Se l’argomento centrale di Expo “nutrire il pianeta, energia per la vita” riprende l’annoso e ben noto tema della sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti, con la contrapposizione tra chi spreca il cibo e chi invece patisce la fame, ancora non ci si rende ben conto che il cambiamento necessario non può essere semplicemente delegato a vaghe autorità competenti o alla comunità scientifica, ma deve anche partire da ognuno di noi.
Per questo motivo ho deciso di provare a fare la mia parte, e di raccontarlo attraverso un blog, in attesa di giungere al grande appuntamento di maggio 2015. Una specie di cammino sulla via di Expo, sperimentando sulla mia pelle quello che finora, per molti di noi, rimane un interessante argomento di dibattito teorico.
Cercherò di capire, all’atto pratico, cosa significa consumare in modo più responsabile e sostenibile: da consumatore, come mi posso orientare nella selva delle proposte e delle mode che vanno dal buon senso della stagionalità, al biologico, al km zero, al commercio equo e solidale, passando da scelte vegetariane e vegane? Quali quelle meno impattanti su ambiente ed economie locali, pur mantenendo la mia identità, poichè in fondo siamo quello che mangiamo anche dal punto di vista culturale? Ma soprattutto, in che modo la grande distribuzione può fornire risposte sostenibili “ anche per le mie tasche”? Sì, perchè se il consumo responsabile non è alla portata di tutti, il gioco finisce qui. Proverò inoltre sistematicamente ad applicare i principi della lotta agli spechi alimentari, proponendo ricette e accorgimenti.
Un altro risvolto del tema di Expo, più nascosto, è quello relativo ai danni provocati dal sovraconsumo nella parte di pianeta più economicamente avanzata, in primis l’obesità dilagante nel mondo occidentale, che porta a problemi sanitari che impattano profondamente la nostra società. Tenterò quindi di modificare alcune abitudini di vita, in particolare quelle legate all’alimentazione e all’attività fisica, cercando di migliorare la mia “sostenibilità” individuale, e poichè ognuno deve sfruttare le risorse che ha a disposizione, potrà essere questa l’occasione per scoprire alcune bellezze del territorio varesino. Sport, trekking, semplici passeggiate, tutto può servire. A ognuno il proprio livello di impegno fisico. Anche una piccola modifica, in positivo, di queste abitudini, se adottata da molti, può fare una grande differenza. E se ce la faccio io possono farcela tutti!
In questo cammino incrocerò molte persone, esperti, amici, semplici incontri casuali… facendomi raccontare da ognuno la loro visione e la loro prospettiva, nell’intento di giungere all’appuntamento Expo con un quadro della situazione il più completo possibile. Il mio cammino inizia ora, vi va di accompagnarmi?
Sono in accordo con il percorso che hai intrapreso. Ricorda però che bisogna osservare attentamente le condizioni al contorno. Quella volta si vedeva chiaramente che era una roccia sedimentaria ! Ciao
Ciao Aleardo! Non so a quale “volta” tu ti riferisca, ma nella roccia sedimentaria di Zapata, nella giungla del Venezuela, si rinviene oro cristallizzato di forma ottaedrica di una rara bellezza, come certamente saprai meglio di me…
Bravo Pierre. Rimetto fuori la testa da un periodo un po’ impegnativo per via di qualche piccolo problema fisico. Due interventi, undici giorni in ospedale, ma ora, piano piano si riprende e così mi sono riletto tutti i tuoi post e ti seguirò con piacere. Anche nelle camminate e riflessioni sulle proprie responsabilità. Complice un digiuno forzato, e ora anche una forte volontà, dall’inizio dell’anno ho buttato giù 10 kg, ma non bastano. Traguardo da qui all’Expo buttarne giù altrettanti e anche meglio…
Buon viaggio a noi
Grazie Marco. Mi hai preso un po’ d’anticipo sulla via (crucis) del “fisicamente sostenibile”, magari possiamo approfittare di qualche camminata per un’intervista (a te) su come Varesenews ha deciso di “raccontare” Expo.