 James ha quattro anni, non vedeva quasi nulla. Oggi ha ritirato i suoi primi occhiali. È una delle oltre 600 persone che sono state visitate da Alessio, ragazzo varesino di 26 anni, ottico di professione, presente in questi giorni a Mare Rouge insieme agli altri volontari legati a don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini. Non è la prima volta che viene ad Haiti, vi era già stato quasi tre settimane nella scorsa primavera avviando così un progetto di visite ottiche.
James ha quattro anni, non vedeva quasi nulla. Oggi ha ritirato i suoi primi occhiali. È una delle oltre 600 persone che sono state visitate da Alessio, ragazzo varesino di 26 anni, ottico di professione, presente in questi giorni a Mare Rouge insieme agli altri volontari legati a don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini. Non è la prima volta che viene ad Haiti, vi era già stato quasi tre settimane nella scorsa primavera avviando così un progetto di visite ottiche.
In questi giorni ha consegnato tutti i gli occhiali preparati in Italia nei mesi scorsi, sulla base delle visite effettuate. 648 per la precisione. James era uno dei bambini visitati, gli mancavano circa 9 diottrie, ma non si è presentato in ambulatorio per ritirare gli occhiali. Sono stati rintracciati i genitori e oggi è venuto a prenderli.
 Oltre alla strumentazione necessaria alle visite e gli occhiali da vista, Alessio ha portato ad Haiti anche più di 700 occhiali da sole. «Le principali patologie che ho riscontrato riguardano proprio i problemi legati all’alto livello di ultravioletti: Pterigi, pinguecole i casi più comuni, infezioni batteriche e virali presenti ma con meno frequenza  – spiega Alessio -. Abbiamo fatto quello che si poteva, fornendo gli occhiali adatti alle persone visitate e consegnando quelli da sole. La luce diurna però, anche se non sembra, causa tanti danni. Molti si sono presentati troppo tardi, servirebbe una prevenzione e un controllo appena emergono i problemi iniziali».
Oltre alla strumentazione necessaria alle visite e gli occhiali da vista, Alessio ha portato ad Haiti anche più di 700 occhiali da sole. «Le principali patologie che ho riscontrato riguardano proprio i problemi legati all’alto livello di ultravioletti: Pterigi, pinguecole i casi più comuni, infezioni batteriche e virali presenti ma con meno frequenza  – spiega Alessio -. Abbiamo fatto quello che si poteva, fornendo gli occhiali adatti alle persone visitate e consegnando quelli da sole. La luce diurna però, anche se non sembra, causa tanti danni. Molti si sono presentati troppo tardi, servirebbe una prevenzione e un controllo appena emergono i problemi iniziali».
È la prima volta che si attua a Mare Rouge un progetto dedicato ai problemi della vista, e non è escluso che possa proseguire in futuro e attuare la prevenzione necessaria.
 Alessio non ha dubbi a ricordare un paziente speciale: «L’ho visitato a primavera, si chiama Olando, ha 16 anni. È fortemente miope e astigmatico, quando si è presentato inciampava dappertutto. Quando gli ho messo gli occhiali di prova, si è illuminato. Si è guardato in giro a bocca aperta, incredulo di fronte a quello che vedeva. In questi casi si dovrebbe portare avanti una terapia progressiva, sopratutto con un soggetto che fin dalla nascita ha più di 15 diottrie miopiche evitando lo shock e l’adattamento troppo repentino. Ma questo discorso è inattuabile venendo ad haiti poche settimane l’anno».
Alessio non ha dubbi a ricordare un paziente speciale: «L’ho visitato a primavera, si chiama Olando, ha 16 anni. È fortemente miope e astigmatico, quando si è presentato inciampava dappertutto. Quando gli ho messo gli occhiali di prova, si è illuminato. Si è guardato in giro a bocca aperta, incredulo di fronte a quello che vedeva. In questi casi si dovrebbe portare avanti una terapia progressiva, sopratutto con un soggetto che fin dalla nascita ha più di 15 diottrie miopiche evitando lo shock e l’adattamento troppo repentino. Ma questo discorso è inattuabile venendo ad haiti poche settimane l’anno».
In questi giorni Olando si è presentato a prendere i suoi occhiali da vista. Li ha messi e ha salutato Alessio. Semplicemente guardandolo. Ha sorriso. Come James. E anche Alessio si emoziona ancora quando ne parla.
