Buongiornissimo, caffè?

Gli insoliti cliché degli adulti online

“Voi, giovani d’oggi siete sempre attaccati al telefono”, “Ai miei tempi gli amici li vedevi al bar, non su uno schermo”, “Ma li scolli mai gli occhi dal telefono?”.

Chi almeno una volta nella vita non si è mai sentito dire una di queste frasi, faccia un passo avanti. Felice che siate seduti, non ho intenzione di scomodarvi.
Siamo devoti alla tecnologia, è inutile negarlo. Siamo nati nell’era di Internet, dei primi smartphone e dei primi social-media; è innegabile che non ci abbiano influenzato neanche un po’.

I nostri genitori quando ci vedono smanettare con il cellulare ci considerano un po’ come dei piccoli Mark Zuckerberg, degli hacker governativi, tendendo a sottolinearne il lato negativo: siamo sempre, dico, SEMPRE, connessi.

Ma non crediate che i nostri genitori siano senza macchia, anzi. Spesso accade che siano proprio gli adulti a “dare il buon esempio”. Quante volte si vedono genitori che, stufi di sentire il figlioletto fare i capricci, gli rifilano uno smartphone o un tablet, sperando di placare l’ira di quel’esserino demoniaco.
Nonostante la tecnologia sia la criptonite dei bambini e dei ragazzi del ventunesimo secolo, i genitori, per quanto riguarda l’utilizzo dello smartphone, rientrano nelle statistche più allarmanti.

A gennaio 2018 in Italia la popolazione ammontava a 59,33 milioni di abitanti; di questi, 49,19 milioni (il 73%) possedevano uno smartphone o un dispositivo tramite il quale era possibile una connessione a Internet. Di questo 73%, il 49% corrispondeva a dispositivi acquistati da adulti.

Inoltre, il tempo speso in rete dagli italiani è di 6 ore e 8 minuti al giorno su Internet, su ogni tipo di dispositivo. Mediamente, un adolescente utilizza il telefono 3 ore quotidianamente, un adulto lavoratore (quindi con necessità di accesso alla rete per le ore lavorative) di età compresa tra i 25 e i 64 anni, 5 ore e 30 minuti. (i dati sono basati su sondaggio di utenti dai 16 ai 64 anni, fonte Globalwebindex).

Ma non finisce qui. Purtroppo ormai è sempre più frequente sentire notizie ai telegiornali di incidenti stradali causati dalla distrazione dovuta all’utilizzo dello smartphone alla guida. Secondo l’Istat, i morti a causa di questa distrazione, nel 2017 ammontavano a 1.710, con un aumento pari al 2,7% nel 2018.

Parlando in termini legali, secondo le norme attualmente in vigore (art. 173 codice della strada) , ecco cosa si rischia se si viene beccati a guidare usando il cellulare:

Una multa da 161 a 647 euro, decurtazione di 5 punti dalla patente e sospensione della patente da 1 a 3 mesi in caso di recidiva nel biennio.

Nonostante la presenza di questa legge, continuano ad essere molte le multe in Italia per utilizzo di apparecchi elettronici alla guida e altrettanti gli incidenti. I fatti parlano chiaro: due secondi al cellulare, sono 28 metri di guida alla cieca.

In conclusione, la tecnologia sta prendendo il sopravvento nelle nostre vite: nessuno è esonerato dal progresso tecnologico, nemmeno gli adulti che tanto rimproverano noi ragazzi. Chiaramente non ci troviamo a livelli disperati, anche se, continuando di questo passo, ci ritroveremo presto catapultati in un episodio di Black Mirror, in un futuro distopico che abbiamo costruito interamente noi, ormai succubi della scatola nera che portiamo tanto ossessivamente in tasca.

Carlotta Lunardi

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