Gli amici Pittori Gianfranco Tognarelli e Governatori Maurizio hanno recentemente visitato il Duomo di Prato dove, nel 2007 sono terminati i restauri della Cappella Maggiore che contiene i celeberrimi affreschi di FILIPPO LIPPI…opera che, come disse il Vasari, è “la più eccellente di tutte le cose sue“.
Gianfranco Tognarelli tra l’altro commenta:…..”Filippo Lippi è grandissimo, pienamente rinascimentale nella forma, si sente Masaccio a monte anche se forse non domina l’insieme in un tutt’uno allo stesso modo, ma i brani sono altissimi. Non so se dalle foto che ho cercato di illuminare si pùò vedere, sono fatte in condizioni difficili….
……..Quando vedo questo Filippo Lippi, mi viene sempre in mente Bargellini (Piero n.d.r.) che parlando di Botticelli e delle sue donne dice che se si bucassero non uscirebbe sangue mentre in questa Danzatrice (la Salomè di Filippo Lippi n.d.r.) si intuisce il sangue rosso e caldo! Da considerare che questi lavori sono del ’40, quindi precedenti di Circa 40 anni quelli di Sandro (Botticelli n.d.r.)”……
…”All’apice della notorietà, nel 1452 fra Filippo era stato incaricato dal Comune di Prato di affrescare la cappella maggiore della Pieve di Santo Stefano, l’attuale Duomo, dopo che l’Angelico aveva declinato l’offerta. Il notissimo ciclo con Storie di santo Stefano e san Giovanni Battista – “la più eccellente di tutte le cose sue”, come rilevava il Vasari – fu condotto dal Lippi e dai collaboratori (tra i quali è documentato solo fra Diamante) dal 1452 al ’65, con lunghe pause derivanti da altri impegni e dalle complesse vicende sentimentali dell’artista.
Assai libera è la composizione delle scene, di impianto complesso e imponente, con spazi dilatati da prospettive aperte, in un originale rapporto tra figure e ambiente. Gli elementi prospettici non adottano forme rigorose (vi sono spesso molteplici punti di fuga), puntando piuttosto all’effetto scenografico e alla continuità della narrazione. La concezione monumentale delle figure (che secondo il Vasari fa del Lippi il precursore dell’arte cinquecentesca e di Michelangelo), non ne impedisce la leggerezza, grazie alla pennellata liquida e luminosa e ai vaporosi panneggi. La capacità del Lippi di improvvisare e di aggiustare l’effetto delle composizioni direttamente sul cantiere comportava che sulle parti eseguite ad affresco fossero eseguite abbondanti aggiunte e completamenti a secco (anche interi gruppi di figure), in buona parte perduti a causa delle antiche puliture, mentre le linee scure che sottolineano orli, decorazioni e aureole sono applicazioni in cera, in origine dorate)…
( http://www.restaurofilippolippi.it/lippiaprato_03_ciclo.htm )
Un video interessante che da, più o meno, la idea dello spazio della Cappella Maggiore. 2007 – Prato – Duomo – Affreschi di Lippi
http://www.youtube.com/watch?v=BaZYAhXvY7c&feature=player_embedded#!