Una volta c’era il signor maestro

Una volta c’era il signor maestroIl Maestro

Leggo,oggi su Varesenews che un bel po’ di insegnanti precari non percepiscono lo stipendio così come non lo percepiscono altri lavoratori impegnati nel Pubblico o nel Privato.
Ad essi va la mia totale ed incondizionata solidarietà ed auguro che le difficoltà possano risolversi al più presto. In altri contesti mi è capitato di affermare che nei confronti dei lavoratori ( ed anche delle Imprese creditrici che hanno bisogno di denaro per pagare i lavoratori ed investire) lo Stato è fellone.
Fellone nell’accezione etimologica del termine. Nel Medioevo tale era il mancatore di fé, ovvero il mancatore alla parola data; il reprobo non aveva scampo: marchiato per la vita!
Lo Stato, mentre non paga il dovuto, continua a sperperare denaro pubblico: invito a rivedere la trasmissione “Presa Diretta” a cura di Riccardo Iacona di domenica 10 marzo sugli aeroporti inutili … Dunque, forte coi deboli. E qui non si tratta solo di una sacrosanta sete di giustizia, qui si tratta di pagare i mutui, le bollette, di comprare il pane ed il latte …
Fellone: stipula contratti, pretende lavoro fatto bene ma, quando è il momento di pagare, “non si fa trovare in casa”, come un moroso qualsiasi; senza nemmeno avere il fiato di Equitalia sul collo.

Vorrei, però, sommessamente, rimarcare il diverso ruolo degli insegnanti rispetto a tutte la altre categorie di lavoratori (sottolineo ancora una volta a scanso di equivoci, rispettabilissime). L’insegnante è qualcosa di più, il suo compito non è solo quello di insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto. Il buon insegnante ha una responsabilità più alta: è un collante.
Il collante che lega le unità per farle diventare collettività attraverso la trasmissione di ideali comuni, coscienza civica, responsabilità individuale e memoria storica.
Ai buoni maestri non si deve solo il merito di un’operazione di aritmetica o di un riassunto ben scritto, ai buoni maestri si deve, in parte, il merito di creare la consapevolezza di sé ed una coscienza critica, individuale e collettiva.
Mentre nei Paesi europei più evoluti, anche in questo periodo di crisi (forse specialmente ora!) vengono stanziati cospicui fondi per la Scuola e la Ricerca in Italia, in questi settori strategici, si taglia e tagliando tagliando, ci stiamo ritrovando in un deserto senza punti di riferimento.
C’è un urgente bisogno di rimboschimento per costruire un Paese moderno, civile e degno della sua Cultura.
Un Paese dove il maestro sarà di nuovo “il Signor Maestro”.

Gianni Barba

Un pensiero su “Una volta c’era il signor maestro

  1. Prima che ti si cominci a chiamare “Signor Maestro” vedo “chiari di luna” economici all’orizzonte.
    La situazioe è tragica ma che ne dici di questa proposta grillina?
    Prendiamo cosa si legge sul blog di Beppe Grillo
    “Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici – Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch’essi dalle tasse. E’ una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza”.
    Quindi secondo Grillo-Casaleggio la “macchina” dovrebbe essere sostituita con un reddito di cittadinanza.
    BENE!!!
    Eliminiamo le pensioni ed il suo sistema di protezione?
    Le sostituiamo totalmente per assegnare poi ad ogni pensionato un “tot comune? A quanto ammonterebbe questo reddito di cittadinanza? 800- 1000 euro? Per mia madre con le sue 435 euro sarebbe una pacchia, e che ne sarà di quelli che ne guadagnano attualmente 1300-1400, giusto per dire?
    Eliminiamo gli stipendi degli statali? Questo è quello che si evince dal Blog Grillo-Casaleggio.
    Come li paghiamo? Con il reddito di cittadinanza UGUALE PER TUTTI?
    Casaleggio che intervistato anche in merito ha risposto –andate sul blog, le mando una email”
    Caro Maestro sei a conoscenza di questo disegniono programmatico?
    C’è un urgente bisogno di rimboschimento per costruire un Paese moderno, civile e degno della sua Cultura.
    Un Paese dove il maestro sarà di nuovo “il Signor Maestro”.

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