Santissima Annunziata a Firenze: forti emozioni

La Piazza della Santissima Annunziata a Firenze è un gioiello della architettura rinascimentale italiana (Prototipo della misura urbana rinascimentale, diceva Bruno Zevi), e si trova subito dietro Piazza San Marco, sede dell’Accademia di Belle Arti dove studiammo alla fine degli anni ’60.

In un certo senso la Piazza della Santissima Annunziata era, per noi, come l’estensione dell’Accademia, era parte di casa nostra, e anche lì abbiamo vissuto i bei momenti della nostra gioventù. Lì si passava a pranzare nella mensa di fronte allo Spedale degli Innocenti e lì, in uno degli appartamenti del Loggiato dei Servi di Maria ci abitava anche il nostro caro Docente di Storia dell’Arte Tommaso Paloscia.
Spesso entravamo nella Basilica della Santissima Annunziata, che è uno scrigno di capolavori dell’Arte Rinascimentale, e poi, seduti nelle gradinate dei loggiati accendevamo le nostre appassionate discussioni. .

Il collega GIANFRANCO TOGNARELLI  l’altro giorno ha ri-visitato questi luoghi delle nostre giovanili battaglie, e ci scrive questa emozionante lettera:

….”Ti racconto una storia: Ieri ho accompagnato la figliola al concorsone! Siamo partiti alle 6 e mezzo, si doveva essere alla scuola a sud di Firenze per le otto! Sicchè arrivati, lei è andata ed io avevo tempo libero. Ho scoperto che il bus vicino portava al museo archeologico, e visto che avevo bisogno di un telaio ho pensato di fare un salto da Rigacci.  E passando… ho approfittato per dare un occhiata a SS. Annunziata.

Cosimo Rosselli, « Vestizione religiosa di San Filippo Benizi », Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti, Florence, Italy

Il Chiostro è veramente notevole, anche Cosimo Rosselli mi è parso assai interessante, per non dire degli altri. Ma tu pensa quanto si cambia, forse si invecchia? o che?

Questa volta sono rimasto affascinato dal Baldovinetti (l’avresti detto?). Massimo stupore per la sensazione di astrazione e di “sospensione” metafisica e allo stesso tempo Grande consistenza plastica. (Masaccio era nell’aria.)

Alesso Baldovinetti, « Natività », Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti, Florence, Italy

Questo fascino anche dovuto al deterioramento di alcuni colori che “svanendo” in parte e tendendo al piatto hanno dato modernità al tutto, forse!? (che intelligenza quel De Chirico!).

Quel paesaggio è fantastico e l’albero occupa lo spazio in modo assoluto e non disturba… e quel S. Giuseppe ha una potenza eccezionale con il panneggio, dal quale il colore è quasi svanito, ma che è di una plasticità unica.

Alesso Baldovinetti, « Natività » particolare, Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti, Florence, Italy

E si potrebbe parlare di tutte le parti, che poi formano un tutto insieme (come non capita mai ad una pittura nordica)…. E’ incredibile vedere come anche le parti con i colori svaniti, come il drappo di Giuseppe o l’asino di fondo o il Bambino e la figura sulla destra conservino ancora la loro presenza , la precisione dei piani e loro spazialità.

Alesso Baldovinetti, « Natività », particolare

Ti abbuono l’Andrea del Sarto, il Rosso e il Pontormo, grandissimi, ma a questo punto mi è venuto voglia di vedere l’Andrea del Castagno!

Andrea del Sarto, “La Madonna del Sacco”, Chiostro Grande della basilica della Santissima Annunziata, Firenze

Rosso Fiorentino, “L’Assunzione di Maria”, Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti, Florence, Italy

Pontormo, “Visitazione”, particolare, Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti, Florence, Italy

In chiesa la messa è in corso ed io mi metto dalla parte destra per non disturbare, e mi godo da lontano il San Girolamo e Sante.

Andrea Del Castagno, SS. Trinità con S. Girolamo e due Sante, 1453 circa, Chiesa della SS. Annunziata, Cappella Corboli, Firenze

Anche da lontano si apprezza quella forza espressa da ogni piega. Aria tersa, pulizia, astrazione e vigore in ogni pennellata. Poi la Messa finisce ed avvicinandosi nulla si perde, anzi. Che invenzione quella verticale con il santo il Cristo crocifisso ed il Dio! Ed ora mi aspetta il San Giuliano!

Andrea del Castagno,” San Giuliano e il Redentore”, Santuario della Santissima Annunziata, Firenze, Italia

Anzi no! non c’è! a domanda mi dicono che è sotto un quadrone del 600, di un certo Loth! Che hanno restaurato e che fa bella mostra di sè, proprio davanti al San Giuliano!!! che resta invisibile! Come pare fosse nel 600.

Non sarebbe “bellino” sapere quale ragionamento c’è dietro questa scelta? e di chi è questa bella pensata! Che l’avessero coperto nel 600, va bè, avevano perso il cervello con il barocco, ma oggi !? con tutto il rispetto per il Carlo Loth…

Forse qualcuno dovrebbe ricordare che il Rinascimento è: Brunelleschi- Masaccio- Donatello. e poi Piero della Francesca – Andrea del Castagno – Paolo Uccello e poi tutto quello che viene dopo, ma viene dopo!

E qui mi fermo che è meglio!
Un coloratissimo saluto a presto Gianfranco

Successivamente Gianfranco mi ha mandato anche questo appunto:

“Andrea del Castagno è un pittore sfortunato, già il Vasari lo maltrattò, ma noi oggi non lo trattiamo meglio!
Per me i primitivi fiorentini, che amo sempre di più, sono un humus straordinario ed unico ed universale, solo noi non ce ne accorgiamo!”

Nota da “arte.it”:
Andrea del Castagno, San Giuliano e il Redentore
Basilica –santuario della Santissima Annunziata

San Giuliano e il Redentore è un affresco di Andrea del Castagno, datato al 1451 e conservato nella basilica della Santissima Annunziata a Firenze. L’affresco, citato dalle fonti antiche, venne dipinto nel 1451, quando furono edificate le cinque cappelle dell’Annunziata. Fu coperto nel 1692 da una pala d’altare di Carlo Loth, che venne rimossa impropriamente nel 1857 danneggiando la parte inferiore dell’affresco retrostante. Si persero così le Storie di san Giuliano che il Vasari aveva descritto come eseguite “con buon numero di figure ed un cane in iscorto, che fu molto lodato”. Il tema dell’opera è il pentimento di Giuliano, dopo il tragico errore di aver ucciso i propri genitori nel sonno, per colpa di un equivoco suggerito da un diavolo travestito. La redenzione è evidenziata anche dalle iscrizioni, che sottolineano la preghiera e l’eremitaggio di Giuliano (rispettivamente a destra e sinistra) e il perdono di Cristo, con una specie di fumetto che parte dalla sua bocca e discende verso il santo. L’iconografia è inconsueta e non se ne conoscono le ragioni della scelta. La studiosa Horster la mise in relazione con un codice già all’Annunziata, datato 1373-1390, dove si trova la stessa frase sul pentimento di Giuliano. Lo sfondo montagnoso è stato messo in relazione con l’Appennino nei pressi del Monte Falterona, da dove era originario Andrea. L’opera è caratterizzata da un forte chiaroscuro, tipico di Andrea del Castagno, che sbalza le figure e il panneggio. I volti sono caretterizzati da espressioni intense e espressivamente drammatiche, mentre dettagli come le mani rivelano la perfetta padronanza dell’anatomia di Andrea.

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