Negli scorsi giorni le tematiche ambientali sono state affrontate, oltre che da noi, anche a livello globale. Si è concluso qualche giorno fa, infatti, il G8 Ambiente che si è tenuto a Siracusa. Alla 3 gironi, alla quale hanno partecipato i Ministri dell’Ambiente del paesi del G8 insieme Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto, Repubblica Ceca (Presidenza di turno dell'Ue) e Danimarca.
Cerchiamo di fare chiarezza sui punti che sono stati discussi al Castello Maniace di Siracusa. L’idea di fondo che ha attraversato il G8 è quello di riuscire a stabilire un’alleanza tra i Paesi del nord e del sud del mondo, nel segno di una tecnologia che sappia coniugare ambiente e sviluppo. Per molti queste due parole non sono accostabili e anzi, spesso, attorno alla parola “sviluppo” e “Paesi in via di sviluppo” nascono delle controversie sul significato da dare. Nella nostra economia sviluppo fa rima con crescita e crescita con consumo di risorse. Risorse che invece, nell’accezione dei termini ambientali, vanno tutelate e consumate con efficienza.
Ad ogni modo a Siracusa sono stati affrontati temi di grande importanza che sono stati riassunti in un documento della tre giorni, il Chair Summary e nella Carta di Siracusa.
Della Carta di Siracusa fa parte il documento sulla biodiversità lanciato dallo slogan 'Biodiversity is business'. La biodiversità è una risorsa per lo sviluppo e per la lotta ai cambiamenti climatici. E proprio in questo ambito che è necessario far scendere in campo le eco-tecnologie, tecniche a basso contenuto di carbonio.
E proprio sulla questione del carbonio e della cattura della CO2 si segnala l’accordo siglato da Italia, Australia e Enel per lo stoccaggio dell’anidride carbonica. L'Enel sarà uno dei membri fondatori del Global Carbon Capture and Storage Institute australiano che studierà le tecnologie di cattura della CO2.
L’Italia sigla anche un altro accordo con il Sudafrica per una cooperazione sull'efficienza energetica e riduzione di anidride carbonica. La cosa segue il progetto Italia – Tunisia per una piattaforma tecnologica dedicata alla diffusione delle fonti rinnovabili nell’ Africa del nord, progetto è stato lanciato a Tunisi dal direttore generale del Ministero dell’Ambiente italiano Corrado Clini e dal ministro tunisino dell’Energia Afif Chelbi.
Un’argomento notevolmente importante e voluto fortemente in agenda da parte di Giappone e Stati Uniti ha riguardato il tema 'salute dei bambini'. Le azioni identificate nel corso degli incontri sono l’eliminazione del piombo dalla vernice e dalla benzina, la collaborazione a ricerche e studi sulla salute dei bambini e dell'ambiente inclusi gli impatti degli agenti chimici, dei metalli pesanti e dei cambiamenti climatici e un miglioramento della conoscenza costruendo nuove capacità professionali.