Il libro
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Airole, il paese più multietnico
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“Anche io” a Sanremo
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“Ernest Hamingway è il mio ricordo più bello”
Ecco l’intervista in video a Mario Berrino, l’inventore del “muretto di Alassio”.
La qualità non è ottima, ma prometto una regia migliore per i prossimi appuntamenti!
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La prima volta…
…sull’Unità! Si parte oggi, non ancora con la prima tappa, ma con la puntata introduttiva al viaggio.
«Carta, web, social network, radio, immagini, video. La chiamano crossmedialità. Un nome che mescola lingue diverse per indicare che lo stesso messaggio, o quasi, può essere veicolato in modi diversi. Questo giornale farà parte di un progetto di viaggio che da domani verrà raccontato così. Un’avventura, ad agosto, lungo tutte le coste italiane, isole escluse. Partenza da Ventimiglia e arrivo a Trieste dopo circa venticinque tappe. Si ripercorre quello che nel lontano 1985 fece Michele Serra sempre dalle colonne di questo giornale»…
Il resto sull’Unità, on line o in edicola.
Alla prossima.
L’augurio più bello…da Michele Serra
Ammetto: ci speravo, ma non ci credevo… Questo viaggio nasce tutto da Michele Serra, ma ancora pochi giorni fa non ero riuscito a trovare un contatto con lui, anche solo per informarlo della partenza. Il giorno prima di partire ho deciso di scrivergli una mail all’indirizzo della posta de l’Amaca. Un messaggio semplice, solo per informarlo…. Oggi, la sorpresa: apro la posta e trovo un suo messaggio!
“Caro Giovannelli, sono molto contento che le mie orme siano ripercorse, con sguardo mutato e occhi più giovani dei miei. Un paio d’anni fa il mio viaggio venne già ripetuto da Luca Bottura (per l’Unità) e pubblicato in volume, te lo dico perchè può servirti come documentazione. Ho un’estate di lavoro complicata, ma fammi sapere per mail se ti serve qualcosa. Grazie, buon viaggio
Michele Serra”.
La giornata parte bene……e ora basta con i sentimentalismi e via verso il Parco delle Cinque Terre
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…e si pensa già alla Sardegna
In viaggio da tre giorni e già arrivano idee per l’anno prossimo!
Grazie a Francesco, ne riparleremo alla festa di Varesenews.
Ciao Giovannelli, ti dico ciao e non buongiorno perchè sei un Vespista anche tu.
Sono Montalbetti, per farti capire subito chi sono, ti dico che sono il vostro fornitore di magliette, felpe, penne ed altro per ANCHE IO.
Sto leggendo sulla Prealpina di oggi, la tua prima tappa di Ventimiglia. Ti dirò che un po’ ti invidio perchè girare in Vespa fra le coste d’Italia è stupendo.
Ho pensato di archiviare in una cartella tutte le tue tappa e poi godermele come in un libro.
Ho letto che, per ovvie ragioni, non fai le isole.
Penso però che hai già in mente per i prossimi anni di inserire la Sardegna e la Sicilia.
Per la Sardegna, mi prenoto, per farti da secondo con la mia Vespa 125 Primavera del ’74, per il giro sulle coste sarde, per vedere i meravigliosi paesaggi, ma anche per toccare con mano i problemi e le risorse che quest’Isola possiede.
Io vado in Sardegna da 25 anni e la conosco bene. Per me sarebbe un’esperienza meravigliosa anche perchè a me piace far godere agli altri delle bellezze che io incontro.
E’ un po’ presto per pensarci: prima devi concludere questo lungo viaggio che sarà anche un po’ faticoso.
Il giro della Sardegna è più breve ma molto intenso.
Che ne dici?
Ti auguro di divertirti e di gioire delle bellezze che incontrerai.
Buona Vespa.
Montalbetti Francesco, Caidate
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Un aperitivo (bagnato) con Lella Costa
Che giornata. Ho provato per la prima volta una tappa lunga. Centosessanta km da Pietra Ligure a Monterosso. Panorami fantastici e un’emozione fortissima nell’attraversare Genova. Non so perché. Credo dipenda dal fatto che è una grande città, che ci sono sempre stato in auto, o chi lo sa…
Pausa pranzo a Torre del mare ospite di Silvia Giovannini, suo marito e la sua splendida e sveglissima Alice (Margherita, faccia india e tutta simpatia dormiva). Riprendo il viaggio e arrivo a Levanto per una cena con Gianni e Renata. Grande sorpresa mi hanno combinato un aperitivo con Lella Costa. E si, avete proprio letto bene: la mitica Lella (quella che vedete nella foto fatta da me prima del disastro).
Nessun convenevole, con una simpatia reale e forte mi chiede di raccontarle il viaggio prima di iniziare con un’intervista.
Ordiniamo aperitivi, drink e focaccia per la sua cagnolina (mica tanto ina) e iniziamo a provare le luci, le posizioni, ecc. ecc.
Arriva il cameriere e la cagnolina in preda all’euforia ribalta il tavolo e vola in aria tutto. Un miracolo e non si rompe niente (tranne il ghiaccio, nel vero senso della parola). Peccato però che io abbia fatto una mini doccia con due long drinks. Per fortuna non si è rovinato niente di tecnologico. Ci abbiamo riso su e l’intervista ve la racconto domani, appena riesco a scriverla, perché ora sono cotto e la sveglia suona all’alba o quasi per andare a intervistare il presidente del parco delle Cinque terre.
Cena in un posto delle favole. Un eremo con solo le cicale, immersi negli ulivi a raccontarci pezzi di vita sconosciuti pur abitando a pochi km di distanza e lavorando spesso insieme. La serata con Renata e Gianni è un incanto. Grazie anche a loro per l’ospitalità e le belle emozioni.
La strada da casa loro a Monterosso sembra quella di tanti presepi. Un cielo di stelle, niente luci se non quelle dei campanili illuminati dei tanti piccolissimi borghi di queste Cinque terre che sono un patrimonio davvero di tutta l’umanità.
È tardi, ma stasera davvero ringrazio tutti. Difficile inventariare le emozioni di questa giornata.
E siamo solo alla terza tappa.
Buonanotte.
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Uno splendido ragazzo (negli anni ’50)
Apro la posta dopo una giornata tosta ma fantastica e trovo un regalo. Segno della ricchezza di questo viaggio. Pierfausto Vedani è il mio maestro di giornalismo, ma poi è qualcosa di più. Ma questi sono fatti privati nostri e sbandierare troppo i sentimenti non sempre va bene.
Comunque ecco la sua email. Non so se potevo renderla pubblica, ma al limite se la prenderà con me.
Carissimo Marco,
mi diverti, ti invidio, ricordo i miei anni giovani: un tour con una Balilla carrozzata Viotti, giallonera, senza capote (quando pioveva ci riparavamo con un telo di plastica); l’ avevamo pagata 50 mila lire, eravamo in tre più due cani lupo, mansueti, che erano l’antifurto per l’auto e la tenda. Non avevamo programmato un tour culturale, ma la prosaica scoperta di spiagge e osterie dei piccoli centri lungo la costa da Ventimiglia a Ostia. Fu una serie di magnifici incontri con la gente attratta dalla nostra Balilla. Nacque anche così la mia passione per il giornalismo. La Balilla scoppiò in Toscana, riuscimmo a rientrare.
Un abbraccio da pf, ragazzo Anni 50.
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Prealpina – 1
Ecco giorno per giorno le pagine che Prealpina dedica a In Vespa.
Prealpina_Ventimiglia