Rocchetta Sant’Antonio: il quartiere degli artisti

D’estate la vita nei borghi dei Monti Dauni é piena di sentimento estetico (“aisthesis”) e di avvolgente bellezza naturale.
Da Via Giuseppe Di Vittorio, nei quartieri nuovi di Rocchetta dove alloggiavamo, scendevo a piedi tutte le mattine verso la piazza, godendo del meraviglioso profilo della cittá vecchia illuminata dai primi raggi del sole.

Poi, dalla piazza, in risalita imboccando i viottoli del centro storico dietro alla Chiesa Madre, fino alla chiesetta di San Giovanni Battista che la “residenza d’artista” del sottoscritto aveva trasformato in laboratorio di Pittura Murale.

Questo fresco e piacevole percorso mattiniero, e poi quello affaticante e caloroso del ritorno, era sempre allietato dal dilettevole saluto di qualche signora sulla soglia di casa o lavoratore o pensionato che incrociavo e che riscaldava il cuore trasmettendo affetto e interesse per il lavoro che stavamo realizzando al considerarlo molto importante per la comunitá.

Poi, maneggiando inabilmente la grossa chiave nella serratura antica della chiesetta di San Giovanni si apriva, ogni giorno, la grossa porta alla allegria del lavoro creativo, alla emozione estetica, a quella volontá di “dominare il caos che si è (e quello che c’é), di costringere il proprio caos (e il caos generale) a diventare forma (e colore): a diventare logico, semplice, univoco, matematico, legge (e luce): è questa qui, la grande ambizione”, come ci suggeriva il nostro amato Nietzsche.

L’immersione quotidiana nello spazio ingombrato e disordinato di scale, trabattelli, casse di colori, barattoli e secchi, stracci e pennelli e strumenti di tutti i tipi cercando di creare l’ordine ideale del giorno e come il direttore d’orchestra coordinare e sincronizzare tutti i musicisti per dare l’attacco al brano musicale.


Emergere dal caos, con la tavolozza organizzata e i pennelli puliti e selezionati, aggredendo energicamente problema. Si, perché nonostante tutte le programmazioni progettuali, pianificazioni e organizzazioni dettagliate delle attività, é sempre indispensabile creare il problema pittorico specifico quotidiano per poi cercare di risolverlo al meglio, a volte con le unghie e con i denti, nel trascorrere della giornata.

Giornate che passavano sempre troppo velocemente per sciogliere tutte le incertezze, i dubbi e le incognite del fare creativo, dove é sempre chiaro cosa NON bisogna fare, mentre le cose da fare sono sempre da inventare, a volte con scatti di freschezza pittorica, altre con pentimenti e ripensamenti.

Le visite di singoli o di gruppi sono andate crescendo con il passare del tempo, e sempre abbiamo cercato di creare un dialogo con tutti, oltre che per la amena gentilezza naturale di quelle persone, anche per un impegno preciso del Progetto di coinvolgere la comunitá nel procedimento creativo dell’opera.

E’ stata divertente la conclusione della prima fase dei lavori, con i pannelli dipinti a forme geometriche, quando la gente pensava che fossero quelle le opere finite e che io fossi un pittore “astratto”!

Evidentemente stavamo comunque sulla “strada giusta”, visto che quella, che era lo scheletro, la struttura delle successive composizioni tematiche, suscitava approvazioni e complimenti. Chiaramente significava che giá lo schema compositivo era sufficientemente equilibrato e integrato allo spazio interno della chiesa di San Giovanni, e la cosa ci faceva sommamente piacere.

Queste visite hanno avuto una impennata da quando, circa alla metá dell’opera. in un pannello che doveva rappresentare la processione della locale Madonna del Pozzo senza pensare alle inimmaginabili conseguenze, tra le persone indefinite ho dipinto il ritratto del mio aiutante tuttofare Massimiliano.

Non l’avessi mai fatto……é diventato il tema di discussione centrale dell’estate rocchettese….che ha diviso i cittadini sportivamente a favore o contro il ritratto.

Il tutto ha avuto felicemente termine dopo qualche settimana con la sostituzione del ritratto con quello del Parroci defunti che risquotevano il consenso unanime di tutti i cittadini del borgo.

Ma l’avvenimento nell’insieme é risultato essere una sorpresiva e inaspettata opportunitá per parlare di Pittura e d’Arte con i cittadini, i quali si sono andati lentamente “appropriando” dell’opera e in parte anche dell’artista e pure della mogllie dell’artista, quando a voce di popolo arrivarono gli inviti a prendere la residenza ed aprire una Bottega d’Arte a Rocchetta Sant’Antonio.

D’altra parte é scaturita anche la proposta di sostituire il nome del Quertiere Pescara che accoglie il Complesso Pittorico- Monumentale di San Giovanni Battista con il nome di “Quartiere degli Artisti”. E la cosa sarebbe davvero meravigliosoa, in quanto ricorda abbastanza da vicino il quartiere bohémien di Montmartre a Parigi, con il vantaggio di avere un meraviglioso carattere MEDITERRANEO e di essere ubicato nel baricentro di civilizzazioni millenarie.
Chissá, magari con una qualche facilitazione o incentivo, questo magico quartiere di Rocchetta Sant’Antonio possa attrarre artisti del Mediterraneo e del mondo e diventare un luogo privilegiato di ispirazione per il sentimento estetico (“aisthesis“) e per la bellezza naturale.

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