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Uomini: esseri sostenibili

inserito il 12/6/2009 alle 10:00

varesenews incontro dipak r pantKenneth Boulding, economista rivoluzionario, nonchè poeta e pacifista statunitense ha coniato la frase "Chi crede che sia possibile una crescita infinita in un mondo finito è un pazzo o un economista".

Queste parole possono riassumere il concetto di fondo che viene trattato dal professor Dipak R. Pant, docente dell'Università Carlo Cattaneo  di Castellenza, nella serata dedicata all'ambiente e alla sostenibilità dal titolo "Le strategie della cittadinanza per la sostenibilità" che si terrà questa sera, venerdì 12 giugno, alle ore 20.45 presso l'associazione Apriticielo.

I concetti che saranno ripresi dal professor Pant sono forti della loro semplicità: l'aumento della popolazione del pianeta, che in circa 200 anni è cresciuta di 6 volte, e soprattutto l'omologazione degli ultimi anni verso stili di vita globalizzati e basati sul consumo e sul presunto benessere (cosi come ci viene fatto intendere da Governi e dall'uso del PIL come metro del nostro benessere) sono la causa del collasso ambientale a cui stiamo andando incontro. Il superamento della capacità di carico dovute alle pressioni, prelievi ed emissioni di risorse in un breve arco di tempo può portare l’eco-sistema verso imprevedibili conseguenze.

Il richiamo è dunque uno: siamo noi i responsabili di quanto accade sul nostro pianeta e come asserisce Goleman in "Intelligenza ecologica" è proprio la consapevolezza del nostro essere parte dell'ambiente e non usufruttuari dello stesso che può "salvarci" sia dalle catastrofi ambientali sia dalla morsa consumistica nella quale siamo inseriti.

La logica della crescita del consumo e della generazione di nuovi bisogni che soddisfino nuovi consumi  è il cardine dell'economia dell'eterno sviluppo e anche la causa principale dei danni ambientali e anche di alcuni dei nostri malesseri.  Nella società occidentale l’aumento della disponibilità di beni materiali e di servizi viene pagato dai consumatori-cittadini con la perdita della qualità dell’ambiente, del tempo libero e della salute. Perciò i beni e i servizi acquistati diventano sostitutivi di beni e servizi (salutari, ricreativi, estetici…) che la vita sobria, l’ambiente sano e il paesaggio naturale, in precedenza fornivano già gratuitamente. Nella maggior parte dei casi tale sostituzione, obbligata e non volontaria, produce una diminuzione del ben-essere personale e di quello ambientale.

Riappropiarsi del contatto con la natura e l'accettazione delle proprie responsabilità è quindi la via per salvare il pianeta. E ciascuno di noi.

 

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