Pane e basket / 1

spaghetti cacio e pepeSeguire la Cimberio (o il Varese) in trasferta ha i suoi bei vantaggi, soprattutto in caso di vittoria come è accaduto domenica a Roma. Tra gli altri, spesso, c’è quello di assaggiare le specialità locali e di scoprire qualche ristorante particolare: leggendario quello nella zona di Forlì, dove alla cucina tradizionale si abbina l’oste che è il massimo conoscitore di basket slavo d’Italia. O il “Rivabella”, covo Fortitudo a Zola Predosa dove contiamo di tornare in occasione della partita con la Virtus.

A Roma è toccato all’Osteria Opificio (via Albalonga), scoperta sabato sera dall’amico Roberto Bof che ha subito bloccato un tavolo per domenica a pranzo. Ci siamo trovati decisamente bene: le specialità sono sì tradizionali ma servite con cura e con una certa ricerca, e anche al vino è data grande attenzione. Certo, un “primitivo riserva” come il Tretarante di Milleuna (ottimo!) non è proprio leggero (17 gradi!), ma tra il pranzo e la partita dell’Eur è trascorsa qualche ora…
Vasta e curiosa la selezione di affettati e formaggi: i primi provenienti da diverse zone d’Italia, i secondi più concentrati sul Lazio. Ma il piatto forte, per il quartetto giornalistico-fotografico varesino in trasferta, è stato il primo. Per me (e per Simone) uno strepitoso “cacio e pepe” (foto di repertorio) con julienne di porri croccante; per Bof e per il Caio una “carbonara” altrettanto valida. Ottimi anche i dolci, presto spariti dai piatti. Prezzi non bassi ma comunque spendibili, anche perché la qualità è sicuramente alta.

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2 risposte a Pane e basket / 1

  1. Vichy78 scrive:

    quant’è dura lavorare!

  2. un bof scrive:

    …ottimo punto di ristoro per corpo e anima, scoperto grazie alla medaglia d’oro del canottaggio paralimpico Luca Agoletto. Spero di non pagare caro con gli esiti degli esami del sangue. Un’asterisco sulla voce “colesterolo” è praticamente scontata.
    Nel lasciare Roma, una domanda: perchè cappuccino e brioches si pagano la metà di un qualsiasi bar di Varese? Il vero valore aggiunto della proficua trasferta, pagata ognuno di tasca propria, è stata la compagnia (non quella aerea…). Alla prossima!

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