“Mi sono innamorata di Levanto e come tutti gli innamoramenti non c’è nulla di razionale”. Arrivo appena in tempo. Un aperitivo con Lella Costa non è cosa che capiti tutti i giorni. Ha saputo da amici del mio giro, accogliendo così l’invito a raccontare il suo rapporto con queste terre.
“Levanto è un bellissimo posto, ma è anche piena di contraddizioni. È popolata da persone molto difficile da sedurre e da conquistare. Dopo vent’anni che vieni qui sei ancora considerato foresto. Se ti lamenti perché c’è qualcosa che non va, ti viene detto «ehi belin, vai pure a Rimini». Insomma è un posto che devi espugnare. Forse è anche questo che mi ha fatto affezionare, a parte la bellezza del mare e dell’entroterra. Qui ogni centimetro di terra coltivato richiede uno sforzo enorme, ma mi piace la sua natura e così mi faccio andar bene tutte le sue contraddizioni”.
Lella Costa a Levanto la conoscono tutti e si fermano a salutarla chiedendole dello spettacolo che farà sabato. Quando arriva il cameriere, Nera, il suo cagnolino (si fa per dire vista la taglia media), presa dall’entusiasmo ha iniziato ad agitarsi. In un attimo ha ribaltato il tavolino. Abbiamo rotto i ghiaccio nel vero senso del termine e mi sono fatto un bagno con due long drinks. Dolce ricompensa per quelli fin qui saltati malgrado un mare davvero invitante.
Si ride insieme per l’esuberanza di Nera, che riesce a farsi perdonare in un attimo, e si torna a parlare del viaggio e del suo prima protagonista di questa avventura in giro per l’Italia.
“Mi piace questa coincidenza dell’incontro con te a Levanto. Quattro anni fa Michele Serra ha passato il mese di luglio con noi e insieme si ragionava sui luoghi di vacanza che mantengono ancora una loro identità e riescono a proteggersi dalle speculazioni. Le Cinque terre sono uno di questi, mentre l’Italia è veramente cambiata. La presenza di strutture come il Billionaire o il Twiga a Forte dei marmi venticinque anni fa non sarebbe stata possibile. Penso alla descrizione della Versilia che faceva Arbasino nelle “Piccole vacanze”, era un delizioso ritratto di un’altra Italia. A Levanto per fortuna ci sono stati dei miglioramenti e oggi deve al turismo e alla presenza dei foresti la gran parte della propria vita economica, e forse anche della sopravvivenza. Quello che è cambiato è il tipo di turismo, forse anche grazie alla vicinanza delle Cinque terre e l’istituzione del parco. Ora girano tanti stranieri e non più solo tedeschi. Qui si è investito molto anche sui prodotti tipici e si è costruita una rete di realtà economica – sociale. È una piccola oasi di sopravvivenza in un’Italia che, solo quindici anni fa, non potevamo pensare si sarebbe ridotta così”.
L’istituzione del Parco è stata la svolta profonda per tutto il territorio e lo racconta bene il presidente Franco Bonanini. Uno sviluppo che ha saputo coniugare sostenibilità con turismo di massa senza perdere la qualità dei servizi e la centralità della persona.
“Il parco, – prosegue Lella Costa – ha portato tanta gente con tutto quello che significa. Nei week end estivi è quasi impossibile percorrere i sentieri. Io con il mio gozzetto (una piccola imbarcazione, ndr) mi aggiro per il mare davvero felice. Ho trovato straordinaria l’istituzione del parco marino, perché ha portato a un ripopolamento del mare. Oggi abbiamo i delfini vicini e questo grazie alla fantastica qualità dell’acqua”.
Sul treno tra Monterosso e Vernazza c’è un gruppo di giovani con gli scarponi e gli zaini pieni di corde. Seduti di fianco una famigliola con un canotto già gonfiato per il bambino più piccolo. La mamma si tiene sulle gambe un materassino e la borsa ricolma di asciugamani. In fondo allo scompartimento è pieno di biciclette. Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Siamo alla Cinque terre, cinque comuni, cinque dialetti, cinque cooperative che lavorano per il parco. Insomma, da questa parti, pare proprio che la disputa per il numero perfetto tra il tre e il quattro abbia un altro contendente.
“Adesso che il reato è prescritto posso raccontarlo. Andavamo a guidare senza patente sulla strada dei santuari tra Rioveggio e Monterosso. Non ci passava nessuno, ma era lo stesso pericoloso. Quella strada l’hanno asfaltata per i mondiali del ’90, e l’ultimo tratto è stato allargato lo scorso anno per il passaggio del giro d’Italia. Fino al 1960 qui in macchina non ci si arrivava. E questa è stata la nostra fortuna. Oggi ci ritroviamo uno dei territori più belli e incontaminati del mondo”.
Luca Natale è il responsabile della comunicazione del Parco delle Cinque terre. Una passione che trasmette appena lo vedi. È un vulcano. Insieme con Marzia e Federica sono il motore delle iniziative culturali e altro.
“Dall’istituzione del Parco, – racconta il presidente Franco Bononini – queste terre sono cambiate. Oggi abbiamo una disoccupazione pari quasi allo zero. La nostra forza, insieme alla bellezza del posto è guardare avanti cento anni. Il valore aggiunto è tutelare il territorio anche attraverso le persone che ci vivono. Per questo lo abbiamo chiamato Parco dell’uomo”.
Le Cinque terre hanno ricevuto il riconoscimento più alto per la qualità: le cinque vele blu da Legambiente e dal Touring club. Le ragioni ci sono tutte e basta starci qualche ora per capirle. Il mare qui è uno specchio e i servizi sono eccellenti. C’è un sistema integrato dei trasporti da far invidia a qualsiasi amministratore. Ci si muove in treno, bus elettrico, battello, bicicletta e soprattutto a piedi grazie a un sistema di sentieri per tutti i gusti.
“È facile parlare di turismo eco-compatibile quando arriva poca gente. Diverso è farlo su un territorio così delicato come il nostro e con una presenza di oltre due milioni e mezzo di persone all’anno. Noi riusciamo a gestire questa situazione perché questa massa di turisti arriva in dieci mesi e non solo d’estate. Abbiamo coinvolto la nostra popolazione. Una volta la gente non voleva restare qui a vivere perché era durissimo. Era una vita di sostentamento legata solo all’agricoltura e alla pesca. Oggi invece in tanti arrivano qui per lavorare e ci restano. Basti pensare che solo nelle cinque cooperative convenzionate con il parco per erogare servizi sono impiegate oltre 250 persone”.
Ps. Alcune settimane dopo il mio passaggio alle Cinque terre, il presidente Bonanini è stato arrestato perché coinvolto in alcune indagini su presunte truffe al danno dello Stato. La magistratura sta lavorando ancora. Resta comunque la straordinaria esperienza che, come racconta anche Lella Costa, ha trasformato questo meraviglioso angolo di Italia.