Sergio Michilini: progettazione di un pannello decorativo

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Ecco alcuni appunti scritti in occasione di un programma didattico di “Ornato Disegnato”, svolto nell’anno scolastico 1990/91 per le classi 3art/C e 4art/C presso il Liceo Classico Statale di Busto Arsizio. Divideremo questa lezione in sei fasi:

  1. FASE PRELIMINARE DELLO STUDIO: rilievo dal vero dell’intera parete, misurazione e disegno lineare in scala opportuna.
  2. STUDI PER LA STRUTTURA COMPOSITIVA: correlazioni armoniche interspaziali.
    2.1 RETE GEOMETRICA
    (relazioni armoniche sulla parete oggettiva, frontale, indipendente dal movimento dello spettatore).
    2.2 RETE POLIANGOLARE DI BASE
    (fenomeni spettacolari dovuti al movimento libero dello spettatore nell’aula).
  3. SCHIZZI DEL PANNELLO DECORATIVO sullo schema strutturale determinato.
  4. STUDI DI COLORE SUL DISEGNO PRESCELTO (colori: terra rossa, ocra gialla, bianco, nero).
  5. BOZZETTO ESECUTIVO POLICROMO IN SCALA OPPORTUNA
  6. PROPOSTA SULLA POLICROMIA COMPLESSIVA DELLA PARETE E DELL’AULA

Nota: nel corso dell’anno scolastico menzionato sono stati sviluppati i primi due moduli didattici dei quali ne riproduciamo le indicazioni operative.

1- FASE PRELIMINARE DELLO STUDIO

La fase preliminare dello studio consiste nel rilievo architettonico della intera parete presa in considerazione (schizzi d’insieme e misurazioni, schizzi delle decorazioni, rilievi fotografici ecc.), e nella realizzazione di un disegno lineare in scala opportuna.

Il rilievo deve essere poi riportato su lucido, per poter essere facilmente riprodotto e permettere la lettura di piú “reti” sovrapposte, elaborate sullo stesso argomento (come vedremo nella fase successiva).

Durante la realizzazione dello studio per il rilievo architettonico, fare molta attenzione al “senso” plastico generale, nonché ai particolari decorativi ed al loro “ruolo” nell’insieme architettonico (annotare tutte le impressioni, sensazione, considerazioni plastico/espressive su di un apposito quaderno).

In questa fase analitica la LOGICA INTERNA PREESISTENTE deve essere studiata come approccio al problema fondamentale che, nel nostro caso, è la progettazione di una decorazione nel pannello centrale della parete.

Ricordare che qualsiasi intervento, anche parziale sull’esistente, trasforma il tutto, ne modifica il senso plastico e perciò anche questa “logica interna preesistente”.

Questa modificazione globale sará, tanto pú individualmente espressiva, pregnante, plasticamente eloquente, logicamente conseguente ai dati oggettivi estetico/strutturali della architettura data, quanto piú parte, appunto, da una comprensione profonda dell’esistente.

2- STUDI PER LA STRUTTURA COMPOSITIVA DEL PANNELLO DECORATIVO

(CORRELAZIONI ARMONICHE INTERSPAZIALI, atte ad evidenziare e valorizzare il FENOMENO DINAMICO “in letargo” nello spazio architettonico preso in considerazione).

Questo studio di trasformazione della parete statica in “SUPERFICIE ATTIVA, PLASTICA, STRUTTURALMENTE DINAMICA” si realizzerá con un metodo di sovrapposizioni dei singoli studi realizzati su carta da lucido.

Ciascuno dei “TRACCIATI INTERSPAZIALI” che comporranno le “RETI” dovranno seguire una rigorosissima organizzazione metodologica che va DAL GENERALE AL PARTICOLARE, sapendo dare il giusto valore gerarchico a ciascuna linea, angolo, relazione, area ecc.

Lo studio sarà diviso in due fasi ( 2.1- RETE GEOMETRICA, 2.2- RETE POLIANGOLARE), ciascuna delle quali prevede vari “tracciati interspaziali”.

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2.1- RETE GEOMETRICA (relazioni armoniche sulla parete oggettiva, frontale, indipendente dal movimento dello spettatore).

2.1.1- Considerazioni interne al rettangolo della parete.

a) Nel rettangolo statico generale della parete, tracciare linee rette da angolo ad angolo (diagonali); si ottiene il CENTRO generale della superficie.

Poi mediante una retta orizzontale: il CENTRO ORIZZONTALE; mediante una retta perpendicolare: il CENTRO VERTICALE.

Nei sub-rettangoli creatisi ripetere le diagonali, le metà delle metà, altri rettangoli e cosí via, all’infinito.

(Attenzione: considerare prima i 2 rettangoli creatisi dalla mediana orizzontale, e i 2 rettangoli della mediana verticale e non i 4 rettangoli ottenuti dalla intersezione delle mediane! E cosí anche con i sub-rettangoli successivi: ricordarsi sempre la metodologia “DAL GENERALE AL PARTICOLARE”!).

b) In una nuova tavola (carta da lucido), la stessa operazione verrà poi ripetuta su ciascuna delle superfici, aree o zone che compongono la parete: CIOE’ SU CIASCUN RETTANGOLO IN CUI E’ SUDDIVISA ARCHITETTONICAMENTE LA PARETE.

2.1.2- Considerazioni sulle forme geometriche fondamentali sottostanti, inserite o relazionate tra loro nel rettangolo della parete (cerchio, quadrato, triangolo equilatero).

a) Nel rettangolo statico generale della parete costruire i quadrati dei due lati verticali; i cerchi aventi i diametri dei lati maggiore e minore; i triangoli equilateri degli stessi. (Forme geometriche intere o parti di esse, che possono fare riferimento ai lati, angoli, mediane, intersezioni risultanti, per una “RETE” che deve sempre “nascere” dal “SENSO” generale della architettura data).

b) La stessa operazione verrà poi ripetuta su ciascun rettangolo in cui è suddivisa architettonicamente la parete.

2.1.3- Individuazione di alcuni elementi strutturali della composizione e delle correlazioni armoniche sulla rete geometrica.

a) Sopra la rete delle linee prodotte, cercare le RELAZIONI INTERNE, generali (prima) e particolari (poi) tra i vari elementi geometrici in riferimento (sempre) alla architettura data; considerando i rapporti tra i centri principali e secondari, le diagonali, le orizzontali e verticali, e tutte le risultanti linee convergenti, parallele, perpendicolari, ellissi, curve, pesi, forze visive e direzioni.

Il tutto fino a far emergere (selezionando, sintetizzando ed in parte ridefinendo), LA STRUTTURA DINAMICA NASCOSTA, prodotta dalla incidenza degli elementi architettonici sull’insieme della superficie: questa sará la PRIMA BASE DELLA NOSTRA FUTURA STRUTTURA COMPOSITIVA.

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2.2- RETE POLIANGOLARE DI BASE (Fenomeni spettacolari dovuti al movimento libero dello spettatore nell’aula).

Considerazioni introduttive del pittore muralista messicano DAVID ALFARO SIQUEIROS:

“E’ il percorso normale dello spettatore in una topografia data, quello che determina la composizione pittorica dentro la stessa”.
“Solo lo spettatore attivo nella concavità del murale è l’unica spina di corrente possibile per mettere in marcia questa macchina architettonica-ritmica”.
“Sempre ho avuto l’impressione che la manifestazione piú poderosa della vita dell’uomo è costituita dal fatto che tutti i volumi, sia quelli che l’uomo circonda o quelli dentro i quali l’uomo cammina e palpita, si muovono non appena ha inizio il suo stesso movimento”.
“Un pittore muralista che non si avvale di questo fenomeno visivo che esiste e vive solo con il movimento dello spettatore, non è un pittore muralista; ed anche se ció puó sembrare blasfemo, le migliori pitture murali della antichità, come le migliori pitture murali del Medioevo e del Rinascimento italiano, non sono ancora pitture murali.
E non lo sono perché i loro autori non considerarono, con l’ampiezza necessaria, la circostanza della mobilitá dello spettatore umano”.
2.2.1- Preparazione dello studio ed individuazione dei punti di vista.

a) Si disegna la pianta dell’Aula Magna in scala opportuna, con i volumi mobili ed immobili fondamentali.

Su questa si stabiliscono 3, 4, 5 o piú angoli visivi fondamentali, intermedi, secondari, dedotti dal percorso “logico e normale” del “fruitore comune” dell’aula (spettatore).

(N.B. Naturalmente è umanamente impossibile prendere in considerazione TUTTI i punti di vista – prerogativa tipicamente cinematografica -. Perciò è necessario selezionare solo alcuni angoli visivi, che comunque ci daranno indicazioni preziose sulle deformazioni, incidenze, proiezioni, dinamiche, tali da poter elaborare composizioni ed immagini “tendenzialmente cinematografiche”: cioè “visualmente magiche” perché permanentemente in trasformazione e modificazione plastico/espressiva qualora lo spettatore si muovesse sul proprio asse o sulla topografia considerata).

b) Si predispone un lucido della parete frontale per ciascun punto di vista stabilito. I lucidi saranno ordinati a partire dai P.V. meno importanti, (ma si potrebbero anche realizzare linee accentuate – o colori piú vivaci – quanto piú sará importante il relativo punto di vista).

2.2.2- Distruzione ottica della parete di fondo.

a) Su ciascun lucido si traccia la linea d’orizzonte relativa al punto di vista (in piedi, seduti o altre).

b) Successivamente, sulla base della esperienza visiva diretta nell’Aula Magna (con il supporto di aste, righe, corde, livelle o altro), si tracceranno sulla parete di fondo, le proiezioni all’infinito delle pareti laterali, soffitto, pavimento, cornicioni, zoccolo ecc. per ciascuno dei punti di vista stabiliti (CON LO SPETTATORE POSTO ESATTAMENTE SULLA PERPENDICOLARE DELLA PARETE DI FONDO).

2.2.3- Coni ottici (sulle perpendicolari della parete di fondo).

a) 60° circa sono l’apertura visiva massima nella quali si percepiscono nitidamente tutti i colori, le forme, i piani ecc.

Sulla pianta dell’aula si tracciano gli assi perpendicolari dello spettatore (relativamente alla parete di fondo), e su questi , gli angoli di 60° corrispondenti ai vari coni ottici.

Si possono anche considerare coni ottici piú concentrati: “fuochi visivi” con aperture angolari ridotte (per es.30°).

Le circonferenze dei coni ottici e fuochi visivi vengono riportate sui vari lucidi della parete di fondo.

2.2.4- Correzioni visive e coni ottici (sulle perpendicolari dello spettatore).

a) Sempre sulla base della esperienza diretta, si analizza il campo visivo da ciascun punto di vista, questa volta peró esattamente sull’asse perpendicolare dello spettatore (in posizione visiva naturale) verso l’orizzonte.

Si tracceranno, quindi, le eventuali “correzioni” orizzontali delle linee d’angolo, cornicioni, zoccoli ecc. della parete frontale.

b) Sulla pianta dell’aula si tracciano gli assi perpendicolari allo spettatore (in posizione visiva naturale) verso l’orizzonte.

Su questi assi si tracciano i coni ottici (60°) ed eventuali fuochi visivi (per es. 30° o meno).

Le proiezioni dei coni ottici “al di la” e “a partire” dalla parete di fondo (considerata come il “quadro prospettico” posto tra il punto di vista e l’elemento da rappresentare) produrranno, sulla superficie deformazioni ellittiche piú o meno accentuate (che verranno opportunamente riportate su ciascun lucido).

2.2.5- Individuazione di alcuni elementi dinamici della composizione, dei ritmi, direzioni e fuochi sulla rete poliangolare.

a) Sovrapponendo i lucidi realizzati in questa seconda fase, si interviene sulla rete di linee prodotte (con un nuovo lucido), ACCENTUANDO QUELLE CHE MAGGIORMENTE DEFINISCONO IL PERCORSO VISIVO, I FUOCHI E CONI DI INTERESSE NARRATIVO, LE STRUTTURE DINAMICHE GENERALI, I RITMI E LE PAUSE DELLA COMPOSIZIONE IN RIFERIMENTO AL MOVIMENTO DELLO SPETTATORE.

2.2.6- La struttura compositiva sulla parete e sul pannello da decorare.

a) Sovrapporre tutti i lucidi realizzati nelle due fasi di studio, rigorosamente in ordine di realizzazione o di importanza rispetto ai punti di vista, e a questi anche il lucido della parete frontale con tutti gli elementi architettonici che la compongono.
Su quest’ultimo si realizza la sintesi generale della struttura compositiva e delle dinamiche poliangolari sulla parete; con particolare attenzione agli effetti prodotti dall’insieme, sul pannello centrale.
Le linee e campiture risultanti sull’intera parete, possono anche essere colorate per una migliore lettura plastica dell’insieme.

b) Sul foglio con il rettangolo del pannello centrale si riporta la struttura compositiva che servirá come base per la progettazione della decorazione.
Quest’ultima dovrá tenere molto in considerazione tutti i dati plastico-poliangolari ottenuti nello studio della intera parete.

3- SCHIZZI DEL PANNELLO DECORATIVO sullo schema strutturale determinato…

4- STUDI DI COLORE SUL DISEGNO PRESCELTO (colori: terra rossa, ocra gialla, bianco, nero)…

5- BOZZETTO ESECUTIVO POLICROMO IN SCALA OPPORTUNA…

6- PROPOSTA SULLA POLICROMIA COMPLESSIVA DELLA PARETE E DELL’AULA…

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