Pane e Basket / 3

Mangiare bene a Bologna non è certamente un’impresa difficile. Tra la città e i contrafforti appenninici le alternative abbondano, ma per gli appassionati di basket c’è un posto in particolare che non può passare inosservato.
Il nome ufficiale è Trattoria Rivabella, dal nome della frazioncina di Zola Predosa che si raggiunge dopo aver superato Gesso e Gessi (sic!); nel linguaggio comune però tutti la conoscono con il nome del gestore: “Da Ugo”.

Non è probabilmente il ristorante più ricercato, né il più caro, né quello a più alta qualità, anche se sotto quest’ultimo punto di vista non c’è proprio nulla di che lamentarsi, visto che una visita “da Ugo” si rivela sempre notevole. La specialità della casa sono senz’altro le tigelle e le crescentine, accompagnate da ogni ben di Dio: salumi misti, battuto di lardo (forse il contorno più caratteristico), sottoli, sottaceti fino al leggendario squacquerone. E la nutella per una dolce conclusione. Un superpiatto che vale sia come antipasto sia come secondo e naturalmente questa è stata la scelta (praticamente obbligata) per il pranzo che ha preceduto la vittoria della Cimberio sulla Virtus. Non potevano mancare il primo (meglio rispetto alla carne) e il vino: l’uno è stato risolto con il tris “tortelloni burro e salvia – gramigna alla salsiccia – pasta panna e zucchine”, l’altro con il classico lambrusco secco.
Per gli appassionati di basket però, il “Rivabella” va oltre le portate: il gestore Ugo è un addetto ai lavori ed è stato osservatore per squadre di Serie A; il locale è frequentato dall’intera galassia cestistica bolognese e nazionale (chi lo ha conosciuto, ci ritorna) e alle pareti abbondano i cimeli. C’è la maglia della Skipper-Fortitudo dello scudetto (la trattoria è un feudo della tifoseria biancoblu) firmata dai giocatori, alcune foto (Morandotti dietro la cassa, ad esempio) storiche e addirittura le canotte autografate di Gary Payton e Scottie Pippen. E a proposito di maglie, non manca un excursus agli altri sport, con quella iridata del ciclista Oscar Freire, quella gialla di Lance Armstrong e quella rossoblu di Beppe Signori. Un piccolo museo alle pareti che può trasformarsi in una piacevole sorpresa: al tavolo vicino potrebbe sempre sedersi qualche pivot di livello internazionale…

Questa voce è stata pubblicata in a canestro e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.