue fundamental en la creación de Israel.

La violencia y el derramamiento de sangre que presenciamos hoy son el resultado de esa acción y de la complicidad británica con las ambiciones sionistas desde 1917 hasta entonces.

Señor Presidente, su declarada intención de traer la paz a Palestina es muy elogiada en nuestra región. Le sugiero respetuosamente que la forma de lograrlo es otorgar a los palestinos su inalienable derecho a la autodeterminación y a un estado con su capital en Jerusalén Oriental, como lo prevén las Resoluciones 181 y 194 de la Asamblea General de la ONU, así como las Resoluciones 242 y 338 del Consejo de Seguridad, y la Iniciativa de Paz Árabe.

Todos los países árabes e islámicos, así como la Autoridad Palestina, aceptan los términos de la Iniciativa de Paz Árabe para poner fin a las hostilidades y establecer relaciones con Israel. Ciento cuarenta y nueve países reconocen el Estado palestino. Por favor, haga que su país sea el número 150. No habrá paz en Oriente Medio sin abordar esta noble cuestión de manera justa y equitativa.

Sea recordado como el pacificador.

Príncipe Turki bin Faisal Al Saud, príncipe saudí y exfuncionario del gobierno que se desempeñó como jefe de la Presidencia General de Inteligencia de Arabia Saudita de 1979 a 2001. Es nieto del fundador de Arabia Saudita, el rey Abdulaziz, e hijo del rey Faisal. Es presidente del Centro de Investigación y Estudios Islámicos de la Fundación Rey Faisal.

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