Nel 1996 stavo a Managua, vivendo una delle mie rare situazioni di tranquillità reale e spirituale. E un pomeriggio mi è improvvisamente apparsa “La Venere di Urbino” del Tiziano in versione tropicale, nel ristorante italiano “Magica Roma”, vicino alla laguna di Tiscapa. Era una ragazza nicaraguense pura, pero’ abbastanza alta e non tanto magra, capelli scurissimi, occhi provocanti (come o più del dipinto di Tiziano) e una pelle abbronzata e vellutata che faceva voglia di mettersi a dipingere lì stesso.
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“La Venere Centroamericana” o “Venere nicaragüense”
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