La più grande retrospettiva mai dedicata a Francesco Hayez a Milano, alle Gallerie d’Italia: 120 opere dell’artista in una grande mostra monografica che mira a ripercorrere l’intera carriera del famoso artista veneziano, evidenziandone il ruolo di protagonista nel passaggio dall’arte neoclassica a quella romantica.
Milano, Gallerie D’Italia – Dal 6 novembre 2015 al 21 febbraio 2016
Francesco Hayez l’abbiamo sempre visto con “la puzza sotto il naso”, con scetticismo, per via dell’accademicismo, dell’accademico e dell’accademia. Ma, forse in parte ci si sbagliava. Il nostro caro amico e collega GIANFRANCO TOGNARELLI ci invia adesso alcune interessanti note critiche su questa mostra……ovviamente con il noto nostro sentire controcorrentemente appassionato.
A Milano sono venuto per altri impegni, altre volte come ad esempio era accaduto per Segantini, proprio per visitare la mostra, ma avendo una mezza giornata libera, ho deciso di andare a vedere la mostra di F: HAYEZ.
Una ricca antologica sapevo, naturalmente sono andato senza troppo aspettarmi. Ero curioso anche di questo nuovo spazio, almeno per me, delle “Gallerie d’Italia”, Notevole.
Sin dalle prime sale, con opere dichiaratamente neoclassiche, con addirittura un lavoro fatto a sedici anni già notevole, e con un Ercole che una guida raccontava presentato al- prix de rome- e dalla giuria preferito ad Ingres!, sono stato colto da un senso di rispetto per l’artista.
Ne sono rimasto sorpreso, e questa è la spiegazione che mi sono dato : Hayez è Veneziano! (Avevo sempre pensato che fosse milanese) E quella certa robustezza del colore deriva probabilmente da questo. Si sente che dietro c’è un direi amore per Tiziano e comunque per la pittura veneta.
Questo senso di rispetto mi è rimasto anche di fronte alle opere restanti , è sempre robusto serio quasi mai troppo accattivante per fortuna. Naturalmente ha subito il gusto del tempo, e tutte le grandi composizioni storiche sono composizioni perfette ma eccessivamente scenografiche e declamatorie, racconti funzionali al tempo ma veramente retorici , e non basta la robustezza del colore a dar loro vita d’arte.
Comunque resta il senso di rispetto.
Quello che non capisco è la classificazione di romantico, se uno pensa ad un Gericoult o a un Delacroix, qui siamo in un altro mondo , rimane sempre quella freddezza propria del pittore neoclassico, che magari ha assunto per volontà contenuti romantici, allora probabilmente obbligati, ma lo spirito e la partecipazione, pittoricamente parlando, sono molto freddi. ( Mi sembra che il Piccio sia assai più vicino di lui al romanticismo)-Ti allego un paio di immagini di queste composizioni, per far capire cosa intendo.
Secondo me è rimasto prigioniero del successo,che deve aver avuto, assecondando il gusto del tempo, nei lavori ufficiali la sua volontà e lo spirito neoclassico un’po’ tarpano le ali, è sempre tutto perfetto! Anche in certi ritratti pur potenti si sente questo limite.
Finalmente una sorpresa, “la maddalena penitente” ha questi stessi limiti, ma a fianco c’era il solito dipinto, dove finalmente affiora un pentimento ,un incertezza, diventa umano. Ha distrutto la testa per cambiare posizione poi non soddisfatto ha lasciato la tela non finita! Meno male! Pittoricamente e coloristicamente più potente assai della prima. Ma non l’ha distrutta! Chissa, forse… (Una delle più belle mostre che io ricordi a Zurigo sui non finiti di Cezanne. Forse è una mia deformazione).
Dove ho sentito qualcosa di veramente autentico e respiro d’arte è stato di fronte a lavori direi intimi, non fatti per il pubblico. Hayez da il meglio di sé nei ritratti, e diventa grande nei ritratti non ufficiali così come negli autoritratti che dipinge nelle varie fasi della vita. Negli spazi lasciatigli liberi dall’ufficialità mi pare che i lavori sempre potenti siano più umani e più lirici.
Come vedi non ho parlato del “Bacio”, addirittura in tre versioni!!! E di altri dipinti sempre figure femminili probabilmente icone del tempo che forse ebbero grande successo ma non credo artisticamente significative.
Ho scelto le immagini da google perché non avevo portato la macchina fotografica, pensando non si potesse fotografare, e mi sbagliavo! Ma come vedrai ho scelto immagini che rispondono allo scritto.
Gianfranco Tognarelli
Sei anche un fine critico Gianfranco!…poi certe considerazioni le possono fare solo i pittori che capiscono la pittura….