Franco Marconcini è un ottimo pittore toscano con mezzo secolo di attività artistica, anche se la sua biografia nel web appare ridotta all’osso: “Franco Marconcini è nato a Piombino nel 1938, vive e lavora a Buti (Pi) in Via Fratelli Cervi. Ha Frequentato lo studio del Pittore Anton Luigi Gajoni”.
Scarna, essenziale e anche misteriosa, questa biografia rappresenta abbastanza bene la figura di questo pittore che ha lavorato sempre con piacere, gusto e determinazione, in modo onesto e riservato…ben lontano da quella bolgia infernale che è il mondo dell’Arte Contemporanea, così come da quello della economia e politica attuali che, tutti insieme, sono diventati i soggetti delle sue ricerche di questi ultimi anni, sfociati in una serie di opere a tema unico: “il Caos”.
Come ci spiega il collega Gianfranco Tognarelli:”Marconcini sta lavorando su questo tema, il caos, la realtà è caos, almeno per lui, è un pò come ritrovare ordine nel caos attraverso la pittura. Come vedi ad ogni peso corrisponde un contrappeso ad ogni forza da una parte un equivalente da un’altra”.
Marconcini apparteneva a quel sodalizio di pittori che negli anni ’90 veniva chiamato “Gruppo di Buti” (dal nome dalla omonima località in provincia di Pisa), insieme a Marcello Frosini, Lori Scarpellini e Gianfranco Tognarelli. Come spiega il critico d’arte Nicola Micieli, per i quattro pittori “dipingere è un atto naturale, determinato da un bisogno autentico, come incontrare un amico e trattenerlo per stare insieme….il piacere di fare pittura e di poterne parlare con altri che hanno lo stesso intendimento”.
E questo “intendimento” è una intenzione, un proposito che viene da lontano. I quattro hanno frequentato nientemeno che lo studio di Anton Luigi Gajoni, uno dei più grandi artisti italiani del ‘900, che lasciata Parigi volle ritirarsi in Toscana, a San Miniato, lontano da quel mondo dell’arte che ormai iniziava il suo inesorabile cammino di corruzione e decomposizione generale.
E attraverso la grande maestria di Anton Luigi Gajoni i quattro di Buti ebbero la fortuna di ri-trovare il filo d’arianna che, di rottura in rottura, era ormai praticamente sparito sotto le macerie del nascente “concettualismo”. L’intendimento ridiventa quindi progetto, obiettivo, meta da raggiungere con il mezzo linguistico ritrovato della PITTURA. Il loro cammino pittorico si è poi sviluppato in percorsi differenti e personali, anche audaci ed inaspettati, ma sempre senza mai abbandonare questo loro “intendimento” antico e attuale.
Ho conosciuto Franco Marconcini quando, giovanissimi, tutti si partiva da un certo neoimpressionismo all’italiana, dipingendo insieme, le domeniche, i paesaggi della campagna pisana e del Monte Serra.
Poi lui ha pian piano maturato un linguaggio personale, arcaico,”etrusco”, semplificando le forme e le campiture di colore, in costruzioni e composizioni sempre equilibrate ed armoniche anche se a volte audacemente asimmetriche, con visioni monumentali ed essenziali, sempre raffinatissimo e meticoloso, in un lungo viaggio che oggi lo ha portato ad affrontare questo “Caos” con alcune soluzioni plastiche abbastanza vicine a Fernand Léger …. che era un costruttore delle forme che rappresentavano i costruttori del mondo, il mondo dei lavoratori. Mentre Marconcini costruisce a partire dal Caos esterno un ordine interno del dipinto…forse per trovare una soluzione, almeno pittorica, al disastro che gli esseri umani hanno costruito su questo pianeta.
Ho visto i suoi lavori di questi ultimi anni, direi forse decenni ormai, solamente in fotografia, ma mi immagino siano preziosi nella loro densità materica e pittorica, e sarà sicuramente da non perdere la sua prossima mostra che sta preparando per il prossimo mese di ottobre nel “Circolo arti figurative” della bella cittadina toscana di Empoli, in provincia di Firenze.
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Buongiorno, sono alla ricerca di elementi correlati ad una pittura parietale (immagino « a fresco ») realizzata dal Maestro Marconcini nella parete interna della navata principale della chiesa di Santa Maria del Carmine (detta anche « della Madonnina », a Tecchiena, frazione di Alatri in provincia di Frosinone. L’opera, realizzata nel corso degli anni ‘70, è andata perduta intorno alla fine degli ‘80 a causa del crollo della parete.
Sono interessato a pubblicare le vicende del sito e avrei bisogno di essere contattato per degli approfondimenti, sperando di aver individuato l’artista giusto, del quale la grande opera – popolarmente chiamata “il giudizio” – recava una firma “Marconcini” in basso a destra.
Il mio recapito, per un eventuale contatto è il 320-4369518.
Massimo Rossi