Alan Wake, il gioco di Remedy e Microsoft Game Studios, in sviluppo da anni e più volte rimandato (dovrebbe uscire entro la prima metà di quest’anno su piattaforma Xbox360), è tornato prepotentemente alla ribalta. Lo avrà fatto in senso positivo, o in senso negativo? A voi giudicarlo…
Robbie Bach, responsabile della divisione Entertainment and Devices di Microsoft, ha infatti dichiarato sulle pagine di Videogamer.com che Alan Wake sarà un thriller psicologico ad episodi la cui trama verrà sviluppata anche grazie ai (sempre più onnipresenti) contenuti scaricabili, altrimenti detti DLC. Mr. Bach paragona la storia narrata nel gioco ad un vero e proprio serial TV, “una sorta di LOST scritto da Stephen King e diretto da David Lynch” (io avrei preferito un Will & Grace scritto da Ale e Franz e diretto da Neri Parenti, ma non faccio testo). Successivamente all’uscita del gioco nei negozi, dunque, grazie ai DLC potremo proseguire la nostra avventura, aggiungendo via via ulteriori tasselli alla trama del gioco.
Al momento non è chiaro se il prodotto “scatolato” godrà comunque di una trama autoconclusiva e indipendente dalle successive “espansioni”, anche se in base alle informazioni divulgate sembra proprio che Alan Wake andrà oltre la strada aperta a suo tempo da Prince of Persia, che aveva visto relegare il proprio finale (quello vero!) ad un contenuto scaricabile, e si affiderà pesantemente ai DLC per offrire al proprio pubblico una narrazione completa sotto tutti i punti di vista.
La tendenza sembra essere ormai segnata: sono sempre di più i videogiochi che si affidano ai DLC per sconfiggere la piaga della pirateria. Se infatti un tempo era relativamente semplice, per un pirata, “recuperare” in qualche modo il gioco completo, ora rinunciare ai contenuti offerti nei DLC (difficilmente piratabili…) significa rinunciare ad una parte significativa dell’esperienza di gioco.
Anche Bioware con il suo gioco di ruolo Dragon Age: Origins sta rilasciando una serie di DLC che, seppur criticabili sotto l’aspetto della longevità (“Return to Ostagar” pari non duri più di un’ora), contengono una mole impressionante di informazioni e di retroscena sul mondo di gioco che un appassionato non dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Tutto questo è bene o male? Va tutelato il diritto delle software house di difendersi dalla piaga della pirateria (anche ricorrendo ai DLC), oppure l’utente ha il diritto di acquistare un prodotto completo (senza dover ricorrere ai DLC)?
Chiedetelo ad Alan Wake, non appena uscirà…a episodi.
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Sempavor
Fanbit