Ho scoperto Momò navigando in Internet, dove di lui se ne parla ovunque, tanto, e fin dalle prime immagini e sue dichiarazioni ho provato una simpatia naturale per le sue opere e per il suo operare.
Uguale e tanto diverso da me. Tanto uguale, non nel senso di uniforme, piatto e magari omologato ma, al contrario…..individuo assolutamente individuale, però uguale nella tensione per la giustizia, pace e felicità sulla terra….e uguale nella ricerca di nuovi linguaggi della Pittura, che non è né morta né obsoleta come anelano gli “artecontemporaneisti” al potere..
E uguale anche nel sogno di ri-integrare le Arti divorziate, riproponendo la unità tra Pittura, Scultura e Architettura, che è il cammino dell’Arte Pubblica (il “No hay más ruta que la nuestra” del nostro caro David Alfaro Siqueiros) e, insomma, distanti ma con una rotta ugualmente e assolutamente controcorrente e definita …. “caminantes somos y por el camino andamos” come dice Saramago…….lavorando e cercando di contribuire onestamente e dignitosamente con il nostro piccolo “granito de arena” a cambiare le cose.
E, senza saperlo né conoscerci, abbiamo incrociato varie situazioni e personaggi che hanno lasciato tracce profonde in questo cammino, come il maestro Gabriele Mucchi a Milano che ospitò Momò nei suoi primi mesi milanesi, nello stesso studio del Maestro che io frequentavo, e dove ho posato come modello per i suoi dipinti sulla morte di Pier Paolo Pasolini; come il maestro Aurelio C. che frequentammo entrambi in periodi differenti…e poi Mario De Micheli e, insomma, quei grandi artisti e intellettuali che fino alla fine hanno lottato per un’arte nuova in una Italia verticale, dignitosa e onesta.
Momò è un “disegnatore satirico di razza” disse Mario De Micheli……
E’ vero. E’ un Pittore di quelli che disegnano prima di tutto e soprattutto, e il colore lo usa in funzione del disegno e del senso del suo lavoro. Ma può benissimo anche farne a meno del colore, e dipingere monocromo, anzi, personalmente lo preferisco senza colori, che mi sembra più potente, poderoso e monumentale.
Caricaturista graffiante del nostro Belpaese corrotto, provinciale, decadente, con una satira pungente e grottesca della politica e del costume con i suoi magistrati, politici, cardinali, portaborse e ruffiani, baldracche e banchieri della prima, seconda e terza repubblica, che ricordano certi espressionisti tedeschi come Otto Dix o George Grosz o, in Italia le critiche graffianti delle consuetudini borghesi degli Strapaesani come Mino Maccari o più recentemente Alberto Manfredi, quel bravo Pittore e Incisore di Reggio Emilia che fu mio Maestro a Firenze.
Ma senza più spigoli e contrasti eccessivi: Momò è mediterraneo, e il suo “espressionismo” è rotondo, sinuoso, solare, pieno di mezzi toni, e pieno anche di anelli, brilli, brillanti e lustrini, colorini e dorature, coriandoli in un carnevale comico e teatrale, pieno, gonfio, straripante e bianco e nero come il barocco spagnolo o quello coloniale, che è tragico…..come lo è oggi la realtà italiana che, forse, è anche più tragica, senza che si sappia, o ibernata nella indifferenza, incoscienza, omertà, e l’arroganza e la vanità del Belpaese che fu.
http://www.artmomo.com/
http://www.artmomo.com/blog/
piu’ poetico di aurelio,mi piace dipiu’quando ci mette meno elementi e nei disegni
Pingback: Momò Blog » Blog Archive » Siciliano per caso
Pingback: Momò Blog » Blog Archive » Momò Calascibetta, pintor mediterráneo “casualmente siciliano”