Anche le biglietterie automatiche hanno un cuore

Un pendolare minaccia una biglietteria automatica con la pistola: arrestato. Purtroppo, tra uomo e macchina i rapporti restano difficili, ma la legge trionfa. Alla stazione di Busto Arsizio ha prevalso la tecnologia, perché ha avuto più sangue freddo. L’animale a due gambe, quando non riesce ad aver ragione con le buone, finisce sempre per sbroccare e passare alle maniere cattive: la violenza, è evidente, si dimostra più che mai sintomo di debolezza, al contrario di quello che molti potrebbero pensare. E la dinamica è sempre la stessa, dalla politica internazionale alla coda al semaforo, fino alla vita quotidiana spesa tra le banchine delle stazioni e le carrozze degradate di un treno localissimo.

È vero, la biglietteria automatica a volte è bastarda, ma almeno non fa sciopero: tra le tante sigle sindacali che proliferano tra i ferrovieri, non ce n’è una che abbia mai pensato di difendere i loro diritti, anche se, a questo punto, qualcuno potrebbe pensarci. Non potendo azzardare vertenze su orari di lavoro, minimi salariali e ammortizzatori sociali, almeno uno straccio di comitato potrebbe valutare una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza: scorta armata o possibilità di difendersi. Basta violenza, insomma: anche le biglietterie automatiche, in fondo, hanno un’anima. Altrimenti che si torni all’occhio per occhio.

Ogni lunedì mattina, lo sanno tutti, la stazioni sono una giungla, ma come nei peggiori saloon è comunque vietato sparare sul pianista. Un pistolero esaurito, invece, ha infranto l’unica regola ancora in vigore nel far west e la legge, implacabile, ha fatto il suo corso. Il popolo dei pendolari è in subbuglio, perché voci incontrollate, ma non smentite, sostengono che tra i meandri del pacchetto sicurezza ci sia un articolo che istituisce anche il reato d’ingiuria e sputi ai danni delle macchinette automatiche: è la fine di un’epoca, i maleducati sono avvertiti e, presto, anche le macchinette saranno autorizzate a rispondere per le rime. «Ridammi il resto, zoccola!», «E tu pigia il tasto corretto, stronzo!». La fanno franca, invece, i soliti maniaci: eppure, sembra non siano pochi i casi di stupro delle biglietterie automatiche nelle stazioni più desolate della Pianura Padana. Ma il ministro per le Pari opportunità si sta già attivando.

In quell’angolo triste e isolato della stazione di Busto si è consumato un dramma che, se alle biglietterie automatiche fosse garantito il diritto di replica, si sarebbe potuto evitare:
«Vuoi fare la furba eh!? Io il biglietto l’ho già pagato, ora vediamo se di fronte alla mia pistolona, ti torna la voglia di fottermi»
«Dai non fare così, ragiona, ti posso spiegare tutto…»
«Spiegare cosa? Mi hai tradito e io non ti perdono»
«Fai presto a dire tradito, ma prova a riflettere su come mi hai trattata. Come sempre hai fatto tutto di fretta, ma ti ho sempre chiesto di fare attenzione ai preliminari. Non tutti i buchi sono buoni, poi: per chi mi hai preso?»
«Basta, ho già ascoltato abbastanza, è giunta la tua ora»
«Su, aspetta, non perdere la testa. Se metti via la pistola, ti dò l’indirizzo di una mia amica che li dà gratis e lo fa da tutti i buchi»
«Le solite favole, ma dove l’hai vista, con le bagnine di Baywatch?»
«Quali favole, esiste veramente ed è a due passi da qui»
«Ma almeno è carina?»
«Beh, è simpatica»
«Ecco, siamo alle solite: allora è sicuramente tutta arrugginita con i tasti unti e tappezzata di chewing gum»
«Non è verò, caro, come posso definirla, è un tipo… Nel senso che in certi orari fa la sua figura e parla quattro lingue»
«Mi stai, per caso, dicendo di trovarmi un’altra? Tra noi è proprio finita, dunque?»
«Ho bisogno di tempo per riflettere»
«Vuoi prenderti una pausa, ma non è che hai un altro? Scommetto che mi tradirai con il primo che passa»
«Ma quale altro, mi hai fatto soffrire troppo. Certe ferite non si guariscono in cinque minuti»
«Non volevo farti del male, lo sai, e la pistola è scarica»
«Presto avrò la forza di perdonarti, ma prima di ricominciare lasciami un po’ di tempo per pensare»
«Ok, è giusto che tu prenda i tuoi tempi, ma non ti ricordi quanto è bello fare la pace, poi?»
«Prometti di non farlo più?»
«Promesso»
«Bravo, prima o poi ci riproveremo, contaci. Ma la prossima volta, ricordati la carta di credito, amore»