Ieri sera, rientrando dalla mia settimana di fuoco nel glamouroso mondo della cosmetica, all’ombra della Madonnina, torno finalmente a casa e, entrando in Varese, mi colpisce un cartellone pubblicitario. Dice semplicemente: PENSATE A QUALCOSA DI BUONO. Mi viene da sorridere e inizio a perdermi nei fatti miei, cosa decisamente sconsigliabile, visto sto guidando con il cellulare in mano e, con l’altra, continuo a cambiare la stazione della radio, mentre la tizia dietro di me strombazza all’impazzata e una zingara mi si è fiondata davanti all’auto…
Qualcosa di buono… Non siamo mica a Natale, anche se io sto scrivendo con il pile sulle spalle e il top sarebbe una bella tazza di latte e cognac… E poi che motivo c’è? Lascia perdere che anche Jovanotti ha smesso di pensare positivo e che persino Oscar Wilde non è tanto convinto che valga essere buoni (Quando siamo felici siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non siamo sempre felici, diceva. Ehi, direttore, ora che ho citato Oscar, posso avere un aumento?), ma non siamo nell’era dei buoni sentimenti!
Eppure, intorno, lo notate che tutti pensano a qualcosa di buono? Guarda un po’: toccaci la Nutella e riscopriamo l’orgoglio nazionale. Qualcuno trova persino belle le rotonde cittadine: ci vuole proprio un cuore buono. E il romanticismo cariadenti su Facebook? Notato che le rondini sono stressate, ma la metà dei vostri amici riempie le bakeke di cuoricini?
Forse non c’è un motivo per desiderare qualcosa di buono… Magari, semplicemente, i trendforecaster della grande distribuzione hanno deciso che essere buoni quest’estate è in.
Io, in ogni caso, lo prendo come un consiglio e, se permettete, ve lo giro: pensate a qualcosa di buono!
Vichy
ps. Non lo volevo scrivere questo post, perchè mi seccava che qualcuno pensasse ad una marchetta… Ma, tanto per la cronaca, io “clicco il pomodoro”!