Cerignola: urge intervento di conservazione del monumento a Giuseppe Di Vittorio

Nel Comune di Cerignola, in provincia di Foggia c’é una delle opere di Arte Pubblica più importanti della seconda metà del secolo scorso in Italia, il monumento a Giuseppe Di Vittorio. Si tratta di un dipinto integrato ad una struttura architettonica in metallo realizzato da Ettore De Conciliis e Rocco Falciano del Centro di Arte Pubblica Popolare di Fiano Romano nel 1975…….

…….e la sua eccezionale importanza ho cercato di argomentare nella tesi del 2010 dal titolo GIUSEPPE DI VITTORIO E IL MONUMENTO PITTORICO DI CERIGNOLA

In quel tempo l’opera era stata distrutta e giaceva, a pezzi, negli scantinati del municipio, e la gente di Cerignola stava cercando finanziamenti per ricostruire questa “SCULTOPITTURA” speciale e unica nel panorama artistico dell’ultimo mezzo secolo.


Finalmente i finanziamenti sono stati trovati e la ricostruzione, restauro e nuova collocazione di quest’opera sono stati realizzati in modo scrupoloso e pregevole dal restauratore Daddario Francesco.

Qui pubblichiamo la descrizione tecnico-scientifica del lavoro svolto e approfittiamo di questa opportunità per ricordare alle autorità competenti che, come perfettamente argomenta il nostro maestro restauratore. per la corretta manutenzione di questa preziosissima opera del patrimonio artistico e culturale italiano…:  “Si ritiene molto importante un costante e continuo controllo annuale del monumento in tutte le sue parti”…..

Abbiamo appena ricevuto una comunicazione del Dott. Francesco Daddario che dice:“Al momento il monumento è abbandonato a se stesso, e come tutti i manufatti artistici necessiterebbe di manutenzione che io, in questa relazione, consigliavo annuale, essendo esposta all’azione dell’erosione di agenti atmosferici e chimici”. 

Noi recentemente abbiamo visitato a Cerignola questo monumento, ed effettivamente lo abbiamo trovato abbastanza deteriorato e praticamente in abbandono. E’ un vero peccato, una tristezza. Forse bisognerà riattivare il Comitato Cittadino per sensibilizzare le autorità preposte al mantenimento del patrimonio artistico cittadino?

Noi della redazione di questo Blog ci dichiariamo disponibili per qualsiasi iniziativa che possa portare urgentemente al necessario intervento di conservazione e manutenzione dell’opera.

DADDARIO FRANCESCO.

Restauro e Diagnostica di Beni Culturali
Relazione Tecnica
Restauro Monumento dedicato a Di Vittorio
“Giuseppe di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno”
Di Ettore De Conciliis e Rocco Falciano – 1975

OGGETTO DI RESTAURO:
il murale, dal titolo “Giuseppe Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno” fu dedicato alle lotte e alle conquiste portate avanti nel Mezzogiorno dal sindacalista G. Di Vittorio.
Commissionato dal Comune di Cerignola nel 1972 al Centro di Arte Pubblica Popolare di Fiano Romano, inizialmente pensato per la villa con collocazione posteriormente all’arco della Rimembranza fu ubicato poi in Piazza della Repubblica, circondato da tre scuole ed il futuro Palazzo di Città. .


Il supporto all’epoca scelto, commercialmente chiamato Glasal, era costituito da un materiale tipo eternit ampiamente impiegato per il rivestimento in esterno di facciate, soffitti, pareti.
Queste lastre di produzione industriale, erano compresse e stabilizzate con miscele ad alta pressione di cemento Portland e fibre sintetiche o minerali, ricoperte con smalti minerali.
Le fibre in questione costituenti le lastre, trattasi di crocidolite, una varietà di riebekite e di asbesto (comunemente conosciuto come amianto azzurro o amianto del Capo) ; di seguito alcune foto dei campioni prelevati dal dipinto per verificarne la presenza effettiva di fibre di amianto: in microscopia ottica a nicols paralleli ed incrociati, 200 ingrandimenti.

La realizzazione dell’opera durò oltre due anni su una superficie dipinta di circa 130 metri quadri suddivisa in quattro pannelli; la sua ideazione si sviluppò a seguito dei vari incontri tra gli Artisti, popolazione, Organizzazioni politiche antifasciste e sindacati.
Per la pittura gli autori del dipinto ed il suo gruppo di Fiano Romano, sperimentarono diversi tipi di leganti a base di resine alchidiche, siliconiche. Non sono state rinvenute fonti sull’impiego o uso. Si pensa siano state infine utilizzate formulazioni industriali a base di resina (il caucciù-poliisoprene) clorurata alla quale vengono aggiunte altre resine sintetiche solitamente di tipo alchidico modificato (a olio medio-lungo) o resine epossidiche o acriliche in solvente al fine di esaltare alcune caratteristiche prestazionali. La tipologia di vernice per intenderci, era la stessa utilizzata per strisce pedonali, intendendo in questo modo assicurare la stessa tipologia di resistenza agli agenti atmosferici e agli sbalzi termici. Tra le negatività del prodotto adottato, una alta tossicità ed una difficoltà di lavorazione oltre il breve termine; il prodotto utilizzato infatti lasciava un tempo di lavorazione massimo di 15 minuti e subito dopo il prodotto iniziava a polimerizzare e rendere impossibile la sua
stesura.

STATO DI CONSERVAZIONE:
Qualche settimana dopo la collocazione del monumento, nel Febbraio del ’75, lo stesso subì un attentato politico con 5 o 6 colpi di pistola. I fori sono stati riconosciuti e lasciati comunque a testimonianza.
I frammenti del dipinto pervenuti a noi fino ad oggi sono stati conservati in diversi depositi negli ultimi trenta anni. Gli ultimi documentati risultano i vecchi depositi della Asia in viale Sant’Antonio ed i locali pianterreno del vecchio liceo classico di fronte all’attuale palazzo di città, sede in cui è avvenuta la prima operazione di intervento di restauro e dunque bonifica ed incapsulamento da fibre di amianto a cura dell’impresa EdiliziaAmbiente di Barletta e sempre sotto la nostra supervisione (vedi fig. 15-17).

L’intera struttura metallica, precedentemente realizzata con tubi innocenti da ponteggio sezione da 6 centimetri andò totalmente distrutta nello smontaggio avvenuto negli anni 80, precisamente con delibera comunale del 16 Aprile 1984 a carico dell’impresa Giovannini e Micheli e direttore lavori Arch. Giovanni Musacchio, per i nuovi lavori su
piazza della Repubblica. I frammenti dell’opera rinvenuti sono stati 272 dalle dimensioni di qualche centimetro alla dimensione dei pannelli originali. I frammenti dei pannelli risultano tutti imbarcati alternando la curvatura su entrambe le facciate, in relazione al fatto che sono stati appoggiati a pareti umide per diversi decenni ed in modo disordinato (vedi fig. 8-14).

I frammenti presentano uno spesso strato di sporco superficiale caratterizzato da depositi carboniosi incoerenti, guano, depositi grassi, oleosi, depositi da scarichi di autorimesse, schizzi di vernice. Non sono pervenuti a noi tutti i frammenti; diversi sono totalmente andati dispersi nei diversi spostamenti; talaltri erano già andati perduti quando l’opera risultava ancora su struttura, sulla vecchia Piazza della Repubblica, (vedi fig. 7). Il quarto pannello, quello sottonstante e più piccolo, andato distrutto da subito dopo il montaggio, non era presente in alcun frammento dell’opera.


Diversi pannelli risultavano già con degli interventi di restauro precedenti, in corrispondenza di fessurazioni e fratturazioni del supporto forse coevi al montaggio e stessa posa in opera del monumento; tali interventi avvennero molto probabilmente mediante l’incollaggio con una resina in poliestere di un ulteriore pannello sul retro e fissato con bulloni e dadi a consolidamento strutturale (vedi fig.8). I colori in diversi punti risultano sbiaditi e consunti, in particolar modo i rossi delle bandiere erano quasi totalmente spariti in modo da lasciare a vista solo il colore giallo di preparazione (vedi fig.19). Lo stato pittorico risulta particolarmente caratterizzato da ampie crettature dovute ad un surriscaldamento e sovraesposizione dei colori ai raggi solari (vedi fig.20).

 

INTERVENTO DI RESTAURO:
Una prima fase è stata quella di riconoscere e suddividere i frammenti appartenenti a ciascuno dei quattro pannelli in base alla forma dei frammenti e colori e ricomporli a terra in superficie planare.

Si è potuto comprendere dunque che ogni singola facciata dipinta è formata da ulteriori pannelli tutti di forme e dimensioni irregolari, come riportato dai successivi grafici allegati; in particolare la prima facciata dipinta è suddivisa in 19 pannelli, la seconda e terza in 13 (vedi fig.23, fig.24, fig.25).
E’ stato necessario un primo intervento di pulitura fronte e retro dei frammenti con acqua demineralizzata ed un tensioattivo anionico, nello specifico TWEEN 20 neutro di cui si allega scheda tecnica, derivato dall’ossido di etilene e fornito dalla CTS. Questo intervento ha permesso di leggerne i toni dei colori e confrontare i frammenti al tal punto di ricomporre un buon 90 %la superficie dei tre pannelli laterali.
E’ stato importante riconoscere la suddivisione dei singoli pannelli e le lacune, per adattarle per forma e dimensioni ad i nuovi pannelli di supporto, dello spessore di 5mm costituiti da due pelli di tessuto in fibra di vetro impregnato con resina epossidica e rinforzato centralmente da una struttura alveolare in alluminio. I pannelli adottati sono alveolari PGA commercializzati dalla STARCELL Spa di cui si allega scheda tecnica.

Il consolidamento e dunque l’incollaggio dei singoli frammenti originali ad i nuovi pannelli di supporto è avvenuto mediante l’utilizzo di una resina epossidica bicomponente commercializzata dalla TENAX, DOMO 10, con elevate caratteristiche di resistenza a condizioni esterne estreme, di cui si allega scheda tecnica.
Per rispettare una regola fondamentale dell’intervento di restauro, cioè una reversibilità dell’intervento stesso, è stato applicato tra il pannello originale ed il nuovo pannello di supporto un foglio di 2 mm di spessore di SUGHERO COMPRESSOdi cui si allega scheda tecnica, utilizzato dunque come superficie di sacrificio; in un futuro intervento di restauro per la sostituzione dei pannelli di supporto sarà il foglio di sughero a distruggersi. Il foglio di sughero, che è stato inoltre utile per rendere quanto più planare possibile la superficie dei frammenti imbarcati
assorbendo le imperfezioni che i frammenti avevano assunto nel tempo, fungerà inoltre da ottimo isolante termico allorquando i raggi solari colpiranno in maniera diretta il retro dei pannelli alveolari.
Per attenuare ulteriormente il calore apportato dai raggi solari diretti sul retro dei pannelli alveolari, gli stessi sono stati verniciati con vernice bituminosa all’alluminio commercializzata dalla NOVAGLASS di cui si allega scheda tecnica, ad alto potere coprente e riflettente.
I singoli frammenti inoltre sono stati oltre che incollati con la resina epossidica ai pannelli di supporto, assicurati anche con una serie di dadi in acciaio Aisi 304 ISO 10642 UNI 5933 DIN 7991 lunghezza 25mm sezione M4, dadi autobloccanti in acciaio Aisi 304 ISO 7040 DIN 982 M4, rondelle in acciaio Aisi 304 della INOXTIRRENIA di cui si allegano schede tecniche e rondelle anteriori al dipinto in Plexiglas del diametro di 60mm spessore 5mm. Le rondelle in plexiglas son risultate indispensabili per l’aggancio dei frammenti e per il finale fissaggio alla struttura metallica, in modo tale da scaricare ogni tipo di forza dovuta alla pressione dei venti non su un
unico punto ma su una superficie ben più ampia.


Tale operazione ha dunque permesso di indentificare bene i frammenti e dunque evidenziare le lacune e mancanze di supporto. Le mancanze sono state risarcite mediante incollaggio diretto sull’alveolare di supporto, di un ulteriore pannello alveolare spessore 5mm precedentemente sagomato secondo la lacuna, senza l’intermediazione del sughero, quindi, visibile e riconoscibile con un sottosquadro rispetto alla superficie pittorica di 2 millimetri. A seguire le tavole 1, 2, 3, evidenziano le mancanze di supporto andate disperse nel tempo e quindi lacune cromatiche; sono state evidenziate inoltre le macrofratture che hanno caratterizzato le frammentazioni dell’opera.

A seguito di questa fase di consolidamento dei frammenti originali foderati dunque su nuovi pannelli ed a seguito del trattamento delle lacune, vi è stata una seconda fase di pulitura intervenendo con il DOWANOL commercializzato dalla CTS di cui si allega scheda tecnica, applicato con tamponi di cotone idrofilo. Ciò ha permesso di portare i colori, seppur sbiaditi e consunti dal tempo, alle sue tonalità originali. Una volta ricostruiti i singoli pannelli è stato necessario affiancarli (vedi fig.21,22) e metterli in piedi per comprendere sia l’effettivo consolidamento dei pannelli, ma anche verificarne una omogeneità cromatica, essendo stata diseguale l’esposizione ai raggi solari a seconda delle loro modalità conservative degli ultimi decenni.
La superficie pittorica pulita da ogni sostanza esterna è stata verniciata con una vernice trasparente e protettiva dai raggi UV a proteggere e separare ogni nostro intervento di ritocco; è stata utilizzata per tale scopo la vernice REGAL VARNISH della CTS per nebulizzazione, di cui si allega scheda tecnica.

I ritocchi pittorici, essendo l’opera nuovamente ricollocata all’aperto, sono stati eseguiti con lo stesso legante utilizzato all’epoca, ritenuto ad oggi ancora valido come scelta tecnica, affinchè resistessero a tutte le intemperie e sbalzi termici; è stato dunque utilizzato un legante neutro per smalti a clorocaucciù prodotto dalla COLORCHIMICA, in particolare il codice 12018 di cui si allega scheda tecnica, oppurtunamente pigmentato a seconda delle necessità e dei colori richiesti.
A tal proposito sono state adottate tre modalità di intervento di ritocco pittorico: sulle bandiere era essenziale riprendere il colore rosso come simbolo politico per ridare un degno significato all’opera, colore rosso risultante ormai totalmente consunto dal tempo; per questo l’intervento è stato eseguito con un tratteggio modulando le tonalità e seguendo comunque il movimento dei segni e dei tratti.

Le altre due tipologie di intervento cromatico, sono state eseguite sulle lacune sottolivello, una in tonalità neutra laddove mancavano forme e figure e nonostante la presenza di documentazione fotografica e la possibilità di ricrearle è stata voluta la scelta di non ricostruire ma lasciarle a lacuna come testimonianza storica; l’altra tipologia di intervento pittorico è stata invece una ripresa cromatica mimetica, laddove la lacuna non aveva forme pittoriche ma esclusivamente un tono, e non riprenderlo avrebbe comportato un’interferenza nella lettura dell’opera.
Tutte le superfici dipinte con gli interventi di ritocco pittorico sono stati protetti e verniciati per nebulizzazione a più passate, con protettivo, resina acrilica in soluzione, INCRAL 44 della CTS di cui si allega scheda tecnica.

LA STRUTTURA METALLICA:
In contemporanea ad i lavori di restauro dei pannelli è stata eseguita la struttura metallica dalla ditta “INFISSI DIMATTEO” di Cerignola su calcoli strutturali dell’Arch. Paolo Gallo e dell’Ing. Santoro. La struttura metallica ed i telai metallici totalmente mancanti sono stati ricostruiti secondo il modellino–bozzetto (vedi fig.36) donato dall’artista Ettore de Conciliis qualche anno fa al polo museale di Cerignola e custodito dalla Proloco.
I telai metallici sono stati ricostruiti a seguito del montaggio dei singoli pannelli seguendo perfettamente le misure come se ogni singolo pannello avesse un suo telaio di rinforzo ed una diagonale per lo scarico delle forze insistenti sulla pancia del singolo pannello.
Il modellino-bozzetto è stato utile per quantificare la realizzazione dell’opera in termini di numeri e misure, essendo lo stesso in scala di 1:10; determinante è stato il calcolo degli angoli una volta ricostruite e rimontate le singole facciate.
Per il fissaggio dei pannelli a telaio, lo stesso è stato preforato perfettamente in corrispondenza dei fori di fissaggio dei pannelli già presenti, utilizzando i medesimi risalenti all’epoca della sua collocazione iniziale. Sono stati utilizzati bulloni in acciaio Aisi 304 ISO 10642 UNI 5933 DIN 7991 lunghezza 80mm sezione M5, dadi autobloccanti in acciaio Aisi 304 ISO 7040 DIN 982 M5, rondelle in acciaio Aisi 304 della
INOXTIRRENIA, di cui si allegano schede tecniche



L’intervento di restauro è stato quantificato in circa 1100 ore lavorative e si è concluso il 30 Ottobre 2017; le fasi di montaggio dei pannelli sono iniziate il 01/11/2017 e si son concluse il 02/11/2017.
Il monumento è stato consegnato in data 03/11/2017 al sindaco di Cerignola Avv. Franco Metta, alla presenza del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, Presidente CGIL Susanna Camusso, Presidente della Provincia Fg Francesco Miglio, di Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Luigi Renna, e dell’artista ancora vivente Ettore De Concliis.

TUTELA E CONSERVAZIONE (manutenzione programmatica):
L’intera opera seppur studiata e realizzata all’epoca per essere esposta in esterno e nonostante tutti i criteri di restauro da noi pensati ed affrontati affinchè la stessa resista alle intemperie nel tempo, sarà soggetta ad un lento degrado perché esposta a sbalzi termoigrometrici, dilatazioni dei materiali, consunzioni delle vernici, piogge acide, depositi carboniosi, guano e degrado di carattere antropico.

Mi rammarico del sol fatto che il ferro della struttura portante del monumento non sia stato zincato, a garantire una più lunga conservazione dell’opera ma la scelta non è dipesa dal sottoscritto, occupandomi esclusivamente del restauro dei pannelli.
Si ritiene molto importante un costante e continuo controllo annuale del monumento in tutte le sue parti, dalle parti in ferro per verificarne il degrado ed eventuali punti di ossidazione, all’aggancio dei pannelli, alla solidità degli stessi; la vernice alluminata retrostante ai pannelli andrebbe ripresa annualmente; una pulizia costante del dipinto da depositi carboniosi derivati dalla combustione degli idrocarburi ed una ripresa a più mani della vernice protettiva che funge non solo da protezione ma da filtro UV per evitare una ulteriore consunzione dei colori.
Potrebbe essere opportuno inoltre pensare ad una eventuale copertura dell’intera struttura a protezione della stessa.

Cerignola, 08/01/2018 dott. Francesco Daddario
A seguire, schede tecniche dei materiali utilizzati

 

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