La scuola di Bourra è nuova ed è stata costruita grazie ai tappi di plastica. È stata inaugurata l’anno scorso dopo essere stata interamente ristrutturata dalla parrocchia di Sant’Anna. Ci sono andato oggi con don Giuseppe e don Mauro per incontrare otto insegnati che dovevano firmare il contratto per il nuovo anno scolastico. Anno che qui inizierà il 16 di ottobre. Ma di statale questa scuola non ha nulla: non riceve finanziamenti e gli stessi insegnanti vengono sostenuti dalla parrocchia. Si trova a circa mezz’ora di Jeep dal centro di Mare Rouge e durante l’anno accoglie 200 bambini, dall’asilo (qui chiamato prescolare) fino a coprire l’arco delle sei classi elementari. Senza questa scuola, i bambini della zona non avrebbero alcuna istruzione, perché per raggiungere il centro di Mare Rouge (dove c’è un’altra scuola parrocchiale che accoglie circa 700 bambini fino alla scuola media) ci vogliono quasi due ore di cammino.
La parrocchia ha quindi deciso di investire in questa ristrutturazione. Come? «Con i tappi raccolti in Italia – racconta don Giuseppe -. Quasi tutto quello che è stato raccolto ha potuto fornirci i soldi per la ristrutturazione. Il resto lo hanno fatto gli uomini del posto, con le loro professionalità». Il tutto su un progetto di Pierangelo Brugnera, altro volontario, architetto, che è stato qui a inizio agosto per seguire altri progetti. «La struttura è in armonia con il territorio, a scalare seguendo la pendenza del terreno – aggiunge don Mauro, ma soprattutto le classi sono arieggiate, non chiuse e cupe, ma vivaci. Questo è molto importante».
Ora la scuola funziona a pieno regime, per ottobre è tutto pronto.Ho incontrato due maestri dopo la firma dei contratti e anche loro sono pronti. «Sono cresciuto a Mare Rouge e poter insegnare mi riempie di orgoglio perchè mi occupo della mia comunità – racconta Willams, professore di matematica e creolo -. Le difficoltà non sono poche perchè la distanza è molta per tanti bambini che arrivano da Col da Fer (mezz’ora a piedi, ndr) o da più lontano. Soprattutto quando piove, si inizia tardi e gli studenti arrivano pieni di fango. Ma non si può fare nulla, solo adattarci alla situazione e fare il meglio possibile».
Condizione diversa per una donna: «Nella pre-scolare prendono l’insegnante più come una madre che li accudisce – racconta Belem, professoressa a Bourra da 10 anni -. Ma poi riusciamo a far capire loro che è diverso. Con questa nuova scuola la vita è cambiata molto per noi e per i bambini. Si riesce a seguire di più le lezioni e i piccoli sono più contenti. La sentono più come una casa».
Dopo aver passato la mattina coi professori, torniamo verso Mare Rouge. In macchina sono stupito del lavoro messo in piedi dalla parrocchia per dare un’opportunità di studio a questi bambini. Faccio i complimenti ai due don, in fondo sono quasi mille bambini che hanno un’istruzione grazie a queste iniziative. Anche loro sono contenti, ma con un rammarico: «Sono solo il 12 per cento dei ragazzi che ne avrebbero bisogno».
Chiedo spiegazioni, parlano i numeri che mi snocciolano don Giuseppe e Don Mauro: «Mare Rouge si estende su un territorio vastissimo, con ore di cammino da una parte all’altra. Si contano forse 50mila abitanti, e il 65 per cento sono bambini e ragazzi. Chi non è a scuola è nelle case o per strada».